Mostra letterario-fotografico-pittorica intitolata “Le donne viste da noi”, allestita da Angela Rojac
Mercoledi, 06/04/2011 - Si è chiusa con un bilancio di più di 1000 visitatori la mostra letterario-fotografico-pittorica intitolata “Le donne viste da noi”, allestita da Angela Rojac, vicepresidente dell’Associazione Rete D.P.I. - Nodo di Trieste, nella Sala Polifunzionale di Sagrado. Curata dalle appartenenti al sodalizio (autrici anche delle opere esposte), il quale promuove progetti e svolge attività di utilità sociale e culturale in materia di Pari Opportunità di Genere, tese al raggiungimento di una sostanziale parità fra uomo e donna, la rassegna era stata presentata per la prima volta a Trieste in occasione dell’evento “Abitare la vita senza violenza”, promosso dalla Provincia e successivamente a Fiesole e all’Università di Trieste.
Attraverso la fotografia, la scrittura e la pittura, in mostra sono state testimoniate molte storie al femminile di ieri e di oggi. Particolarmente toccante quella della diciassettenne Italia, che, originaria di Fiume e ricoverata nel ’45 nel Sanatorio Monte Santo di Gorizia, così scriveva: “Cara mamma ti scrivo per farti sapere che sto molto male...Ho sempre la febbre a 39 gradi, peso 40 chili...la Madre ha detto che non c’è speranza per me, vieni prima di quel che muoio...Vendi tutto quel che vuoi, il mio vestito, il cappotto, non ha importanza, tutto per farmi vivere.” Sarebbe morta due mesi dopo.
Introdotta dai Sindaci di Sagrado Elisabetta Pian e di Savogna Alenka Florenin, che l’hanno ospitata congiuntamente, e da Elisabetta Tigani Sava, presidente dell’Associazione Rete D.P.I. - Nodo di Trieste, l’esposizione ha voluto sottolineare come attualmente le donne non vedano ancora pienamente riconosciuti i diritti costituzionali, suggerendo, con semplicità e acutezza, numerosi spunti di riflessione, espressi attraverso immagini e testimonianze da tutto il mondo: dal duro quotidiano di lavoro al significato dell’amicizia al femminile, dalle diverse stagioni della vita alle condizioni sociali più deboli, dai momenti felici e dal tema della donna- immagine fino a quello terribile della violenza, testimoniato da Somaly Mam, piccola schiava del sesso in Cambogia, riscattata dall’amore, che oggi combatte con tenacia la prostituzione e la schiavitù.
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