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Tre mariti gelosi

Tre mariti gelosi

Tre ragazze, intorno all'anno 1000 d.C., partono dalla Spagna per consegnare una lettera misteriosa al Papa. Prima di partire risolvono un divertente quesito.

Mercoledi, 06/10/2010 - Halima, gentile e paziente, Layla, la notte, e Chantal, che sta nelle pietre, salutano Ṣubḥ, colei che precede il giorno, signora di Cordova. “La pace, la misericordia di Allah e le sue benedizioni siano su di voi.” Risponde la favorita del califfo. “Consegnate la mia lettera a Silvestro II, pontefice in Roma.”

Le tre ragazze, prima di partire, avrebbero trascorso la notte nella casa della loro amica Isabel. Dopo la cena, tra raccomandazioni, consigli e confidenze, Isabel propose loro un divertente quesito.

Tre mariti viaggiavano insieme alle loro mogli. Arrivati a un fiume non trovarono che una piccola barca per attraversarlo. Tuttavia l’imbarcazione poteva trasportare solamente due persone alla volta. “In quale modo raggiunsero tutti l’altra sponda in modo che nessuna donna rimanesse sola con un uomo, a meno che fosse il suo marito?” chiese Isabel.

Halima osservò: “La condizione di partenza vuole che nessuna delle mogli resti assieme ad altri uomini mentre il marito non è presente. Assodato che possono passare a due a due, possono perciò passare due mariti assieme, oppure due mogli o un marito e sua moglie. A questo punto, al primo attraversamento, non si possono far passare due mariti, poiché un uomo resterebbe solo con le altre tre donne, contrariamente alle condizioni di partenza. È perciò necessario che attraversino il fiume due donne oppure una moglie con il marito. Le due situazioni si riducono a una, poiché se le due donne passano, bisogna che una ritorni con la barca e, ripartendo, lascerà l’altra sola sulla riva. Quindi un marito attraversa il fiume con la moglie, riporta la barca, perché se lo facesse la moglie, tornando sulla prima riva si ritroverebbe con gli altri due uomini senza il marito.”

Aggiunse Chantal: “Al secondo attraversamento due uomini non possono passare, perché uno dei due lascerebbe la moglie in compagnia di un altro uomo; né possono passare un marito assieme alla moglie, poiché, dopo essere passato, si ritroverebbe da solo assieme a due donne. È perciò necessario che passino due donne. Dopo che tutte e tre le donne sono passate, una di loro porterà nuovamente il battello sulla prima riva. Fatto ciò, al terzo attraversamento, in cui restano da far passare tre uomini e una delle donne, due mogli non possono più attraversare (dato che ce n’è solo una), né possono passare un uomo con sua moglie poiché, una volta passato, si ritroverebbe da solo con le tre donne. Dunque è necessario che passino due degli uomini e che vadano dalle due rispettive mogli, mentre il terzo resterà sulla prima riva assieme alla propria. A questo punto, chi porterà indietro il battello? Un uomo non può farlo, poiché lascerebbe sua moglie insieme a un altro uomo, né può farlo una donna dato che andrebbe da un altro uomo lasciando indietro il marito; è infine inutile che lo facciano due uomini, poiché ci si troverebbe nella stessa situazione del primo attraversamento. Pertanto, la sola eventualità che rimane è che tornino indietro il marito assieme alla moglie.

Layla prese la parola. “Al quarto attraversamento restano da far passare due mariti assieme alle mogli: è certo che non possono passare un marito e la propria moglie, poiché si tornerebbe a una delle condizioni precedenti. Anche le due donne non possono attraversare il fiume, poiché le tre donne resterebbero sull’altra riva assieme a un solo uomo; quindi è necessario che passino i due uomini. A questo punto, per riportare il battello sulla prima riva, non possono ritornare i due uomini poiché, anche in questo caso, si ripeterebbe una delle situazioni precedenti; né un uomo solo poiché, dopo averlo fatto, si ritroverebbe da solo con due donne; allora, bisogna che una donna sola, in due passaggi, vada a prendere le altre due che devono ancora passare, ed ecco il quinto e il sesto attraversamento. Pertanto, con sei attraversamenti, tutti sono passati sull’altra riva senza contravvenire alle condizioni iniziali.

Isabel si complimentò con le amiche per la loro capacità di ragionamento e concluse: “Il problema è stato posto dall’abate benedettino Alcuino da York (Regno di Northumbria, 735-Tours, 19 maggio 804), filosofo, docente e teologo britannico.

Alcuino fu un educatore e uno dei principali artefici del rinascimento carolingio. Nel suo libro ‘Propositiones ad acuendos juvenes’, ‘Problemi per rendere arguti i giovani’ raccoglie indovinelli, giochi e quesiti matematici.

Ai confratelli benedettini che lo accusavano di perdere tempo nell’insegnamento rispondeva “fodere quam vites melius est scribere libros”, la via del sapere è migliore di quella dell'agricoltore, nella quale purtroppo indulgeva ancora una parte piuttosto ampia del movimento monastico.

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