Una dei fanalini di coda in Europa, l'Italia continua a privare i propri adolescenti della necessaria educazione alla sessualità
Giovedi, 16/03/2017 - Sono trascorsi così pochi giorni dalla notizia della condanna a Vicenza di una giovane donna rea di procurato aborto, che occorrerebbe meglio delineare i contorni di questa vicenda, di modo che non venga annoverata tra gli innumerevoli casi di cronaca nera. In primo luogo perché per l’ennesima volta si accendono i riflettori mediatici sul fenomeno degli aborti illegali, secondariamente perché ad essere punita è chi da minorenne aveva praticato altre tre interruzioni di gravidanza sempre con la stessa metodologia, quale il ricorso a dosi massicce di un farmaco antispastico. Una prassi sempre più diffusa questa, ossia acquistare il misopristolo che, assunto in maniera impropria, comporta l’espulsione del prodotto del concepimento. Non sempre però questo particolare aborto farmacologico è privo di conseguenze negative, come la metrorragia, il sanguinamento dell’utero non dovuto a mestruazione.
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