Sabato, 05/03/2011 - Spesso vado a studiare alla biblioteca dell’Archiginnasio, oggi ho avuto il piacere di incontrare un’esposizione che ha più significato che spazio. Attraverso i documenti ritrovati, si racconta la storia di Teresita Mariotti Zanichelli, nata nel 1861 e morta nel 1949, la prima donna ad avere un incarico nella Biblioteca Municipale di Bologna.
Teresita nasce nell’anno dell’Unità d’Italia in una famiglia borghese, ricevendo un’istruzione adeguata al suo censo e al suo sesso: diventa infatti maestra. Si sposerà con Domenico Zanichelli nel 1886, entrando in contatto con il mondo degli intellettuali bolognesi: alle sue nozze Carducci sarà uno dei testimoni. Ma nel 1908 Domenico muore, lasciandola senza la pensione.
Così Teresita, a 49 anni, con due figli che studiano ancora, riorganizzerà la sua vita a Bologna cercandosi un lavoro. E’ diplomata e di origini borghesi, ma non più giovane per fare la maestra né in grado di accettare le basse mansioni a cui erano adibite le donne. Ed è forse grazie alle conoscenze in ambito intellettuale che nel 1910 riuscirà ad avere un modesto ma decoroso incarico alla Biblioteca Comunale.
Fino al 1932 lavorerà come precaria, o avventizia come si diceva allora, senza mai riuscire ad essere assunta di ruolo e con stipendi inferiori agli uomini (il suo salario sarà di 4.435 lire contro quello di 6.019 previsto per un avventizio maschio (nel 1932). Tra i documenti anche una sua richiesta di parificazione della retribuzione a quella dei colleghi maschi, che purtroppo non ebbe esito positivo. Svolgerà la sua attività fino a 71 anni, compilando schede del catalogo e compilando lettere, mentre presso la Biblioteca di Casa Carducci (una sezione dell’Archiginnasio) collaborerà alla gestione del servizio al pubblico.
Poche erano le donne che frequentavano la biblioteca (una piccola sala a parte era riservata alle poche studiose all’Università), per molti anni nessuna oltre lei vi ha lavorato (oggi le donne rappresentano il 70% delle dipendenti impegnate nel servizio bibliotecario). L’apertura della sezione popolare vedrà crescere la partecipazione delle donne come utenti del servizio: dai registri conservati risulta che il primo utente fu proprio una diciottenne che richiese un libro di una scrittrice tedesca tradotto da un’altra donna.
Ai curatori (Maria Grazia Bollini, Marilena Buscarini, Maurizio Avanzolini e Giacomo Nerozzi) va riconosciuto il merito di aver riportato alla luce (utilizzando l’ampia dotazione documentaria) la storia di una donna del tutto sconosciuta, che pur tante affinità ha con le storie di oggi. Attraverso la storia si festeggia l’8 marzo, in modo meno urlato ma denso di significato.
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