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Silvia Stucky e Marie-Eve Gardère, "Il corpo pensato" alla Casa della Memoria e del

Silvia Stucky e Marie-Eve Gardère, "Il corpo pensato" alla Casa della Memoria e del

Il 21 ottobre 2009 intervento di Silvia Stucky e Marie-Eve Gardère nell'ambito della terza edizione di “Testi e Testimoni. Incontri per riscoprire libri e storie”

Domenica, 18/10/2009 - La Casa della Memoria e della Storia di Roma (via San Francesco di Sales 5, www.casadellamemoria.culturaroma.it ) presenta quest'anno la terza edizione di “Testi e Testimoni. Incontri per riscoprire libri e storie”. Il ciclo comprende dodici serate (fino al 31 marzo 2010) per rileggere testi letterari che affrontano momenti importanti della storia d’Italia, per ascoltare le testimonianze di personaggi che hanno contribuito e partecipato ai fatti in prima persona, e per scoprire e riscoprire documentari e video dalla straordinaria potenza narrativa.

Il terzo appuntamento, mercoledì 21 ottobre 2009 dalle ore 18, prevede la proiezione di tre video dell'artista romana Silvia Stucky: "Le jardin intérieur" (2007), "Haiku" (2008) e "Come l’acqua che scorre" (2008). La relazione tra i video e il tema della rassegna sarà discussa da Marie-Eve Gardère, presidente della LICRA Italia (Lega Internazionale Contro il Razzismo e l’Antisemitismo).

L’opera di Silvia Stucky è attenta ai temi dell’interculturalità e della memoria. La pratica dell’artista – che comprende il video accanto a opere fotografiche e dipinti – segue con attenzione, rispetto e apertura elementi della natura e delle diverse culture del mondo. Facendosi percorso di comprensione che esclude ogni forma di sopraffazione sull’altro, implica un atteggiamento etico e sociale profondamente a favore della pace.

Come scrive Marie Eve Gardère, «L’opera di Silvia non è una descrizione o un’eloquenza, è una inflessione. Lei è dal lato della qualità di ciò che è giusto, esatto, preciso, come deve essere.

Le immagini di Silvia Stucky parlano di un’affinità che esiste, un legame intimo e familiare, parlano di umanità. La sua opera è ciò che nella trasformazione permane unito, un ponte fra mente e cuore, all’opposto dell’ideologia nazista di purezza, delimitazione e conchiusione».

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