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STOP femminicidio. L'UDI di Catania avvia una Convenzione Permanente che contrasti la violenza di ge

STOP femminicidio. L'UDI di Catania avvia una Convenzione Permanente che contrasti la violenza di ge

La “Convenzione permanente per il contrasto alla violenza di genere” è un patto politico tra donne, che nasce il 25 gennaio 2011 in Sicilia, a Catania, aperto a tutte coloro che si riconoscono nella priorità politica del contrasto al f

Giovedi, 27/01/2011 - L’UDI di Catania propone di avviare un processo per la costituzione di una convenzione permanente che contrasti la violenza di genere.



Una convenzione che non viene meno alla responsabilità dell’individuare la PRIORITA’ politica del contrasto al femminicidio, con un’azione che prenda in considerazione tutti gli effetti del dominio maschile attuato attraverso le vie simboliche della comunicazione e della conoscenza, azioni che possano contrastare progressivamente le forme di violenza che attanagliano la vita, la libertà, la dignità del nostro genere.



Una Convenzione capace di dispiegare e articolare le pratiche che possano rendere effettiva e consueta la parità fra donne e uomini in tutti i campi di pensiero e azione e a tutti i livelli.



Una convenzione che renderemo visibile, comprensibile e utilizzabile dalle donne che subiscono violenza.



Questo è il passaggio politico che oggi l’UDI di Catania promuove nella convinzione che non sia più procrastinabile ricercare e organizzare un pensiero corporeo o se volete quotidiano del femminismo.



A questo passaggio politico sono legate importanti possibilità per “STOP Femminicidio” e per la politica in generale.



PERCHE'L'UDI DI CATANIA



Il proposito è di dare vita a un disegno di riforma della politica, del quale l’esigenza è addirittura impellente. Per proporre e promuovere la Convenzione l’UDI di Catania è privilegiata dalla propria storia e pratica politica, dal momento che fin dal XII congresso abbiamo assunto come forma del nostro agire politico, in risposta alla sfida della complessità, la proposta formulata dentro l’UDI da Lidia Menapace di praticare la “gestione politica delle differenze, anche quelle teoricamente non componibili”.



Questo pare a noi un punto importante della riflessione femminista pienamente politica: infatti gestire politicamente le differenze è il metodo/contenuto che consente di affrontare la complessità tra noi donne, le differenze che non vogliamo certo “omogeneizzare” in nome della differenza, né governare unitariamente alla maniera della vecchia politica delle coalizioni o delle egemonie.

Questa pratica inoltre si rivela utile a tutte le forme politiche, se non si vuole invece imboccare la strada pericolosissima della “riduzione della complessità” che porta però diritta alla riduzione della libertà e della democrazia.



Applicando non più solo all’UDI, ma a tutto il movimento delle donne nelle sue vastissime forme organizzative, pratiche politiche, e contenuti, la gestione politica delle differenze, proponiamo una Convenzione, perché convinte che il femminismo è una cultura politica a pieno titolo e a tutto tondo e che bisogna trovare pratiche e forme perché esso risulti visibile e noi donne possiamo fare direttamente la nostra politica senza delegarla ad altre forme o a donne cooptate in altre forme senza alcuna possibilità di rapporto di forza autonomo.



A titolo di esempio è emblematica l’azione di contrasto voluta dall’UDI di Catania “Città libere dalla pubblicità lesiva della dignità di genere” (21.07.09).



PER UNA RISPOSTA SUL TEMA DELLA RAPPRESENTANZA



La parola Convenzione indica un movimento (con-venire), una parità (convenire su qualcosa, pattuire e concordare), e una utilità condivisa e diffusa (una convenienza). Proponiamo che ci si muova verso un luogo simbolico delle proprie dimore politiche (che si raggiunga Catania dai molti luoghi della Sicilia) a segno di movimento e di identità (ciascuna infatti ha una casa e una identità individuale e associativa, che andranno mantenute). Che ci si muova per pattuire qualcosa (dare il via a una Convenzione delle donne di Sicilia come forma propria del movimento delle donne, fatto di molte differenze alle quali siamo affezionate e cui non intendiamo rinunciare). Che ci si muova, insieme e in accordo, per raggiungere una comune utilità, (il contrasto al femminicidio insieme alla parità effettiva).



A noi pare che la Convenzione come metodo e prassi della relazione politica abbia una valenza generale, poiché siamo convinte di dover avviare forme politiche alla pari tra partiti, movimenti, soggetti, associazioni, come “sistema pattizio tra forme politiche”, senza appiattimenti. Infatti, a risorse pubbliche, a sedi, a voci dette, scritte e televisive ha diritto il patto, le sue componenti, le sue molteplici lingue, in tanto in quanto la molteplicità dei soggetti e i differenti linguaggi delle politiche sono la sfida del presente per un futuro non mortale, né di guerra né di illibertà.



Quando con “giochi di parole”, sembra di poter tenere a freno i mostri, sì è vero, il potere simbolico della parola è stato già nei millenni con le religioni del libro (Ebraismo, Cristianesimo, Islam) e oggi nella politica con la religione dello schermo televisivo, lo sfruttamento, la forma profonda. Noi vogliamo che diventino possibili giochi di parole che servano a capire, non ad ingannare, a liberare, non ad alienare, a riconoscere titolarità alle persone, non ad incolonnarle in gesti militareschi.



Non è un invito allettante?



A noi pare di sì, e perciò vi invitiamo a convenire con l’UDI di Catania, e con tutte coloro che converranno, in modo che si possa paritariamente tra noi dare vita ad un patto di reciproca consultazione, scambio e azione comune, a seconda delle utilità che via via pattuiremo fra di noi a contrasto della violenza di genere, in ogni sua forma e declinazione.



PRIME FIRMATARIE

UDI Catania, UDI Lentini, Donne ARCI (Sicilia), Marisa Acagnino (Giudice presso la Corte di Appello di Catania), Associazione antimafia Rita Atria (Milazzo), Anna Maria Spina (UDI Milano e provincia), Rosangela Pesenti (UDI Monteverde), Rita Borsellino (Presidente “Un’Altra Storia”), UDILAB Monteverde (Roma), Mariella Maggio (Segretaria Gen. CGIL sicilia), Elvira Morana (Segreteria Regionale CGIL sicilia), Coordinamento Donne CGIL (Provincia di Catania), Carmen Currò (Avvocata, Messina), CEDAV (Centro Donne Antiviolenza, Messina), Bice Mortillaro (Palermo), Barbara Crivelli (Insegnante, Catania), Daniela Girgenti (Direttora “La Tecnica della Scuola”, Catania), Beatrice Monroy (Scrittora, Palermo), Anna Finocchiaro (Senatrice), Tiziana Bartolini (Direttora “Noi Donne”), Noi Donne, Antonella Fucile (Funzionaria Provincia Siracusa), Marika Di Marco (Siracusa), Elvira Iovino (Responsabile Centro Astalli, Catania), Luciana Carfì (Vice presidente Ass. “Un’Altra Storia”), Laboratorio Zen Insieme (Palermo), Diana Artuso (Dirigente Provinciale INPDAP, Siracusa), Silvana Bova (Segreteria confederale CGIL Palermo), Anna Panico (ANDT – Associazione Regionale Donne Italiane), Graziella Proto (Direttora della rivista antimafia “Casablanca”, Catania), Maria Attanasio (Scrittora, Caltagirone CT), Simona Laudani (Docente Istituto Storia Moderna Facoltà di Lingue, Catania), Marisa Barcellona (Docente Scienze Politiche, Catania), Rosetta Camilleri (Dirigente scolastico Liceo classico “M.Cutelli, Catania), Antonella Italiano (Avvocata, Gela), Bianca Scicolone (Giornalista, Gela), Adriana Prazio (Associazione “La Nereide”, Siracusa), Carmen Castelluccio (Consigliera Comune Siracusa), Lucia Storaci (Comitato Cento Donne, Siracusa), Nunziata Blancato (Preside III Scuola Media Gravina di Catania), Pina La Villa (Girodivite, Catania), Adriana Cantaro (Insegnante, Catania), Marisa Vinciguerra (Docente Dipartimento Biologia Animale, Università di Catania), Donne CIA Confederazione Italiana Agricoltori (Provincia Catania), Pinella Leocata (Giornalista, Catania), Gertraud Geyer Marino (Traduttrice, Catania), Chiara Petrelli (Ufficiale giudiziario, Catania), Glene Di Rosa (Insegnante, Catania), Maria Giovanna Chiavaro (Impiegata comunale, Catania), Maria Nunzia Villarosa (Archivista di Stato), Antonella Treffiletti (Insegnante, Giarre CT), Annalisa Marino (Insegnante, Roma), Gruppo “Le Sconfinate” (Romano di Lombardia - Bergamo)

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