festival “PICCOLE CHIMERE” - quarta edizione - “IL CORPO DEL REATO” storie e idee delle donne sulle donne
MAYA – Quattro cortometraggi di Maya Deren, pioniera del cinema d’avanguardia degli anni ’40 e ’50, con le musiche eseguite dal vivo
Martedi, 12/04/2011 - L'ultimo appuntamento con il festival "Piccole chimere 2011", organizzato dal circolo Arci "Pixelle" di Padova è per la sera di giovedì 14 aprile, dalle 21.30, al circolo Fahrenheit 451 in via Tommaseo 96 (ingresso gratuito, anche senza tessera Arci). Protagonista sarà Maya Deren, pioniera del cinema d'avanguardia degli anni '40 e '40, con quattro suoi cortometraggi musicati dal vivo da Alberto Polese e Alessandro Fedrigo. Durante la serata verranno presentate dal Cuc le prossime giornate di cinema e cultura omosessuale.
Bella e dannata, ballerina e cineasta, una vita per l’arte, Maya Deren è stata una straordinaria figura femminile. Socialista, femminista, non corrotta dalle convenzioni. Una donna decisamente fuori dagli schemi in anni in cui non era facile per una donna trovare un proprio spazio ed elaborare una propria poetica. I suoi film sono spesso un elogio della femminilità e della sensualità . La sua opera ha influenzato enormemente il cinema underground americano degli anni a venire, da Stan Brakhage (che fu suo allievo) a David Lynch.
Maya Deren (1917/1961) è nata in Ucraina in una famiglia ebrea pochi mesi prima della rivoluzione d'Ottobre. Figlia di uno psichiatra di simpatie trotskijste, nel 1922 emigra con la famiglia negli Stati Uniti dove studia studia giornalismo e scienze politiche. Laureata in Lingua Inglese, frequenta gli ambienti socialisti newyorkesi, sviluppando le forti convinzioni femministe che ritroviamo anche nelle sue opere. Sposa un attivista di sinistra, ma il matrimonio non dura. Entra in contatto con il gruppo di danza della ballerina e antropologa afroamericana Katherine Dunham. Sposa poi il regista Alexander Hammide con il quale dirige il film "Meshes Of The Afternoon" (1942), un piccolo capolavoro che descrive con uno stile onirico il suicidio di una giovane donna, interpretata da lei stessa. Con i suoi film successivi, spesso legati al mondo della danza e fortementi influenzati dal surrealismo e dalla psicanalisi, Maya Deren si impone come esponente di punta del cinema d'avanguardia americano. In seguito si trasferisce ad Haiti, dove studia i riti voodoo, e realizza il documentario "The Divine horseman: The Living Gods of Haiti" (1953), che diventa anche un libro. Tornata a New York, Maya Deren conduce una vita assai precaria, continuando i suoi studi sul voodoo e sulla danza. Sposa il ballerino giapponese Teiji Ito, di diciott'anni più giovane, ma solo un anno dopo (nel 1961) muore per un'emorragia cerebrale, causata probabilmente dal grave stato di debilitazione dovuto alle ristrettezze economiche, alla denutrizione e alla dipendenza da psicofarmaci ed anfetamine.
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