Mercoledì 29 ottobre l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici organizza la presentazione
Mercoledì 29 ottobre alle ore 17:30 l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici organizza la presentazione di 'Scritture segrete' , il libro di Dacia Maraini (Rizzoli)In Istituto Filosofico nel Palazzo del ‘700 napoletano Serra di Cassano il 29 ottobre ore 17,30 come ogni anno la presenza di Dacia Maraini ed il suo Libro “Scritture segrete” Ed. Rizzoli, intervistata dalla filosofa e scrittrice Esther Basile. Analisi e percorsi di scrittrici dal 39 A.C. alla contemporaneità, attraversando le mistiche.
In tutte le epoche vi sono state personalità femminili che, prescindendo dalla relazione degli opposti, hanno vissuto e rappresentato il mondo secondo una prospettiva del tutto personale, il cui punto di partenza è la propria esistenza. Donne che invece di negare, rifiutare o escludere il corpo lo hanno rivalorizzato, amato e rispettato. Molte di esse sono rimaste nell’ombra dell’anonimato, lontano dalla società e nell’utilizzare la parola hanno percepito una nuova verità non solo individuale, ma anche sociale. Dacia Maraini ce le racconta, disegnando attraverso le loro storie e le loro parole una mappa luminosa e appassionata delle scrittrici che hanno abitato la sua immaginazione, che ha amato, studiato o incontrato: dalle mistiche alle cortigiane, dalle monache disobbedienti alle rivoluzionarie, passando per le romanziere dell’Ottocento, le teoriche del femminismo novecentesco e le vincitrici di Premi Nobel. Un viaggio inaspettato e intimo che attraversa e reinterpreta la storia della letteratura, da Vibia Perpetua a Michela Murgia, intrecciandola alle vite ordinarie o straordinarie delle donne che hanno fatto della scrittura uno strumento di libertà, cambiando il nostro modo di guardare il mondo.
Altre non hanno avuto timore di uscire allo scoperto. Di fondamentale importanza sono alcune figure di spicco della letteratura ispano-americana, come la messicana Suor JuanaInés de la Cruz (1648-1695), la cubana Gertrudis Gómez de Avellaneda (1814-1873) che inaugura il romanzo indianista e la narrativa in difesa dei neri, la peruviana Clorinda Matto de Turner (1854-1909) che si batte con accenti di vigorosa protesta per porre fine alla disumana situazione dell’indio, dando l’abbrivo al filone del romanzo indigenista.
Queste donne – alle quali se ne aggiungono altre in Europa come ad esempio, in tempi diversi, vorrei sottolineare da intervistatrice prima Chiara d’Assisi, Teresa d’Avila, Virginia Woolf o la filosofa María Zambrano - che hanno deciso di raccontarsi in termini originali si possono considerare, parafrasando María Milagros Rivera Garretas, degenerate, nel senso di senza genere, poiché si esprimono al di fuori dei limiti e dei canoni dell’ordine simbolico patriarcale.
Esse sono riuscite a nominare il mondo cercando dentro di sé, nel loro volere essere al femminile, i criteri della dicibilità. In fondo è questa l’unica soluzione possibile, in quanto per trovare l’equilibrio psico-fisico, lo spazio vitale all’interno di un ordine simbolico ben costituito, è necessario attuare una ricerca personale di senso, ricongiungendo ciò che è stato diviso: cultura e natura, ragione e vita.
Ester Basile
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