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Per l'Europa: allerta donne

Per l'Europa: allerta donne

L'Europa è una questione che ci riguarda, come donne e come femministe. La riunione dei Capi di Stato e di Governo europei del prossimo 18 ottobre ci riguarda

Martedi, 02/10/2018 - In tutti i paesi europei l'elettorato femminile è anagraficamente maggioritario. In tutte le istituzioni - esclusi i partiti - nostre amiche hanno lavorato per noi: il Parlamento europeo, il Consiglio d'Europa, tutte le Agenzie hanno prodotto cose interessanti sui diritti femminili, ma nemmeno le donne lo sanno e, in particolare, le donne autorevoli, almeno all'interno dell'associazionismo di genere, se ne occupano. L'EUROPA CI RIGUARDA COME DONNE E COME FEMMINISTE.
In primo luogo, anche se con tutta la buona volontà non possiamo sentirci cittadine di pieno diritto, dobbiamo renderci conto che per quella parte - ed è tantissima - che lasciamo in mano ai maschi, abbiamo interesse a non farci del male.
“Per i nostri figli", come dicono anche le donne di destra. Soprattutto perché NON SIAMO RESIDUALI, come mostra il contrattacco che reagisce contro il me#too - che ha colpito parti vulnerabili del maschile - e ha il coraggio di dire che maschi e femmine non hanno lo stesso cervello (e chi giudica la qualità delle differenza la definisce, anche tacitamente, inferiore); a Stoccolma salta la sezione "letteratura" per un storia sesso/soldi, ma resta l'aritmetica dei 48 premi femminili contro gli 892 maschili; e al Cern un fisico italiano ha sostenuto ieri che "la fisica è stata inventata e costruita dagli uomini e non è su inviti" a causa delle discriminazioni di genere.
Se le donne si riducono a fare notizia dalle pagine folcloristiche della stampa e dal turpiloquio dei social, significa che si fanno coinvolgere dai cascami del sistema che non cambia e che si palesa nella costanza dei femminicidi.
Non cambierà se proprio le donne che possono fare diversa la maggioranza puntano in alto, anche se pensano - il masochismo di sempre - che non cambierà in meglio per loro.
Potrebbe cambiare in peggio se il giudizio sulla famiglia sarà per tutte quello del ministro italiano o, dio non voglia, della ministra austriaca Juliane Bogner-Strauss "per le donne, la famiglia i giovani" che non conosco, ma di cui mi insospettisce la partecipazione, anche se è una novellina della politica, al dibattito che farà seguito alla riunione dei Capi di Stato e di Governo europei del prossimo 18 ottobre.
Bisogna seguire questi eventi, mediatici solo per l’uomo, che ci riguardano ed estendere l'informazione: IL 26 MAGGIO E' TRA 7 MESI.....
Massimo Cacciari ha lanciato un appello perché tutti, a loro misura, contribuiscano a sostenere il voto europeo: blog, proclami, email vanno diffusi al massimo con la preghiera a chi riceve che, se condivide, invii ai propri indirizzari. Dobbiamo lanciare una serie di messaggi anche noi, che partano dalla resistenza femminile a difesa dei propri (e altrui) diritti.


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