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VENEZIA 78 – L’appello della regista afghana SAHRAA KARIMI

VENEZIA 78 – L’appello della regista afghana SAHRAA KARIMI

"Il mondo intero ci ha traditi, ma dobbiam salvare gli artisti afghani"

Sabato, 04/09/2021 - Mentre nel Panjshir è stata proclamata la rivolta generale anti-talebana e la resistenza continua nella sempre più grave situazione delle donne in Afghanistan - un gruppo di donne ed attiviste afgane è sceso nuovamente nelle strade di Kabul per chiedere l'inclusione nel futuro governo dei talebani ed il rispetto dei propri diritti che, paion non avere alcuna possibilità – a Venezia oggi si è tenuto il panel (cfr. https://www.noidonne.org/articoli/venezia-78-sahraa-karimi-regista-afghana-al-panel-internazionale-18100.php) che ha visto protagonista la regista afghana Sahraa Karimi che ha ringraziato il direttore della Mostra Alberto Barbera per averla invitata ed aver organizzato l’incontro "... Sperando – ha affermato - che altri festival possano seguire questa iniziativa...(perché) è fondamentale parlarne. L’unico modo per uscire da questa situazione è investire nella Cultura”.

Ed ha poi raccontato quanto è accaduto il 15 agosto in Afghanistan.
La fuga, immediata, inaspettata, senza aver nemmeno il tempo di poter raccogliere i propri effetti personali – il suo video girato col cellulare, concitato, disperato, spezzettato circola per il ‘web’, atroce testimonianza di una libertà negata dopo sacrifici di anni buttati in fumo – il venir meno della ‘parola data’ dai politici, un tradimento che riguarda il mondo intero, in realtà. Il dover nascondersi per sopravvivere da parte di tanti talenti che non son potuti fuggire e non voglion soggiacere alla dittatura.

Ha evidenziato come la crudeltà dei talebani ora abbia una marcia in più rappresentata dall’uso più consapevole della tecnologia della comunicazione (non casuale il suo chiaro paragone riferito ai nazisti ed alla Shoah).

E proprio questo il motivo per cui quel mezzo deve invece esser usato al meglio dagli artisti, per far sapere al mondo che cosa significa vivere in una dittatura.

“Per questo - ha concluso - chiediamo aiuto ed appoggio al fine di poter raccontare, direttamente, affinché non vi dimentichiate dell'Afghanistan”.

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