La scomparsa di Valentina Greco in Tunisia ci ha posto davanti alla paura che, in quanto donna, potesse esserle capitato qualcosa di brutto. Per fortuna è stata ritrovata, grazie alle pressioni della famiglia e degli amici
Lunedi, 28/07/2025 - Ho conosciuto Valentina un po' più di 10 anni fa, lei era volontaria del Servizio Civile presso l'associazione per cui lavoravo in progetti per donne rifugiate. Anche lei aveva interesse al lavoro con persone migranti, perché ne aveva avuto già precedentemente esperienza e perché nel corso del Servizio Civile si è occupata del dramma di decine e decine di giovani tunisini scomparsi, probabilmente affogati nel Mar Mediterraneo: Valentina aiutò le famiglie che provavano a cercarli nonostante che l'evidenza portava a dire che la loro ricerca era disperata e, soprattutto, inutile.
La passione di Valentina per la politica ed i paesi del Maghreb è quindi abbastanza antica, oltre che molto motivata, per cui la Tunisia è nel suo percorso da molto tempo, così come la lingua araba e la cultura islamica, che anche se non la condividi in genere si impara a rispettare nel rispettare le persone con cui si lavora.
Poi più niente, nessuno scambio da 10 anni, se non qualche messaggio sui social e battaglie condivise a distanza, io non so più niente di lei e lei di me.
Poi a metà luglio arriva la richiesta di cercarla, giunta attraverso amici comuni che vivono anche loro in Tunisia, successivamente allargata dalle Associazioni che cercano le persone scomparse, giustamente consultate dalla famiglia appena si è resa conto che qualcosa non andava, che Valentina era irreperibile da troppo tempo.
Io ed altre persone che la conoscono abbiamo dato ampia diffusione agli appelli di ricerca, oltre a preoccuparci seriamente perché l'allarme diffuso dalla famiglia era grave e necessario, non si poteva rimanere indifferenti a qualcosa che capita a qualcun@ che conosci, che hai conosciuto, con cui hai avuto un percorso comune, con cui continui ad avere tensioni e desideri simili, spesso anche gli stessi.
La notizia della scomparsa di Valentina è andata avanti, in un paio di giorni ha raggiunto le testate nazionali, le televisioni, la comunicazione importante.
I motivi per cui era fondamentale diffondere la sua scomparsa e fare quanto possibile per trovarla erano, oltre quelli delle sue condizioni personali e che motivavano soprattutto la famigllia, di stampo più politico, ovvero la paura che anche a lei fosse capitato qualcosa, come era successo a Giulio Regeni in Egitto. Sì, perché anche la Tunisia è un paese “amico”, con cui l'Italia scambia affari e procedure disumane su chi prova a partire per le nostre coste; Valentina è attenta alla politica anche lì, sicuramente anche vivendo vicino Tunisi, e probabilmente non condivide ciò che in termini di diritti umani lì viene fatto. Che lei potesse essere letta come una persona non gradita, verso cui applicare azioni di limitazione della libertà personale non era solo una cosa campata in aria, perché anche in Tunisia ci sono imprigionamenti di persone politicamente scomode, anche lì le opposizioni sono perseguitate, anche lì la libertà di parola è fortemente manomessa, a favore delle politiche spesso migliori per l'altro lato del Mari Mediterraneo, il nostro e quello dell'Europa, non certo per le popolazioni locali. E sì, c'era la possibilità che Valentina avesse “rotto le scatole” e potesse essere stata considerata un problema, o comunque una persona fastidiosa, da risolvere in qualche modo.
E poi, la paura che prende sempre quando succede qualcosa ad una donna: succede qualcosa, in genere brutte cose, proprio perché sei donna. Puoi stare a casa tua, nella tua città natale, oppure in qualche bella città europea o nordamericana, oppure nei paesi di qualsiasi lato e dimensione, religione, cultura, tradizione: se sei donna corri il rischio che ti capiti qualcosa perché sei donna.
La notizia che Valentina era stata ritrovata, nel suo armadio di casa ed in condizioni precarie, ci ha rasserenato, ci ha rassicurato perché non era successo nulla di quello per cui avevamo paura. E non le era successo nulla rispetto a quello che invece è successo a Emanuela Ruggeri, la cui scomparsa a Roma è emersa nello stesso periodo di quella di Valentina, ma il cui destino è finito putroppo tragicamente. Emanuela si era allontanata di pochi chilometri da casa, ed è stata ritrovata morta, per strada ed abbandonata, come una cosa vecchia.
Per fortuna a Valentina non è successo niente di tutto ciò.
Ora, ci importa che lei stia bene, o per meglio dire, torni a stare bene. Quello che è accaduto, per noi che la conosciamo e per l'opinione pubblica, può essere una cosa rilevante, ma in fondo possono essere anche solo affari suoi, come e perché sia stata trovata in un armadio, se si è sentita male e quante volte è stata male. Sarebbe giusto sapere se, oltre la sua situazione personale, è successo qualcoos'altro che l'ha messa in difficoltà, l'ha limitata anche se solo per i giorni in cui è scomparsa. Sarebbe giusto sapere di più, se lei volesse raccontarlo.
Sappiamo che averla cercata ha contribuito a ritrovarla. Se non l'avessimo fatto, lei forse non sarebbe stata trovata, forse le sarebbe accaduto altro.
La cosa importante è che Valentina continui ad essere ciò che preferisce, dove prefererisce e come preferisce.
Il resto, forse, non sono affari miei, e neanche affari nostri.
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