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STANLEY DONEN, l'ultimo dei grandi della Golden Hollywood ci ha lasciato di M.Cristina Nascosi Sandr

STANLEY DONEN, l'ultimo dei grandi della Golden Hollywood ci ha lasciato di M.Cristina Nascosi Sandr

STANLEY DONEN, uomo di cinema che amava (e valorizzava) le donne, in ispecie l'ultima della sua vita, in ordine di tempo, la grande ELAINE MAY

Domenica, 24/02/2019 - Da alcune ore Stanley Donen, coreografo, ma cineasta, in realtà, a tutto tondo, ha raggiunto l'Olimpo dei grandi di Hollywood.

Ho pensato di scrivere alcune righe su di lui di commiato, perché ho avuto il grande privilegio di vederlo alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, anni fa, nel 2004, l'anno in cui gli fu attribuito il Leone d'oro alla carriera e di potergli parlare, almeno per pochi indimenticabili minuti, in conferenza-stampa.

Qualche frase scambiata con la Storia, un pezzo di una Cultura, quella cinematografica che già da tempo è entrata nell'uso comune, nell'immaginario di chi può apprezzare anche la Settima Arte, oltre alle altre sei che la precedono, perché tutte ( e molto più ) le contiene.

Furono poche parole scambiate con un vero signore, un gentleman dello spettacolo che, innamorato delle donne, delle attrici che come Audrey Hepburn, Ingrid Bergman, Sofia Loren avevano interpretato i suoi film, eran per sempre rimaste nel suo raffinato ed affettuoso cuore di artista e di essere umano.
Nato nel South Carolina nel 1924, Donen si era innamorato del ballo fin da bambino ed il merito fu del mitico Fred Astaire, da lui diretto, anni dopo.
Lo vide a 9 anni, come raccontò in una intervista a Vanity Fair nel 2013, in Flying Down to Rio (Carioca).
Il re del tip tap ballava con Ginger Rogers, insieme con la bellissima Cyd Charisse, la sua partner ed alter ego per eccellenza:
" ...Ha cambiato la mia vita, quella visione. L'ho trovato semplicemente meraviglioso - ammise ".
Ma fu con Gene Kelly, amico e collega, che la sua carriera si legò a doppio filo. A New York seguì le lezioni di ballo dallo stesso maestro di Astaire. A 17 anni venne scritturato come ballerino in un musical di Broadway, Pal Joey, dove Kelly, allora giovane ed emergente, era il protagonista. Nacque un' amicizia che aiuterà le carriere di entrambi.
Fu Gene Kelly, qualche anno dopo, avendo la possibilità di realizzare da solo le coreografie del nuovo film Cover Girl, in cui era protagonista insieme con Rita Hayworth a ricordarsi di Donen ed a chiamarlo a collaborare.
Insieme nel 1949 diressero Un giorno a New York, con Gene Kelly fu co-protagonista insieme a Frank Sinatra e Jules Munshin. Fu un successo, meritando l'Oscar per la migliore colonna sonora.
Fu solo l'inizio: tre anni dopo, nel 1952, Stanley Donen e Gene Kelly diressero e curarono le coreografie di Cantando sotto la pioggia, uno dei cult-movies per eccellenza, grazie ai balletti ed alle canzoni immortali.
Indelebile rimarrà nella memoria collettiva di quelli che ormai han una certa ètà,
la scena mitica con la piroetta di Kelly intorno ad un lampione, sotto la pioggia con l'ombrello aperto, mentre canta Singin' in the Rain.
La sua carriera è costellata da altri capolavori tra i più famosi e premiati tra cui film straordinari come Seven Brides for Seven Brothers - Sette spose per sette fratelli, del 1954, Funny Face - Cenerentola a Parigi, del 1957, con le stars Fred Astaire ed Audrey Hepburn.
Sempre con la deliziosa e leggiadra Hepburn protagonista, ma nel Regno Unito dove si trasferisce negli anni '60, realizza altre due pellicole indimenticabili Charade -Sciarada, nel 1963, co-protagonista un sempre splendido ed unico Cary Grant ed un imprevedibile Walter Matthau ed una colonna sonora tra le più belle del cinema, autore il grande Henry Mancini che musica anche l'altro Two for the Road - Due per la strada, nel 1967, ancora con la Hepburn ed Albert Finney.
Appena arrivato in Inghilterra si era fatto conoscere realizzando The Grass is Greener - L'erba del vicino è sempre più verde, nel 1960, una sophisticated comedy dolce amara già con Cary Grant e l'ineffabile Deborah Kerr , ma anche un 'fuori dalle righe' e 'magnifica preda', Robert Mitchum.
Due anni prima, nel 1958, aveva girato già nella perfida Albione Indiscreet - Indiscreto, con Cary Grant ed Ingrid Bergman, una pièce teatrale trasposta in maniera mirabile in un godibilissimo film degli equivoci a 'maturo' lieto fine.
Molte le sue donne, molti i suoi amori: fu fidanzato con Judy Holliday ed Elizabeth Taylor ed 'affrontò ben cinque matrimoni.
Dal 1948 al 1951, con la ballerina Jeanne Coyne. Dal 1952 al 1959 sposa l'attrice Marion Marshall; dal 1960 al 1971 fu il marito di Adelle O'Connor Beatty; dal 1972 al 1985 fu unito con l'attrice Yvette Mimieux. Infine dal 1990 al 1994 con Pamela Braden.
Nel 1998 ha ricevuto l'Oscar alla carriera.
Poi dal 1999 alla morte è stato compagno della regista e sceneggiatrice Elaine May, anche lei un pezzo di storia hollywoodiana di grande rilievo.
Di cultura ebraica, ha applicato di sicuro molto del suo umorismo, del suo personalissimo wiz, alla sua convivenza con Donen, oltreché alle sue ottime performances di attrice - la si ricorderà con Matthau nel divertentissimo A new leaf - E' ricca, la sposo, l'ammazzo del 1971, sua anche la regia o in Small Time Crooks - Criminali da strapazzo, del 2000 di Woody Allen .

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