Politica e primarie in un incontro a Roma alla Casa Internazionale delle Donne
Mercoledi, 10/10/2012 - Quel che mi ha colpito nell’incontro con Laura Puppato, organizzato lo scorso venerdì alla Casa internazionale delle donne dai comitati romani che la sostengono nella corsa per le primarie del Pd, è stato quel microfono che, girando per la sala, consentiva ai presenti di formulare le domande più varie. Difatti non mi sono trovata di fronte alla tipica e canonica presentazione di una candidata, che era lì ad arringare i suoi attenti sostenitori, pronti a partire e correre alla ricerca forsennata di un voto per la loro leader. Ho ascoltato, invece, tante domande, accomunate da un unico file rouge, pur nella diversità degli argomenti posti all’attenzione di Laura Puppato, domande che evidenziavano in modo netto l’esigenza di dare risposte ad un unico e grande quesito: possiamo fidarci di una donna, che non conosciamo e che per di più si candida alla guida del Paese, anche se solo attraverso lo strumento delle primarie di un partito, noi che con le nostre domande dimostriamo di non confidare più nella classe politica attuale? Mi ha colpito, e come, quella voglia collettiva di partecipazione, quasi fosse un’anomala conferenza stampa dove al posto dei giornalisti c’erano tante persone che cercavano un motivo per ritornare a credere in qualcuno/a, ma, soprattutto, a fidarsene. Emblematica è stata la richiesta di una donna: “perché dovrei ancora una volta votare Pd?”. A tale proposito Laura Puppato ha così risposto: “se prima era facoltativo, ora è obbligatorio, ma non con questa legge elettorale, che consente a qualcuno di salvare il suo posto e non permette di salvare il Paese”.
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