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Per i diritti delle donne

Per i diritti delle donne

Intervista ad Heidi Meinzolt

Lunedi, 12/12/2011 - Heidi Meinzolt, membro della WILPF in Germania, è una coordinatrice europea della WILPF, e parte del Consiglio di donne per la sicurezza, migrazione e diritti umani.

Impegnata attivamente per i diritti delle donne, ha raccontato in quest’intervista i problemi dei quali si occupa e le sue idee in proposito.



Quali sono gli obiettivi futuri per la sicurezza delle donne, la migrazione e i diritti umani?




Il primo problema è già nel vocabolario, il solo dover ancora parlare di sicurezza è in sé un problema. Vivere sicuri vuol dire anche vivere senza una violenza diretta, poter avere accesso a diritti come una rappresentanza uguale, una retribuzione uguale, accesso ad una vita in cui puoi combinare tutte le tue aspettative, ed avere il tuo spazio nella società.

Ad esempio, anche relativamente alla parità retributiva, noi in Germania abbiamo lo stesso un divario tra poveri e ricchi, aumenta la forbice, la povertà. Da noi anche retribuzione per lo stesso lavoro è ancora diversa, non è legale certo ma nella realtà è così.



Cosa pensa del diritto d’asilo per le donne e le bambine che hanno subito o che rischiano la pratica della mutilazione genitale femminile?



Penso che sia importantissimo. Una politica di equiparazione delle pratiche di “non accoglienza” a livello europeo è molto pericolosa. Soprattutto manca il diritto individuale che garantisca di poter scegliere dove vivere. C’è un diritto che riguarda quelli che contribuiscono all’economia, la cosiddetta forza lavoro. Adesso, infatti, facciamo entrare coloro i quali ci sono necessari ma poi le barriere per tutti gli altri sono sempre più alte.

In tal modo mandiamo le forze armate nei loro paesi ma poi non prendiamo i loro rifugiati, non possiamo creare dei problemi e poi non pagarne le conseguenze. L’unica soluzione che sappiamo fornire è quella di alzare le barriere nel mediterraneo.



Questa barriera è motivata anche dalla paura dello straniero?



Ci fanno credere che queste iniziative servano per darci più sicurezza, protezione, e invece è esattamente il contrario, contrario all’umanità, tutto quello che vale in merito ai diritti umani, soprattutto delle donne. Ci chiudiamo sempre di più nei nostri paesi dove, tra l’altro, ci sono comunque molte persone che avrebbero bisogno di aiuto.

Vediamo una crisi generale dell’Europa, e dove si risparmia? Sul sociale, sulla formazione e sull’educazione. Tutto ciò riguarda molto spesso le donne. Ad esempio si spende meno per le misure antiviolenza. Se vediamo quello che c’è già in Grecia, molte donne in strada perché hanno perso lavoro, strutture, ed è terribile, e si prepara anche per altri paesi.

Come nei paesi arabi, ad esempio ho parlato di recente con una tunisina la quale adesso ha problemi a circolare senza velo in strada.



Le donne migranti rispetto all’uomo vive più problematiche? Cosa si può fare?



Vivono senz’altro più problematiche perché c’è tutta la complessità della vita intorno a queste donne che migrano, la protezione dei loro figli o i contatti sociali. Spesso gli uomini cercano un futuro migliore ma legato solo al trovare un lavoro, all’avere dei soldi. Tutto il resto che ruota intorno e che contribuisce ad una vita è affidato alle donne, ed è necessario per far funzionare la società. Inoltre credo che questa emarginazione dalla rete sociale aumenti il pericolo di violenze sia fuori che dentro casa.

La migrazione, nella sua complessità, dovrebbe essere affrontata dal punto di vista dei diritti umani. Sarebbe poi assolutamente necessaria una maggiore apertura: quelli che vogliono/devono migrare, devono essere accettati/e anche se c’è soltanto una migrazione parziale, poiché a volte vogliono ritornare nel loro paese. A ciò si aggiunge lo sfruttamento perpetrato dai paesi del Nord Europa nei loro paesi, che, indebolendone l’economia, li forza ed emigrare. Andiamo ad accaparrarci territorio, per aiutare l’economia europea, e così loro perdono la possibilità di vivere, di avere accesso all’acqua pulita, all’alimentazione e ad una rappresentanza. Sfruttiamo il territorio ma poi non diamo loro nulla in cambio. Deve funzionare in modo reciproco: lasciare entrare e provare a vivere insieme non sfruttando, una cooperazione di questo tipo è fondamentale.



Piera Francesca Mastantuono

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