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Roma / Riprende il Festival Liber-azioni. Libere di essere, amare, scegliere

Mercoledì 10 settembre presso la Casa internazionale delle donne l'Associazione culturale Lesconfinate organizza la proiezione del film 'What we fight for'

Riprende il Festival Liber-azioni. Libere di essere, amare, scegliere
Giardino della Magnolia. Casa internazionale delle donne

Afghanistan //  Iran 

Mercoledi 10 settembre ore 21 proiezione What we fight for documentario su tre donne fuggite dall’Iran e dall’Afghanistan.  Saranno presenti via zoom le registe e le protagoniste del film e Alessia Ghiraldo  in rappresentanza di Cisda (Coordinamento italiano sostegno donne afghane). Tra i temi, la lotta contro l’apartheid di genere e per il suo riconoscimento come crimine contro l’umanità. Evento organizzato dall’associazione culturale Lesconfinate           

What we fight for parla di tre donne: due sorelle fuggite dall’Iran degli Ayatollah, Eli e Sude Fazlollah, e una ragazza, Nahid Akbari, costretta ancora adolescente a lasciare l’Afghanistan con la sua famiglia. Tutte tre hanno subito ogni sorta di ingiustizia, Nahid è passata attraverso una rotta infernale in cui la sua casa più “accogliente” sono stati i boschi, vendendo respinta così tante volte da credere che lei e la sua famiglia non ce l’avrebbero mai fatta.

Eli e Sude hanno lasciato un paese che amano perché lui non ama loro, o meglio, chi lo controlla odia la propria gente che vuole essere libera. Nel suo percorso, passato per la Grecia dove attualmente si trova, Eli è stata vittima di violenza persino da parte di chi aveva promesso di aiutarla.

La storia raccontata nel documentario di Sara Del Dot e Carlotta Marrucci  parla però anche di desideri su chi essere da grande, di giovani donne geniali, di quanto è stupido e crudele negare alle persone il diritto di muoversi ed essere accolte non solo come “rifugiate”, ma, appunto, come persone con le proprie battaglie personali e le proprie aspirazioni. Con affetti e luoghi d’infanzia lasciati alle spalle forse per sempre.

Eli, Sude e Nahid sono anche delle attiviste. Eli e Sude manifestano per i diritti delle donne e del popolo iraniano, tanto che Eli è diventata un volto noto delle proteste dopo l’uccisione di Mahsa Amini ed è apparsa su media internazionali. Nahid si è avvicinata al movimento per il clima e parla con lucidità del legame tra i diritti violati delle persone e la distruzione dell’ambiente a cui tutti stiamo in qualche modo partecipando.
Tutte tre sono creative e piene di talento, Eli e Sude, per esempio, lavorano in uno studio in cui insegnano ad altri ragazzi e ragazze come usare una camera, realizzare contenuti digitali, costruire reportage.


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