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Lo Stalking: persecutore o vittima

Lo Stalking: persecutore o vittima

Questo è il titolo dell’importante convegno che si è appena concluso a Palermo. – Adriana Prazio presidente del Centro Antiviolenza-Antistalking “La Nereide” ha avuto l’onore di essere fra i relatori.Il Convegno è stato orga

Lunedi, 06/12/2010 - LO STALKING: persecutore o vittima?

Questo è il titolo dell’importante convegno che si è appena concluso a Palermo. – Adriana Prazio presidente del Centro Antiviolenza-Antistalking “La Nereide” ha avuto l’onore di essere fra i relatori.

Il Centro Antiviolenza-Antistalking "La Nereide",Onlus presidente Adriana Prazio, telef.0931 61000 – 349 7586157, ha partecipato all'importante convegno che si è tenuto il 1 dicembre a Palermo,– presso il Palazzo Chiaramonte -Steri , Sala Baroni dal titolo,”Lo Stalking: persecutore o vittima? Il Convegno è stato organizzato dall’International Crime Analysis Association, (Direttore Scientifico M. Strano, dall’associazione Morpheus, presidente Dott.ssa C. Mezzatesta e dall’Associazione Orizzonti, presidente dott. E. Mangiapane

Sono intervenuti, autorità, magistrati, avvocati, rappresentati delle Forze dell'ordine, psicologi,criminologi ed illustri esperti e studiosi che si occupano della tematica. Il Convegno è stato realizzato con l’Alto Patrocinio del Senato della Repubblica, dell’UNICRI, del Consiglio dei Ministri Dipartimento dei Diritti e delle Pari Opportunità e con il Patrocinio della Regione Sicilia, Provincia di Palermo, del Comune di Palermo, dell’ Università degli Studi di Palermo, della Polizia di Stato, della Camera Penale Palermo, della Conf. Cooperative, della Help Family, dell’Ordine degli Avvocati PA, dell’Istituto Indagini Psicologiche, del Centro Antiviolenza-Antistalking “La Nereide”,Onlus, della CONSAP e dell’Ass. Nazionale Dirigenti Scolastici.

Il Convegno ha analizzato le principali problematiche tecniche (psicologiche, legali e investigative) di intervento nei casi di stalking connesso alla relazione di coppia e all’attività professionale di alcune professioni d’aiuto (medici, psicologi, avvocati ecc.).

Per l’importanza del Convegno e per dare voce ai numerosi ed importanti relatori preferiamo raccontarlo in due puntate. La giornata di studio è iniziata con il confronto delle esperienze del Prof. Heral EGE e dell'equipe di ricerca sullo stalking dell'ICAA diretta dal Prof. Marco Strano, attiva da diversi anni su tutto il territorio nazionale. E’ stato proposto un approccio innovativo al problema stalking anche sottolineando gli aspetti critici dell’applicazione dell’attuale normativa e le difficoltà investigative. Nel corso dell’evento sono state illustrate le moderne tecniche di valutazione del rischio e di intervento in questo ambito scaturite dall’esperienza sul campo dell’ICAA.

Il Prof.. Carmelo Dublo-, grafologo forense, scienze crimilalistiche e presidente Regionale dell’Associazione ICAA, in sintesi ha precisato che “in ambito forense-criminalistico si aggiunge un prezioso contributo dato dallo studio della grafologia e Analisi della grafia che,da una semplice lettera manoscritta anonima,o da un biglietto minatorio delinea il profilo della mano scrivente(oltre a dare l'identità di Mano),in tal senso traccia attraverso i "Segni di Allarme"presenti nella grafia,lo stato di " salute" del soggetto scrivente nello specifico sia del Persecutore che della Vittima, fornendo nell'immediato delle indagini le prime sintomatiche indicazioni di uno spcifico "stato di disagio"o meno che integrato con le altre prove fornite si colloca in sinergia nella fase investigativa e processuale”.

. Adriana Prazio, presidente del Centro Antiviolenza-Antistalking “La Nereide” nel suo intervento dal titolo,"La Vittima di Stalking ed il Centro Antiviolenza: le testimonianze" . ha posto l’accento sull’importanza di fare RETE, ha parlato dell’attività dell’associazione , del progetto STOP (Sistema Territoriale Operazione Prevenzione), finanziato dal Consiglio Dei Ministri – dipartimento Pari Opportunità, che le ha viste protagoniste insieme alla provincia regionale di Siracusa, di Ragusa e con l’Associazione Nuova Vita di Ragusa e Netum di Noto. Approfittando della presenza della responsabile dell’Ufficio Pari Opportunità della Presidenza della Regione Siciliana, Adriana Prazio ha sollecitato l’approvazione della legge Regionale contro la violenza, che tarda ad essere approvata e che da Giugno è ferma in commissione Bilancio della Regione Sicilia . Adriana Prazio in conclusione del suo intervento ha raccontato, attraverso un video la storia, molto toccante di una donna vittima di violenza domestica e stalking”.

In rappresentanza delle Forze dell’ordine di Siracusa ha partecipato il Dr. Corrado Basile, dirigente della Divisione Anticrimine della Questura P.S; Titolo del suo intervento: “Ammonimento quale strumento anche di tutela sociale”

Evidenziamo alcune parti del Suo intervento –“Se sono stato legato sentimentalmente ad una persona, se ho amato quella persone, il coniuge, il compagno o la compagna, l’amico o l’amica, il fratello, la sorella o un parente, ecc. nel momento in cui l’affetto, l’amore, l’amicizia, la complicità viene meno, c’è il rischio che questi sentimenti si trasformino nella migliore delle ipotesi in indifferenza, in amarezza, in rabbia, ma, spesso e volentieri, in odio.

Odio a beneficio del quale siamo disposti a tutto, anche a mentire pur di incolpare la controparte di misfatti veri, presumibilmente veri o sfacciatamente falsi.

Ecco, questo è spesso il personaggio tipo che le forze di polizia si trovano di fronte quando viene a segnalare e/o a denunciare casi di azioni persecutorie. E’ un personaggio “strano” che a volte ha bisogno solo di essere ascoltato, a volte ha bisogno di conforto, a volte abbisogna che scarichi la “rabbia”, a volte chiede “giustizia sommaria”, a volte è scientificamente calmo e, proprio per questo, molto più “pericoloso”.

Il Dr. Basile ha puntualizzato che bisogna però subito dire che, nella stragrande maggioranza dei casi, la persona che si presenta è un cittadino o una cittadina che ha bisogno di aiuto e che non può non essere accolto con tutta l’attenzione che merita e che la situazione necessita.

L’operatore di polizia è perfettamente a conoscenza che il primo approccio con la vittima è determinante per il prosieguo delle indagini. Il grado di collaborazione che la vittima potrà fornire dipende molto dall’accoglienza che riceverà e dal rapporto che riuscirà ad instaurare con chi gli sta davanti. E’ importante, quindi, rassicurare la vittima affinché non si senta in imbarazzo nel dover raccontare particolari intimi o imbarazzanti, spiegando che tutto può essere utile ai fini delle indagini.

La vittima, inoltre, spesso prova rabbia verso se stessa per non essere riuscita a far cessare le condotte vessatorie. A questo punto il Dr. Corrado Basile ha ha fatto riferimento all’ Art. 8 D.L. n. 11/2009 convertito in legge n. 38 del 2009 - Ammonimento

 1. Fino a quando non e' proposta querela per il reato di cui all'articolo 612-bis del codice penale, la persona offesa puo' esporre i fatti all'autorità di pubblica sicurezza avanzando richiesta al questore di ammonimento nei confronti dell'autore della condotta. La richiesta e' trasmessa senza ritardo al Questore.

 2. Il Questore, assunte se necessario informazioni dagli organi investigativi e sentite le persone informate dei fatti, ove ritenga fondata l'istanza, ammonisce oralmente il soggetto nei cui confronti e' stato richiesto il provvedimento, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge e redigendo processo verbale. Copia del processo verbale e' rilasciata al richiedente l'ammonimento e al soggetto ammonito. Il Questore valuta l'eventuale adozione di provvedimenti in materia di armi e munizioni.

 3. La pena per il delitto di cui all'articolo 612-bis del codice penale e' aumentata se il fatto e' commesso da soggetto già ammonito ai sensi del presente articolo.

 4. Si procede d'ufficio per il delitto previsto dall'articolo 612-bis del codice penale quando il fatto e' commesso da soggetto ammonito ai sensi del presente articolo.

 L’Ammonimento è un atto amministrativo che non genera alcun procedimento penale.

 Per tale motivo (a differenza della querela o della denuncia) non viene notiziata od investita la Procura della Repubblica. NEL CASO IN CUI IL REATO E’ COMMESSO DA SOGGETTO GIA’ AMMONITO SI PROCEDE D’UFFICIO (ANCHE IN ASSENZA DI QUERELA).

 Si procede d'ufficio altresì quando il fatto é commesso nei confronti di un minore, di una persona con disabilità (art. 3 legge n. 104/1992), nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d'ufficio.

 Il Dr. Basile ha concluso ricordando che nel caso di ricezione di notizia del reato di atti persecutori, le forze dell’ordine, i presidi sanitari e le istituzioni pubbliche, del territorio Italiano, hanno l’obbligo di fornire alla vittima tutte le informazioni relative ai centri antiviolenza presenti sul territorio, specie quelli nella zona di residenza della vittima.

 Obbligo di mettere in contatto la vittima con detti centri, qualora la stessa ne faccia espressa richiesta

Il Dott. Ernesto Mangiapane e la Dott.ssa Chiara Di Lorenzo dell’Associazione Orizzonti, sono intervenuti sul tema:

CRIME STALKING: ASPETTI DESCRITTIVI E PSICOPATOLOGICI

“Per poter analizzare il fenomeno dello stalking è indispensabile far riferimento al contesto storico culturale che può essere sintetizzato con il termine tedesco “zeitgeist” che significa spirito del tempo (B. Gargiullo, R. Damiani,2010). Rispetto al passato le coppie durano sempre meno. In Italia, in media ogni anno ci sono 160 mila separati e 100 mila divorzi. Si disfano circa 20 mila famiglie, senza considerare quelle storie che finiscono senza il matrimonio, convivenze, fidanzamenti.

La problematica dello stalking viene affrontata facendo particolarmente riferimento a tre aspetti importanti: la vittimologia, la mediazione e l’intervento sullo stalker e l’utilizzo dei parametri del prof. H. Ege per individuare e definire le dinamiche persecutorie (facendo riferimento alla diossologia, cioè la scienza che si studia le persecuzioni).

È importante riflettere sul ruolo della personalità della vittima che si sente perseguitata perché ad esempio è stato messo in evidenza da diversi autori come alcune caratteristiche di personalità possono portare ad essere più vulnerabili e quindi essere più soggetti a rischio stalking. Quando è stato rilevato che alcuni soggetti avevano avuto delle "responsabilità" per la propria vittimizzazione (ad es., avevano provocato l'aggressore) il “focus” di indagine si è spostato, comprendendo tutti gli attori della scena criminale (Zucchini, 2005). Il termine vittimologia nasce con B. Mendelsohn (1937) raccogliendo informazioni sulle vittime per il suo studio legale, parlò di una nuova scienza che proponeva come oggetto di studio la vittima di un reato. La vittimologia rappresenta la raccolta e la valutazione di tutte le informazioni significative che hanno a che fare con la vittima e con il suo stile di vita (Strano, M., 2008). Quindi è di fondamentale importanza comprendere anche la vittima per cercare di avere delle informazioni sulle dinamiche relazionali che si instaurano con lo stalker.

Iniziamo a parlare del fenomeno stalking dandone una definizione: lo stalking è definibile come una costellazione di comportamenti assillanti, intrusivi, persecutori che si ripetono nel tempo, portando la vittima a sviluppare un sentimento di fastidio, paura e allerta. Il precipitato di queste molestie assillanti porta la vittima a sviluppare dei sintomi che compromettono la qualità della vita. In particolare, diverse ricerche evidenziano che emergono prevalentemente disturbi dissociativi, d’ansia e depressivi. Ciò che caratterizza lo stalking sono gli atti persecutori che si ripetono nel tempo. La persecuzione si intende una situazione conflittuale caratterizzata da azioni ostili o conseguenze sistematiche derivanti dalle azioni ostili, che non si consumano nella stessa giornata, ma che perdurano nel tempo e che consistono in un inseguimento fisico, ripetute azioni moleste e/o situazioni discriminanti. La vittima è in una costante inferiorità. Si tratta di un processo dinamico che viene attuato intenzionalmente (Ege, 2010).

Lo stalking, coinvolgendo molteplici dimensioni della vita psichica della vittima, comporta un’esperienza traumatica che possiamo sintetizzare attraverso due forme di trauma: il trauma puntiforme ed il trauma cumulativo. Il trauma cumulativo è quello che più si accosta ai vissuti della vittima di stalking “classica”, infatti le azioni che generalmente vengono attivate dallo stalker assumono una configurazione disturbante proprio per la loro reiterazione nel tempo, messaggi, telefonate, appostamenti etc. che per il loro carattere di persecutorietà danno vita ad esperienze traumatiche che, stratificandosi, provocando un trauma cumulativo. Tuttavia, è possibile pensare ad un tipo di azioni che sebbene facciano parte dello stalking e quindi rientrino in un lasso temporale non episodico, siano ben più intrusive, per via della loro intensità, rispetto alle prime, pensiamo ad azioni, a cui è esposta la vittima, che comportano un rischio per la vita stessa, tale azione lede il senso di sicurezza della vittima, configurandosi come un vero e proprio shock, ponendo le basi per una disorganizzazione della struttura psichica del soggetto. Questo tipo di situazione definisce il trauma puntiforme. Abbiamo messo in relazione questi due tipi di trauma con due categorie diagnostiche: il trauma puntiforme sembra correlarsi con il disturbo post traumatico da stress, conseguente ad uno o più eventi di forte impatto emotivo; il trauma cumulativo con il Complex disturbo post traumatico da stress, dovuto ad un'esposizione prolungata ad un esperienza traumatica, che comporta perdita di controllo, sensazione di intrappolamento, tristezza, rabbia, pensieri di suicidio, isolamento e continua ricerca di aiuto. Mentre il disturbo post traumatico da stress è già presente nel DSM-IV, il complex disturbo post traumatico da stress è in fase di valutazione per un suo inserimento nel DSM-V. I due traumi di cui parliamo non si escludono vicendevolmente, né corrispondono a fasi di alcun tipo, il trauma è infatti un disturbo notevolmente complesso, le cui sfaccettature possono configurare entrambi i tipi di trauma. Uno dei fattori certi che caratterizza lo stalking è l'alterazione della qualità della vita, che può concretizzarsi in un danno morale, biologico ed esistenziale. L'analisi di tali tipi di danno, permette di connotare e valutare in senso qualitativo l'alterazione della qualità di vita del soggetto vittima di stalking.

Noi facciamo riferimento al modello del Prof. Ege che utilizza sette parametri per individuare lo stalking:

- Ambiente: se la persecuzione avviene nella vita privata parliamo di stalking, se invece la persecuzione si verifica nell’ambito lavorativo possiamo parlare di mobbing.

Per frequenza si intende l’azione ripetuta in un’unità di tempo. Contare quante volte il persecutore si è messo in azione contro la sua vittima durante un determinato periodo (Ege, 2010). La persecuzione si fa più volte e ripetutamente, si devono escludere le singole azioni.

Durata: la persecuzione richiede una pianificazione e dunque viene svolta in tempi e giorni diversi.

Nel mobbing questo criterio di valutazione è di sei mesi. Nello stalking invece deve essere di tre mesi.

- Tipo di azioni: in quanto le azioni subite devono appartenere ad almeno una delle cinque categorie delle azioni violente le quali si suddividono in: violenze fisiche (atti che comportano un contatto fisico violento), violenze sessuali, violenze psicologiche (umiliazioni, comportamenti o discorsi volti a suscitare sensi di colpa costrizioni e limitazioni delle necessità basilari), violenze economiche (atti violenti che mirano a ostacolare l’accesso alle risorse economiche come divieto o obbligo al lavoro, privazione della possibilità di costruirsi l’indipendenza economica) e violenze sociali (atti violenti che colpiscono i contatti sociali della vittima tramite svariati tentativi di isolarla socialmente).

- Dislivello tra gli antagonisti: La vittima è in una condizione di svantaggio, di debolezza rispetto all’aggressore, per lo stato gerarchico, per le alleanze, per l’esposizione, per il contesto familiare.-

Andamento secondo fasi successive: in quanto lo stalking é una situazione conflittuale estrema caratterizzata da una costante evoluzione dinamica in quanto nasce, cambia aspetto nel tempo e tende a uno scopo secondo fasi successive relativamente prevedibili e inquadrabili in un modello teorico di sviluppo. Lo stalking infatti si evolve e sviluppa attraverso tre fasi: relazione conflittuale (la persecuzione si svolge tramite un conflitto iniziale. tra persecutore e vittima esiste un legame sentimentale o professionale. Questo legame può fare emergere ad es. invidie e gelosie). Azioni o situazioni persecutorie (dopo il conflitto, abbiamo la persecuzione, in cui il persecutore attua la sua strategie distruttiva). Conseguenze salute (un peggioramento psicofisico della vittima).

- Intento persecutorio: in quanto lo stalker può avere due scopi nei confronti della vittima uno affettivo (per riprendere una relazione affettiva interrotta, ottenere un’attenzione particolare, essere riconosciuto da un personaggio famoso, identificarsi con un idolo, ricercare o riottenere la fiducia) e uno distruttivo (per punire la vittima per un torto subito, allontanarla da una nuova relazione, distruggere un personaggio famoso per invidia, mettere in atto la persecuzione che non era possibile attuare sul posto di lavoro, vendicarsi, raggiungere un obiettivo non ottenuto precedentemente).

Da questi parametri con la dott.ssa Mezzatesta Concetta abbiamo creato un’intervista semi strutturata, il LES (LIFE EVENT STALKING), che ha l’obiettivo di inquadrare e definire il fenomeno dello stalking e di ridurre il rischio di discrezionalità da parte dello psicologo, fornendo uno schema flessibile e di primo orientamento clinico. La griglia è basata su sette parametri con 20 domande esplorative che si compongono da risposte a scelta multipla e risposte a completamento.

Conclusioni

La persecuzione comporta nella vittima un alterazione qualitativa della vita. Le rielaborazione dell’esperienza traumatica e la comprensione sono fondamentali per aiutare la vittima a superare queste esperienze persecutorie.”- – Fine Prima Parte

Chi volesse contattare il Dr. Ernesto Mangiapane può inviare una mail al seguente indirizzo:

ernesto.mangiapane@libero.it

Adriana Prazio – presidente Centro Antiviolenza-Antistalking “La Nereide”,Onlus 0931 61000 – 349 7586157- sito www.lanereide.it – mail: lanereide.sr@virgilio.it

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