Le opere dell’artista napoletano Francesco de Marco alla Libreria Einaudi di Udine dal 12 febbraio 2
Saranno esposti oli e pastelli recenti
Mercoledi, 27/01/2010 - S’inaugura venerdì 12 febbraio 2010 alle ore 18.00 alla Libreria Einaudi di Udine (via Vittorio Veneto, 49) la mostra personale del pittore napoletano Francesco de Marco, che sarà presentata dall’architetto Marianna Accerboni. Intitolata “Di segni in Segni”, l’esposizione propone una sequenza di oli e pastelli a cera realizzati di recente dall’artista, che, nato a Napoli nel 1964, si è formato nel capoluogo campano frequentando il pittore Vittorio Piscopo, fondatore del Futurismo napoletano, col quale aveva stabilito un profondo sodalizio. La rassegna rimarrà visitabile fino al 6 marzo (orario: 9.00 - 12.30 / 15.30 - 19.00 / chiuso lunedì mattina).
Partenopeo prestato alle nebbie del nord - scrive Accerboni - de Marco supporta il proprio lavoro creativo e la propria ricerca artistica con una sapiente cultura di base, che non rende mai banali le sue allitterazioni pittoriche e le sue vivaci, luminose interpretazioni e allusioni alla realtà, conscio che quest’ultima può palesarsi in molteplici aspetti, che egli coglie con la libertà, la freschezza e l’immediatezza di un gesto pittorico e segnico, il quale conosce il linguaggio delle avanguardie e delle transavanguardie, ma, in fondo, se ne discosta. Perseguendo un itinerario molto personale, da cui scaturiscono la gioia del dipingere e del colore, intrecciate a una filosofia atarassica nella riflessione, ma festosa e sostenuta da un ritmo e da una sintesi cinetica, che sottende la magnifica interpretazione di Pulcinella (maschera della commedia dell’arte, capace di superare i problemi con il sorriso, irridendo i potenti), così come gli elementi del paesaggio e della natura e il ritratto.
Per de Marco la Maschera è il mistero, però può rappresentare anche lo stato d’animo recondito e sottaciuto, che il tocco dell’artista sa svelare, come la rabbia accesa, la tristezza e forse l’ipocrisia, mentre Pulcinella e il ritmo, che anima quest’antica maschera napoletana e le altre opere, promanano dall’inclinazione cinetica del futurismo, frequentato dall’indimenticato maestro e amico Vittorio Piscopo, fondatore del Futurismo napoletano, accanto al quale de Marco si è formato a Napoli.
La matrice espressionista - conclude il critico - si collega nell’artista, attraverso la mediazione dell’impeto futurista, a una vena sottile e personale di lirismo fantastico legato alla Nuova Figurazione, che accomuna tutti i suoi lavori: forme danzanti e silenziosamente palpitanti, mediante le quali de Marco esprime una molteplice e originale sperimentazione, che forse procederà ancora verso l’astrazione.
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