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Linee guida per la contrattazione 'di genere' di secondo livello: la proposta piemontese

Linee guida per la contrattazione 'di genere' di secondo livello: la proposta piemontese

La Consigliera di parità del Piemonte, di concerto con la Commissione regionale per le Pari Opportunità, ha promosso un progetto sulla contrattazione di genere

Mercoledi, 08/12/2010 -
Far emergere, attraverso un’analisi mirata della contrattazione di secondo livello, il modo in cui i principi di pari opportunità, proclamati in termini generali in tutta la contrattazione nazionale, vengono concretamente declinati nella contrattazione di dettaglio, partendo dalla constatazione che le politiche di conciliazione nelle organizzazioni del lavoro sono un obiettivo ancora lontano dal concretizzarsi in azioni positive.

Da questo insieme di fattori è stato istituito, nel 2009, il Tavolo regionale sulla contrattazione, fortemente voluto dalla Consigliera di parità regionale del Piemonte, di concerto con la Commissione regionale per le Pari opportunità, a cui hanno partecipato le principali associazioni sindacali e i rappresentanti datoriali. L’obiettivo del progetto è stato far comprendere alle aziende che la conciliazione conviene non solo ai lavoratori, ma anche alla società e a loro stesse, attraverso l’analisi e lo studio di metodi e strumenti per la contrattazione “di genere”.

Il progetto, presentato ufficialmente il 29 ottobre 2010 nel corso del convegno Contrattazione aziendale e territoriale: come introdurre elementi di pari opportunità, ha visto la redazione, da parte dell’associazione IRES Lucia Morosini in collaborazione con Fondazione Vera Nocentini ed Ente nazionale formazione addestramento professionale – ENFAP, della ricerca Analisi e valutazione dell’attuazione delle politiche di genere e degli effetti della contrattazione di secondo livello nelle aziende piemontese, a cui si sono affiancati due laboratori di confronto e formazione con rappresentanti delle imprese e delle organizzazioni sindacali.

L’ultimo step è consistito nell’elaborazione delle Linee guida per la contrattazione “di genere” di secondo livello – Una proposta di integrazione delle pari opportunità, in collaborazione con il Laboratorio Frame del Corep.

Fondandosi sulle condizioni che le imprese gestiscano le relazioni sindacali attraverso un impegno costante al confronto, che il sindacato proponga progetti chiari e “sostenibili” e che sindacato e direzione aziendale esplicitino una reale volontà di cooperazione, le Linee guida propongono un percorso composto da quattro fasi: osservazione; confronto con le altre esperienze; analisi e ricerca di soluzioni condivise; sperimentazione.

Prima di avviare qualsiasi iniziativa di contrattazione o di azione positiva o di progetto di conciliazione, infatti, è fondamentale osservare il contesto aziendale e territoriale, tenendo conto di: ambiti e fattori di rischio; organico; esigenze di conciliazione, strumenti e misure già esistenti; sviluppo dei percorsi professionali, formazione, valorizzazione delle differenze nella gestione delle risorse umane; presenza di rischi di discriminazione e verifica di presenza e necessità di iniziative, figure, forme di contrasto o di promozione delle pari opportunità nei luoghi di lavoro.

Solo dopo questo studio, si può passare al confronto con altre esperienze, attraverso le quali identificare iniziative replicabili e integrabili con creatività nel proprio contesto.

L’analisi che segue intende identificare possibili soluzioni per l’organizzazione e valutare quali adattamenti apportare rispetto alle esperienze di altre imprese prese in esame. Inoltre, vengono organizzati incontri e /o focus group con il personale per valutare le ipotesi da sperimentare. Nell’ultima, fondamentale fase, si lavora per modellizzare iniziative ed eventuali progetti migliorabili che, se funzionanti, possono essere estesi ad altre realtà aziendali.

Detta così, sembra facile, ma non lo è. Contrattare nelle imprese condizioni di parità tra uomini e donne nel lavoro e nei percorsi di carriera, introdurre strumenti nuovi di conciliazione tra vita professionale e personale, rappresenta una sfida, specialmente in questo difficile momento segnato dalle conseguenze della crisi economica.

Di contrattazione, poi, si occupano ancora troppo gli uomini e molte donne non si fanno coinvolgere in attività sindacali anche a causa del lavoro di cura. Eppure, se il processo è lento, bisogna spingere per una maggiore partecipazione.

Va cambiata la mentalità, bisogna imparare ad ascoltare. Le numerose buone prassi emerse nel focus group della ricerca e nel ciclo di laboratori, all’interno del progetto piemontese, lo dimostrano.

Ora è il momento di far “fruttare” il progetto sulla contrattazione informando, sensibilizzando e assumendosi responsabilità precise. Magari esportandolo al di fuori dei confini regionali, visto il suo valore di adattabilità al territorio e alle singole realtà.

Dopo lo studio, bisogna entrare nella fase della concretezza, grazie all’ausilio delle linee guida, per ricercare il vantaggio di tutti, uomini e donne, all’interno delle aziende. Che si tramuta, poi, in vantaggio per l’azienda stessa.



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