A proposito dei 32 mila uomini del gruppo social . . . .
Sulla piattaforma TikToc sono reperibili i ‘commenti motivazionali’ degli uomini che si sono candidati per il primo e per il secondo round: il clima dominante delle esternazioni è permeato dal forte entusiasmo dovuto al far parte di un’impresa così speciale. Philips, in una delle dirette rievocative della prima sfida, sì è premurata di scusarsi per non aver potuto fare la doccia tra un uomo e l’altro: avrebbe perso tempo prezioso e rischiato di non portare a termine il compito.
Ovviamente ci sarà chi sottolinea la libera scelta da parte di Philips come imprenditrice digitale (che accanto al termine ormai inflazionato di influencer è la nuova frontiera dell’occupazione per le giovanissime generazioni) nel mettere a disposizione gratuitamente il suo corpo per restare in vetta sulla piattaforma, gravata da un livello di concorrenza eccezionale.
Ciò che però a me interessa maggiormente è volgere lo sguardo sui 100, 1000 e 32 mila uomini che scelgono altrettanto liberamente di mettersi in fila per avere un rapporto sessuale in stile catena di montaggio nel primo caso (è quello che succede, però a pagamento, nei bordelli legali o meno in tutto il mondo) o nel secondo caso che scelgono di scambiarsi come bambini con le figurine le foto rubate delle congiunte, o, parenti a loro insaputa. Già nel 2013 Il ricciocornoschiattoso aveva denunciato l’esistenza di un sito di ‘recensioni’ di bordelli a livello mondiale, in cui uomini, quasi tutto sposati e fidanzati, si scambiavamo consigli sui migliori luoghi dove trovare donne, (anche minorenni), alla stregua di ristoranti o b&b.
Nonostante le differenze tra i 100, forse i 1000, i milioni di clienti dei bordelli rispetto ai 32 mila del gruppo social io vedo una costante: sono tutti uomini che avrebbero potuto dire no, io non lo faccio, e non l’hanno fatto. Nel primo caso, quello della sfida, immagino perché si trattava (miracolo!) di ‘sesso’ gratis, e nel secondo perché la religione del ‘fattela una risata’ (dando di gomito virtualmente commentando la veduta inguinale della fidanzata/moglie/sorella/(figlia?) è diventata un imperativo morale per ribadire a sè stessi e agli altri la propria virilità. Essere un vero uomo, ancora oggi nel 2025, discende dall’asseverare i mantra inossidabili del Tutte le donne sono puttane, tranne mia madre e mia sorella: il gruppo di recente chiuso su facebook, (tanto lo si riapre altrove, tranquilli) si chiamava Mia moglie, con un accento su quel ‘mia’ che dice molto.
Mantra scolpiti nelle profondità dei codici educativi della contemporaneità, seguiti da chi dice donna dice danno, auguri e figli maschi, donna al volante pericolo costante e similia, che i ragazzini imparano dai maggiori della famiglia, a scuola, dalle serie tv. Porca troia, figlio/a di puttana e derivati sono ormai interiezioni e punteggiature normalizzate nel linguaggio dei bambini: fate un giro tra le serie più seguite nella fascia adolescenti e ne avrete la prova. A 9, 10 anni si usano tranquillamente queste espressioni, con blande obiezioni,e si sa che i piccoli imparano in fretta: la serie Adolescence lo ha detto forte e chiaro. Se le donne ad ogni età sono pezzi di carne, e definite come sopra, sarà molto facile che i ragazzi trovino normale fare foto o video ‘birichini’ da scambiare con altri maschi per sentirsi dentro una comunità giusta, protettiva e solidale. Siamo sempre lì: insegnare alle ragazze a come non farsi rubare le immagini e i video è importante, ma insegnare ai ragazzi che i video non si condividono perché altrimenti (oltre a compiere un reato) sei un essere miserevole e ripugnante è vitale.
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