Con la sua compagna Emma Pitoizet sognava di adottare un bambino e di vivere felice. Combattente e comunista, fu uccisa nei rastrellamenti nazisti durante la seconda guerra mondiale. "Morì per la patria francese"
Lunedi, 16/10/2023 - Esattamente ottant’anni fa, nel pieno della follia di guerra, Thérèse Pierre, una professoressa, una giovane donna comunista ed una combattente per la libertà dal nazismo, viene arrestata dalla Gestapo nella sua casa a Fougères, selvaggiamente picchiata e torturata dagli agenti di polizia francesi del Servizio di Polizia Anticomunista (SPAC), tanto da non potersi più muovere, ed infine trovata impiccata nel carcere Jacques Cartier, a Rennes, senza avere rivelato i nomi dei suoi compagni di lotta. È il 26 ottobre 1943. Prima di spirare, Thérèse, con un flebile fiato di voce, aveva detto: «Non parlerò... Non mi faranno parlare... Non hanno ottenuto nulla da me». Quando muore la donna ha solo 35 anni.
Il legame tra Emma e Thérèse si interrompe bruscamente proprio nel 1935. In quell’anno Emma incontra Marcel Schmitt, un alsaziano, vedovo e con due figli. È colpo di fulmine. Profondamente delusa da Emma, piegata dal dolore per la loro rottura, Thérèse si ritrova sola. Proprio quella solitudine rappresenta per lei la spinta ad impegnarsi nella lotta per la giustizia. L’ascesa di Hitler mette il partito comunista fuorilegge e questo costringe la donna ad organizzarsi clandestinamente. Emma, invece, tra il 1935 ed il 1940, mette al mondo tre bambini. La donna insegna a Comar fino a quando l’Alsazia non viene annessa al Reich. Smette di insegnare e riprende molti anni dopo, nel 1952, quando la guerra è ormai finita. Nella regione dell’Alsazia, dove i tedeschi hanno preso possesso, è interdetto dal governo tedesco di parlare in lingua francese. Marcel, grazie ad una protezione, non dovrà lasciare l’Alsazia per il semplice fatto di avere sposato una francese. Emma non dovrà farsi sentire parlare in francese neppure in giardino, e dovrà comunicare in alsaziano con i bambini e con la servitù. Inoltre, dirigente d’impresa, Marcel fece parte del partito nazionalsocialista, portando sulla giacca il simbolo della svastica.
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