Recensioni amatoriali da un punto di vista di genere
Mercoledi, 26/12/2018 - Non mi è piaciuto affatto questo ritorno di Mary Poppins. Proprio no. Senza senso dall'inizio alla fine. Cerco di articolare meglio il fastidio che ho provato: Mary Poppins nel '64 qualcosa da dire ce l'aveva, anzi parecchio a cominciare dalla protagonista forte, assertiva e spiralitosa portatrice di una pedagogia non convenzionale basata su una sorta di pensiero divergente (del '50 l'articolo "Creativity" di J.P. Guilford pubblicato su American Psychologist). Verissimo, non mancavano macroscopici stereotipi e clichè come l' imbarazzante personaggio della sig.ra Banks che ridicolizza le suffragette e la loro causa[1]. Era un film con sue peculiarità, che trovava una propria identità forte proprio nella miscela tra bizzarria e luoghi comuni, il tutto interpretato perfettamente[2] e con una colonna sonora letteralmente da oscar[3][4].
La colonna sonora non appassiona; melodie, ritmi, coreografie e siparietti ripresi a mo' di standard. Anche qui l'effetto replica mi ha fatto alzare gli occhi al cielo più volte. Ancor più perplessa mi ha lasciata la scena dedicata a Topsy, la strana parente di Mary Poppins interpretata da Meryl Streep, qui si fa sentire l'inconsistenza dell'operazione in tutta la potenza della produzione Disney: attrice bravissima che fa la sua parte, peccato che la caratterizzazione è esteticamente identica a Medusa[5], con le uniche differenze di essere in carne ed ossa e buona, al contrario della favolosa villain di Bianca e Bernie. Ho pensato tutto il tempo «ma davvero le stanno facendo fare questo?!» Sic. Ammetto che ho fatto fatica a rimanere in sala.
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