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L'arte di Rita Lazzaro: ago e filo per ri-unire e ri-parare

L'arte di Rita Lazzaro: ago e filo per ri-unire e ri-parare

Quell’utopia così necessaria che porta a cucire per unire diversità

Martedi, 09/11/2021 - Diverse artiste hanno utilizzato la tecnica del patchwork per realizzare le proprie opere unendo avanzi di stoffa. Una modalità adottata anche per le più antiche bandiere della pace come per le opere di tante donne cilene durante gli anni della dittatura. Cucire per esplicitare al mondo la volontà di pace e di giustizia e per restituire il senso del ‘non buttare perché tutto può tornare utile’. Le competenze femminili legate all’ago e al filo danno origine a miti e a leggende .. il filo di Arianna, la tela di Penelope, le Parche… è il filo dei ricordi, è la ricchezza dei saperi femminili dei quali conserviamo memoria.

Il filo è tempo di vita. L’ago è elemento che permette, attraverso il filo, di ri-unire, di ri-cucire, di ri-parare ciò che è stato diviso attraverso un lavoro preciso, paziente e prezioso.

Oggi Textil Art, Fiber Art, Knitting Art sono termini ampiamente utilizzati nell’arte contemporanea perché le competenze femminili del cucire, del ricamare, del lavorare a maglia e uncinetto sono diventate pratiche artistiche consuete per molte artiste..

In questo filone si inserisce il lavoro di Rita Ananda Lazzaro.

L’artista italiana, che vive nella città tedesca di Moers, ha iniziato alla fine di maggio un progetto di grande rilevanza. Ha chiesto, con il supporto dell’Ufficio cultura cittadino e tramite i social, ad ogni abitante di donarle un pezzo di stoffa quadrato con lato di 15 cm ricavato da un vecchio abito. Con i 105.000 quadrati Rita Lazzaro ha iniziato a realizzare un’installazione patchwork composta da un cubo di 210 cm di lato e pannelli di due metri per cinque.

Presentazione mostra personale 9.10.2021

Guardando nel cubo

Il quadrato è il più antico simbolo della terra, che considero madre. Il cubo, in geometria, è un quadrato alla terza ed è quindi, per me, ‘mamma al cubo’. Mi piace pensare che, nel cubo, si ritrovino i sentimenti della relazione affettiva e politica madre – figlia. Immagino che ogni persona, sostando all’interno del cubo patchwork, si sentirà avvolta e accolta come nel ventre materno e sentirà la necessità di associare il proprio al noi costituito dalle migliaia di quadrati che, simbolicamente, rappresentano la comunità multietnica che a Moers vive.

Rita all’interno del cubo

Un noi ben presente all’artista che, in un precedente progetto, ha ricamato su una tela il pronome in diverse lingue e che ha posto l’opera quale pavimento del cubo.

Manifesto Noi
Noi

Esaminando l’opera di Rita Lazzaro mi risuonano nella mente le parole di due donne che considero madri simboliche, Anna Del Bo Boffino e Luce Irigaray. "Nei momenti migliori, quando la speranza non è sommersa dalle sconfitte, mi piace immaginare un mondo in cui tutti lavorino solo quattro o al massimo sei ore, uomini e donne, giovani e anziani., dove tutti in misura uguale siano addestrati fin da piccoli a tutto.. scienza e tecnica, pensiero e scrittura, contatto con la terra e i suoi frutti, o con il mare e il cielo., dove si sappia ugualmente adoperare la testa, le mani e il cuore". ADBB

Sono convinta che solo un progetto, qualsivoglia progetto, realizzato tenendo insieme mani, mente e cuore, possa comunicare intenzioni e saperi, condivisione e cultura, necessità di relazioni e senso di appartenenza al mondo.

Ciotole con semi

Libro d’artista

"Spesso le donne sono ridotte agli spazi interni della loro matrice o del loro sesso, in quanto utili alla procreazione e al desiderio degli uomini. E’ importante che dispongano di uno spazio esterno proprio, per entrare e uscire da sé stesse, per sperimentarsi come soggetti autonomi e liberi". LY

Rita Lazzaro pensa di continuare questo progetto attraverso la realizzazione di laboratori nelle scuole e vorrebbe ‘visitare la sede dei migranti, gli istituti delle persone diversamente abili e le residenze delle persone anziane’ invitando ‘ciascuno a cucire il proprio pezzo di stoffa’ perché ‘Le opere create da me fino ad oggi sono poca cosa rispetto al movimento che si é creato, e adesso queste piccole positive vibrazioni devono andare avanti. L´idea di cucire insieme tante persone che appartengono a culture, religioni, nazioni differenti mi entusiasma tanto, sarà una utopia? Si! come tutte le utopie bisogna sfidarle, giusto

Giusto, certamente giusto.

Rita Lazzaro mostra personale a Maers

 

Le persone che hanno ammirato, durante la prima e la seconda mostra a Maers, e ammireranno il grande patchwork dall’esterno ne vedranno l’aspetto ‘grezzo’ e considereranno il lavoro, lungo, paziente, la fatica e l’impegno.

Dall’interno del cubo

Rita Lazzaro m 7 x 2

Musica nel cubo

Sdraiata nel cubo

All’interno il senso di protezione e di pace permetteranno di fermarsi a pensare a sé, alle persone che hanno indossato gli abiti dai quali provengono i quadrati, all’artista che ha cucito un guscio – casa che non prevede chiusure. Un mondo aperto che può rappresentare simbolicamente quell’utopia così necessaria indicata con le parole ‘un mondo diverso è possibile’.


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