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Un libro su Anna Kulischioff per i 100 anni della sua scomparsa. Interviste a Fiorenza Taricone

Un libro su Anna Kulischioff per i 100 anni della sua scomparsa. Interviste a Fiorenza Taricone

‘Oltre il tempo patriarcale. La lungimiranza di Anna Kulischioff’ (TAB, 2025) approfondisce alcuni aspetti del pensiero e della vita di un’esponente importante del socialismo italiano, non ancora studiata come meriterebbe

Lunedi, 12/05/2025 -

“È stato un atto di studio e affettivo nei confronti di Anna Kulischioff in occasione del centenario della sua morte, ma è stato anche un atto doveroso in quanto sperimentazione pratica della gratitudine che noi donne dobbiamo ancora oggi alle donne come lei”. A introdurre così “Oltre il tempo patriarcale. La lungimiranza di Anna Kulischioff” (2025, Tab Editore / Scaffale del femminismo) è Fiorenza Taricone, curatrice del libro in cui sono pubblicati alcuni approfondimenti che “intendono far luce su alcuni aspetti rilevanti, ma meno indagati, di una capostipite del socialismo e del femminismo italiano: la dimensione affettiva e amicale in relazione alla sua militanza politica (Fiorenza Taricone); il suo rapporto, non privo di controversie ma fecondo, con le associazioni femministe del tempo (Liviana Gazzetta); il suo contributo alla legge del 1902 sul lavoro delle donne e dei fanciulli e la sua specifica attenzione alle condizioni di bambine e bambini (Isabel Fanlo Cortés)”. Il volume è corredato di brani antologici, di una lunga bibliografia e contiene anche prezioso materiale fotografico messo a disposizione dalla Fondazione che porta il suo nome.

“L’attualità di Anna Kulischioff è fuori dubbio perché lei aveva due capisaldi nella vita: la valorizzazione e la ricompensa giusta del lavoro, sia maschile che femminile, ma soprattutto per le donne; per loro, infatti, il lavoro significava l’emancipazione economica che le rendeva finalmente libere e non più suddite dell’uomo. Per questo sostengo che Kuliscioff è quella che meglio interpreta, insieme ad una ampia base, la lotta contro il patriarcato”.

Anna Kuliscioff ha avuto una vita avventurosa, che Fiorenza Taricone tratteggia nella videointervista, con riferimenti ai passaggi particolarmente significativi sia nella vita privata che in quella pubblica e politica: la laurea in medicina e il suo dedicarsi alla cura dei poveri e dell’igiene, il legame con Andrea Costa e la nascita dell’unica figlia Andreina che alleva da sola dopo la separazione, gli articoli su ‘Critica Sociale’ a firma TK cioè insieme a Filippo Turati, la creazione del periodico nazionale ‘La difesa delle lavoratrici’.

“È un po’ triste pensare che una donna che ha lottato così tanto per una legge sulla riduzione dell’orario di lavoro delle donne e dei fanciulli ha potuto seguire il dibattito parlamentare dalle tribune perché le donne in Parlamento non c’erano. È un’espropriazione che ritengo indecente - osserva Taricone -, così come è indecente che il suo funerale nel 1925 fosse disturbato dagli schiamazzi fascisti”.

 

Intervista alla prof.ssa Fiorenza Taricone in cui è illustrata e commentata la vita di Anna Kuliscioff e il suo contributo all'emancipazione delle donne:  https://youtu.be/e3hRgIEYcc8?si=6hs-OGcHky8FwJ24


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ANNA KULISCIOFF, sintetica biografia 

(Sinferopoli/Crimea, 9 gennaio 1855 – Milano, 29 dicembre 1925)

Fonte https://www.fondazioneannakuliscioff.it/chi-e/

Il suo vero nome è Anja Rosenstein e nasce in una agiata famiglia ebrea. Amante dello studio, a circa 18 anni, nel 1871, decide di seguire i corsi di Filosofia presso l’università di Zurigo, una città posta al centro dell’Europa con facoltà universitarie, anche tecniche, aperte alle donne e in cui si respirava una grande libertà di pensiero e dove Anna trova il suo ambiente ideale e dove la sua vita comincia a contrassegnarsi da una continua lotta per le libertà.

Costretta a rimpatriare dalla Svizzera per ordine dello zar, aderisce alla cosiddetta “andata verso il popolo”: è il periodo dell’utopia rivoluzionaria, durante il quale la Kuliscioff, come reazione al dispotismo zarista, si convince della necessità dell’uso della violenza nella lotta politica. Ma nel tempo le sue posizioni saranno sempre meno estremiste e sempre più di matrice legalitaria.

Cronologia

1877 – Anna Kuliscioff abbandona definitivamente la Russia, si stabilisce in Svizzera: qui incontra Andrea Costa, stabilendo da subito con lui una totale coincidenza di idee e trasferendosi con lui in Francia.

1878 – Arrestata, viene espulsa dalla Francia, e si trasferisce in Italia. Il 30 settembre è nuovamente arrestata a Firenze con l’accusa di cospirare con gli anarchici. Dopo tredici mesi di carcere preventivo, viene processata e poi rilasciata con un decreto di espulsione che la costringe ad un nuovo trasferimento in Svizzera.

1880 – la Kuliscioff e Costa rientrano clandestinamente in Italia, dove vengono arrestati nell’aprile dello stesso anno a Milano. Nell’agosto dello stesso anno Anna viene scarcerata e accompagnata al confine svizzero: si stabilisce a Lugano fino all’anno dopo. Rientrata in Italia, raggiunge Andrea Costa a Imola e diventa madre di Andreina.

Gli anni ‘80 costituiscono per la Kuliscioff un periodo decisivo e nello stesso tempo di transizione, anche affettiva: in questo arco di tempo si tiene lontana dalla scena politica essendo fagocitata dal suo ruolo di madre e dalla sofferenze derivanti dallo stato di salute – aveva contratto la tubercolosi a seguito del periodo in carcere a Firenze – e dalla solitudine provocata dalla crisi del suo rapporto con Costa, rapporto che Anna chiude dolorosamente.
Anna Kuliscioff torna in Svizzera, a Berna, dove si iscrive alla Facoltà di Medicina. Rientrata in Italia inizia il suo lungo pellegrinaggio tra le università italiane, riuscendo a laurearsi alla Facoltà di Medicina di Napoli. Con la sua tesi, e le successive specializzazioni a Torino, Padova e Pavia, scopre l’origine batterica delle febbri puerperali aprendo la strada alla scoperta scientifica delle cause delle morti post partum.

Anna Kuliscioff a Milano comincia la sua attività di medico, di “dottora dei poveri”, come la chiamano i milanesi, trovando così, non senza difficoltà, un collegamento tra attività professionale e fede politica, fede politica che divide quotidianamente con Filippo Turati, incontrato a Napoli nel 1885, mentre raccoglie fondi per esuli russi e con il quale, dopo alcuni dubbi, si lega sentimentalmente.

Nel 1889 fonda con Turati e Lazzari la Lega Socialista milanese.
27 aprile del 1890: Il monopolio dell’uomo. In una sala gremita al Circolo Filologico milanese, dove diviene la prima donna protagonista al Circolo, tiene una Conferenza sul tema del rapporto uomo-donna. 
Opinione della Kuliscioff è che solo il lavoro sociale e egualmente retribuito potrà portare la donna alla conquista della libertà, della dignità e del rispetto.

1891: Nasce il “Salotto di Anna Kuliscioff”
Trasferitasi con Filippo Turati in un appartamento in Galleria Portici al numero 23, trasforma il salotto di casa in studio e redazione della rivista “Critica Sociale”. Mucchi di giornali e plichi di libri circondano Anna e Filippo che lavorano insieme e nel salotto c’è un piccolo divano verde dove la Kuliscioff riceve i visitatori ad ogni ora del giorno: personaggi della cultura, della politica milanese, persone più umili e le “sartine” che trovano in Anna un’amica e una confidente. Ma il lavoro nel salotto più famoso di Milano viene bruscamente interrotto l’8 maggio 1898, dopo i moti di Milano,  quando un gruppo armato irrompe ed arresta Anna con l’accusa di reati di opinione e di sovversione. A dicembre viene scarcerata per indulto, mentre il suo compagno Filippo dovrà aspettare un anno.

1901 – il Partito Socialista, per tramite di Turati, presenta al Parlamento la legge Carcano, legge a tutela del lavoro minorile e femminile, elaborata dalla Kuliscioff, legge che sarà approvata nel 1902 . Anna Kuliscioff è convinta dell’importanza di trattare con il ministero di Giolitti e spinge Turati a rompere con gli intransigenti come Salvemini e Labriola, contrari a ogni forma di collaborazione col governo.

1908 – La questione fondamentale su cui ci si deve battere per Anna Kuliscioff: le donne devono avere il lavoro, rendersi indipendenti, ottenere di conseguenza la parità dei diritti, compreso quello del voto. I socialisti invece, nella lotta per il suffragio maschile, temono che allargare la richiesta a favore del voto alle donne, rischi di prolungare all’infinito la risoluzione della questione.

La Kuliscioff, ancora più spronata dall’atteggiamento negativo dei socialisti e anche di Turati, e sostenuta dal fatto che altri partiti socialdemocratici europei hanno fatto della questione femminile la propria bandiera, mette tutto il suo impegno perché il partito socialista italiano accolga nel suo programma generale la causa della donna.

1911 – nasce il Comitato Socialista per il suffragio femminile con il contributo ed il sostegno di Anna Kuliscioff

1912- La Kuliscioff fonda la rivista “La difesa delle lavoratrici” a cui collaborano tutte le migliori penne del socialismo femminile italiano, che, sempre in casa di Anna, direttrice del giornale, stabiliscono con successo un rapporto di comunicazione diretta con le lavoratrici -operaie e contadine – rendendole consapevoli della loro condizione, dei loro diritti, tra cui ovviamente il diritto al voto.

1912 – il governo dice no alle donne con una legge di Giolitti.
Inizia per Anna Kuliscioff un periodo di scoraggiamento ed è allo stesso tempo un periodo di disorientamento anche per gli stessi socialisti e in cui si cominciano a intravedere le prime avvisaglie di un movimento antisocialista e nazionalista a tratti violento, di cui Anna, con la sua sensibilità e lungimiranza, ne percepisce, tutta la portata.

1925 – I fatti e la storia danno ragione ad Anna Kuliscioff, che scompare il 27 dicembre. Il suo funerale – 29 dicembre 1925 – sarà accompagnato dalla violenza per le strade di Milano, violenza scatenata da alcuni fascisti che si scagliano contro le carrozze, strappando drappi, bandiere e corone


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