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The Last Twenty a Roma: Afghanistan, diritti delle donne, insicurezza alimentare

The Last Twenty a Roma: Afghanistan, diritti delle donne, insicurezza alimentare

L'ultima giornata dedicata alla condizione femminile e ai diritti delle donne nella società e nel lavoro

Domenica, 12/09/2021 - Conclusi oggi 12 settembre, presso l'università di Tor Vergata i lavori del secondo incontro del progetto “The Last Twenty”. Dopo la prima tappa che si è tenuta nel luglio scorso a Reggio Calabria, dal 10 al 12 settembre, si è parlato di insicurezza alimentare, povertà, fame con i rappresentanti di Paesi, non poveri ma impoveriti da conflitti etnici, guerre, sfruttamento di risorse umane e naturali. La mattinata di oggi è stata interamente dedicata alla condizione femminile, ai diritti delle donne nella società e nel lavoro con un approfondimento sull'Afghanistan. Le rappresentanti di Mozambico, Repubblica democratica del Congo, Libano, Mali hanno raccontato del ruolo della donna nei loro Paesi, tante sono state le testimonianze dall'Afghanistan tra cui Huma Saeed (videointervista) che ha sottolineato l'importanza del ruolo delle donne della diaspora afgana che possono e devono amplificare la voce, le richieste e le lotte delle donne rimaste in patria, lavorando in tutto il mondo per una solidarietà globale. Presenti anche le rappresentanti di Binario15, Patrizia Schiarizza (videontervista), presidente di Giardino Segreto, che si occupa di minori vittime di femminicidio, degli orfani di guerra e della pandemia. La giornata è stata organizzata dal Coordinamento italiano a sostegno delle donne afghane (CISDA) che ha presentato anche una mostra di splendide fotografie e di gioielli afgani (videointervista di Antonella Garofalo).

Prima delle conclusioni affidate a Domenico Rizzuti, che ha dato l'appuntamento alla prossima edizione di “The Last Twenty”  (Milano, 23-26 settembre 2021) Ugo Melchionda ha presentato la proposta di un rapporto annuale che, attraverso i dati degli organismi internazionali, delle ONG impegnate, degli esponenti della diaspora dei Paesi del L20, di tecnici e ricercatori di Università e centri di ricerca locali, possa essere un punto di forza per poter cambiare il paradigma della narrazione attraverso un punto di vista differente da quelli dei Paesi “arricchiti”.

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