Venerdi, 11/03/2011 - Si è scritto molto sull'otto marzo.
Se ne parla parecchio, ma a me pare una cosa diversa in realtà... che ci sia un declino?
Il 13 febbraio è stata una bella esperienza, ma è sufficiente? E, comunque, cerchiamo di non confonderci... donne di esperienze diverse si accomunano su alcuni aspetti di questa vicenda, ma non tutto... le differenze a volte sono 'pesanti' e si vedono.
Ieri sera, per esempio, a Ballarò, tutto il ruolo della Brambilla era la difesa sperticata di un uomo: ma che idea hanno di se stesse queste persone che di fronte all'evidenza invece di porre altre questioni e in maniera decisamente un pochino più dignitosa per se stesse e per il proprio genere si limitano a difendere l'indifendibile?
Che credibilità possono avere davanti all'intera società femminile, eppure sono le cultrici dell'immagine... e ieri era l'otto marzo.
Donne di cultura e femministe di altri tempi, rivendicano... anzi rivendichiamo questa importante data... ma le nuove generazioni? a me pare a volte il contrario, a me pare che in realtà ci siamo fatte togliere l'otto marzo, come anche il resto, da una ventata di 'pseudo femminilità' che nulla ha a che farre con i movimenti emancipatori.
E' vero che spesso si è fatto l'errore di rifiutare la femminilità, credendo di essere giudicate per noi stesse, non è stato così... il meccanismo commerciale e di 'immagine' ne ha approfittato per regalare questa 'festa', per noi particolare, all'economia e al basso e mero rivendicazionismo di 'giornata'.
Ora credo che si debba guardare in avanti e dire che l'otto marzo è la festa internazionale delle donne nel vero senso della parola e che, quindi, dovrebbe averne tutte le caratteristiche.
Che divenga festa dal lavoro e giornata (per chi lo vuole, e noi facciamo proseliti per questo) dedicata all'impegno organizzando un pululare di iniziative che si svolgano durante l'arco della giornata stessa, non semplicemente qualche manifestazione sporadica per quelle di noi che, sebbene stanche dal lavoro di ufficio o negozio o quant'altro, si trovano a partecipare per convinzione e voglia di andare avanti, visto che il ricambio - quello vero - tarda ad arrivare... se non nelle sfilate di moda... e noi siamo sempre più stanche di lottare per la generazione passata, per la nostra e per quella futura.
Io, come tante, non voglio demordere... ma mi piacerebbe vedere che con noi ci sono anche quelle che saranno il futuro più lontano... che ci sia una 'garanzia di proseguimento' e non che tutto finisce quando 'noi' finiamo... che tristezza.
Per non parlare delle nostre care 'elette' che ovviamente organizzano le cose migliori la mattina: tutte a beneficio di loro stesse, delle casalinghe o di quante decidono di prendersi un giorno di ferie... siamo lontane da quello che da sempre ci proponiamo.
Forse non sarebbe il caso di rivedere anche noi qualche cosa?
Mirare in alto, per esempio... e chiedere che l'otto marzo sia veramente un giorno di festa per le donne... e non essere sempre succubi di chi, da ambo i sessi purtroppo, sostiene che allora ci deve essere anche la giornata per l'uomo...
Allora - dico - si partorisca tutti e due, si facciano nove mesi di 'vera' gravidanza tutti e due... dopo di che parliamo di 'autentica parità'.
Lo sapete che è una bellissima esperienza, ma che sfibra parecchio... debilita a lungo il corpo della donna e a volte, purtroppo, anche la psiche... e chi non ha mai partorito vive, ed ha comunque vissuto tutte le altre difficoltà che ci sono sin dall'infanzia.
Non perchè ho voglia di regalare agli uomini la maternità... semplicemente perchè lo sfruttamento sia alla pari.
In fine, per scherzare e calare la tensione: bunga bunga per l'uomo oggetto... non acquisto una macchina se non c'è un uomo discinto che la pubblicizza... voglio un uomo nudo che pubblicizza un detersivo....
Cerchiamo di non essere ridicoli... personalmente mi sarei stancata
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