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L'Unità d'Italia.

L'Unità d'Italia.

L'importanza dell'Unità d'Italia ora e allora, il percorso per arrivare ad uno Stato italiano unito fisicamente. Il valore della Stato, la sua unità ed il pericolo della disgregazione. I valori da mantenere e trasmettere alle future generazi

Mercoledi, 11/05/2011 - Celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia è importante… specialmente nel momento particolare che stiamo vivendo, dove si mette in gioco la centralità dello Stato investendo in autonomie varie, dove si da’ molta importanza alle etnie, alle origini diverse, alla posizione geografica delle regioni dimenticando i principi fondanti dell’Unità d’Italia. Infatti 150 anni fa e per molti anni prima ancora tanti patrioti sono morti in nome e per conto di un’idea, di un ideale: “l’unità politica dei vari popoli presenti sulla penisola italiana in modo da formare un unico stato”, una sola Nazione, l’Italia appunto! La storia insegna che una nazione nasce e si forma o con annessione volontaria di vari popoli spinti da ideali comuni oppure col sangue, dopo guerre cruente ed innumerevoli battaglie. La nostra nazione ha conosciuto tutte e due le realtà, in particolare, ha avuto una serie di battaglie, varie guerre di indipendenza e di liberazione precedute da moti e rivolte soffocati nel sangue.

Grazie alla voglia di espansione del Regno di Sardegna ed alla lungimiranza di alcuni politici, in particolare, il Conte Camillo Benso di Cavour, eccellente diplomatico che ha saputo tessere la giusta tela di alleanze per essere pronto ad approfittare dell’occasione giusta, si sono verificate la liberazione del Lombardo-Veneto dall’Austria, l’annessione di varie regioni centrali sottratte allo Stato Pontificio o annesse liberamente e poi la conquista della parte meridionale della penisola, il Regno delle Due Sicilie, a discapito della dinastia dei Borboni. Conquista avvenuta grazie alle indubbie capacità di condottiero di Giuseppe Garibaldi “l’eroe dei due mondi” che partito da Quartu con un gruppo di coraggiosi sbarcò a Marsala e da lì incominciò una cavalcata vittoriosa risalendo la penisola di vittoria in vittoria fino al famoso incontro di Teano in cui consegnò a Vittorio Emanuele II le terre e i popoli conquistati. Da allora nacque il difficile problema dell’amalgama tra popolazioni con culture, usi e costumi diversi, idiomi linguistici talvolta incomprensibili tra loro. All’inizio si cercò con la forza di imporre la lingua italiana, le nuove tasse. La legislazione del Regno sabaudo fù estesa a tutto il nuovo Regno d’Italia e talune regioni si ribellarono perché fu tolta loro l’autonomia e furono imposte con la forza le nuove leggi dello Stato Italiano.

Sicuramente, dopo la conquista dello Stato Pontificio e lo spostamento della capitale a Roma, l’evento tragico che cimentò tutti gli italiani, dalle Alpi alla Sicilia, fu la prima guerra mondiale dove si ritrovarono a combattere ed a morire, per un ideale comune, giovani uomini provenienti dalle varie regioni italiane che, talvolta, a malapena si capivano nel linguaggio parlato ma sicuramente si comprendevano con il cuore e con la mente. Dopo l’esperienza del ventennio e la seconda guerra mondiale ci siamo ritrovati un’Italia povera e malconcia nella sostanza ma con tanta voglia di reagire, di migliorarsi, di investire in un futuro migliore ed ecco il boom economico che ci ha fatto diventare una potenza industriale, che ha spostato le masse lavoratrici dal sud agricolo al nord industriale. Questa massa di persone del centro-sud che si sono spostate nelle regioni del nord, portando con loro usi e costumi propri, non ha fatto altro che arricchire la cultura di quelle regioni settentrionali anche se all’inizio ci sono stati dei problemi di integrazione, viste le diversità, ma poi tutto si è superato con le generazioni giovani che si sono radicate prontamente sul territorio.

In conclusione, adesso che viviamo periodi difficili in famiglia, nella scuola, nel mondo del lavoro non dobbiamo dimenticare il passato, per vivere bene il presente e programmare un futuro migliore per i nostri figli. Noi, generazioni adulte, abbiamo il dovere, oltre che il compito, di consegnare ai giovani un mondo migliore, una società più giusta, la possibilità di lavoro per tutti, per poter formare nuove famiglie, per poter vivere decorosamente, con dignità, come peraltro sancito dalla nostra Costituzione. Ognuno di noi si deve impegnare nella società, deve dare il meglio di se stesso, come fecero i garibaldini, i tanti giovani morti per liberare l’Italia dagli oppressori, tutti i lavoratori che hanno contribuito a far crescere questa Nazione insomma ”uniti si cresce” e noi dobbiamo crescere per l’Italia e per noi stessi.

Viva il popolo italiano!! Viva l’Italia!!

Vetralla,16 marzo 2011

Elio RONCELLA

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