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The Lost Daughter (La figlia oscura) di Maggie Gyllenhaal vince ancora

The Lost Daughter (La figlia oscura) di Maggie Gyllenhaal vince ancora

Con un film dedicato, alla vigilia dell’8 marzo, alle Donne nel Cinema

Lunedi, 07/03/2022 - Si sono appena concluse, a Los Angeles, le premiazioni degli Independent Spirit Awards. Il film "The Lost Daughter (La figlia oscura)" di Maggie Gyllenhaal, già premiato per la migliore sceneggiatura alla 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica 2021 della Biennale di Venezia, ha vinto tre premi, nelle prestigiose categorie miglior film, migliore regia e migliore sceneggiatura.

Maggie Gyllenhaal, attrice di rilievo passata dietro la M.d.P., da un po’, è la regista nonché la sceneggiatrice della pellicola candidata a tre premi Oscar 2022: in particolare le ‘nominations’ sono per la migliore sceneggiatura non originale, mentre le altre due candidature sono per l'attrice protagonista e quella non protagonista.
"Il mio film parla una lingua inconsueta: la lingua della mente delle donne", ha detto la Gyllenhaal, dedicando i premi alle "Donne nel Cinema".

Gli Independent Spirit Awards sono gli importanti premi cinematografici statunitensi assegnati annualmente fin dal 1986 a Los Angeles al fine di promuovere il Cinema Indipendente Americano; premiano film a basso e medio ‘budget’.

Il film ha una ‘matrice’ italiana: è stato tratto, infatti, dal romanzo omonimo di Elena Ferrante, scrittrice molto apprezzata anche fuori dall’Italia, nota soprattutto per la tetralogia della fortunata serie "L’amica geniale". Come è noto, il suo nome è in realtà uno pseudonimo; l’autrice ha sempre tenuto molto alla propria ‘privacy’ ed ha sempre preferito mantenere nell’anonimato la propria identità.
E’ interpretato da Olivia Colman, Ed Harris, Jessie Buckley, Dakota Johnson, Alba Rohrwacher e Peter Sarsgaard, nella vita marito della Gyllenhaal.

Leda (la Colman), sola in una località di mare, osserva ossessivamente una giovane madre e la figlia in spiaggia. Turbata dalla complicità del loro rapporto (e dalla loro famiglia, chiassosa e sinistra), Leda è sopraffatta dai ricordi legati allo sgomento, allo smarrimento e all’intensità della propria maternità. Un gesto impulsivo catapulta Leda nello strano e minaccioso universo della sua stessa mente, in cui è costretta a fare i conti con le proprie scelte anticonformiste.

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