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'Per un Paese normale'

'Per un Paese normale'

Dall’appello online 'PER UN PAESE NORMALE' al presidio del popolo viola di fronte a Montecitorio.

Martedi, 09/11/2010 - L’appello online raggiunge più di 1000 adesioni di intellettuali, giornalisti, blogger e esponenti della società civile. L’appello recita tra l’altro: "Che la situazione italiana sia arrivata ai suoi livelli più bassi se ne sono accorti – finalmente! – anche i suoi ex alleati politici ed il maggiore partito di opposizione. E’ arrivato il momento di fermare questa spirale di degrado e malcostume in cui il Premier ci ha trascinati, e manifestare tutti insieme, cittadini, forze politiche e movimenti della società civile, il nostro dissenso e la nostra indignazione."

Con queste parole i viola chiedono che “i parlamentari di ogni partito di centrodestra e centrosinistra si accordino per una mozione di sfiducia contro Silvio Berlusconi. Le parole sono troppe, ora occorre passare ai fatti”!

Contemporaneamente all'iniziativa di Roma si svolgono mobilitazioni anche in altre città:

Milano, Catania, Parma, Massa Carrara, Trieste, Salerno, Alessandria, Trento, Cagliari, Bolzano.

Al di là degli slogan cantati a squarciagola insieme agli esponenti dell’Italia dei Valori e a qualche simpatizzante PD, quali: “sfiduciamolo-sfiduciatelo, meglio froci che mafiosi, bunga bunga ballo con La Russa, fuori la mafia dallo Stato, la Costituzione non si tocca la difenderemo con la lotta”, di fronte alle TV, Gianfranco Mascia ricorda: "Se vogliamo, possiamo”. E’ il grido emblematico contro l’indifferenza, contro le semplificazioni, contro le riserve di chi occupa poltrone ancora troppo comode. Troppo comodo, infatti, sperare in un nuova coscienza rappresentata soltanto da chi, anche per noi, ha la forza di passare dal pensiero all’azione attraverso una carica inesauribile di sentimento. L’idealità è ancora rimasta ai giovani che lottano, che sognano un Paese normale…

La strada per arrivarci è lunga e irta di ostacoli, come è impervio il cammino per ritrovare la normalità, il rispetto per le donne. Una domanda emersa da un militante dei viola è come liberarci anche dei vassalli, di tutti coloro che servono acriticamente il potere. Difficile, come doloroso sarà svegliare la coscienza di chi vuole ancora dormire, di chi preferisce la logica della paranoia, dell’onnipotenza, del narcisismo, della devianza, a quella di un sano pensiero. Il pensiero richiede uno slancio volitivo, un senso morale della vita, e ci si chiede se basterà una bandiera viola ben sventolata a svegliare le anime dormienti, a infrangere le barriere comunicative. I media potrebbero anche fare molto di più per sostenere la buona causa, quel viaggio verso la “norma”, ma quando si parla di media ci ritroviamo di fronte al conflitto di interesse e non solo. Già Pier Paolo Pasolini ci metteva in guardia dai danni che avrebbe potuto causare, ad esempio, la TV. Poi la realtà ha superato ogni previsione avvelenando l’anima di popolo, prostrandola a livelli scarsi di discernimento, come colpita da una potente epidemia “anti-Io”, una sorta di contagio collettivo contro coscienza, molto più grave del mancato differimento di una persona o di una classe disturbata.

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