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A Celle di San Vito la leadership è donna

A Celle di San Vito la leadership è donna

Vi spiego perché questo grazioso comune pugliese deve essere visitato e della forza delle sue donne

Lunedi, 06/03/2023 - In quell’assolato angolo di Sud Italia in cui si mescolano influenze culturali sveve, angioine e saracene, sorge il più piccolo comune della Puglia: Celle di San Vito. Un paesino di 144 anime, il meno popoloso della regione, in provincia di Foggia. Insieme al piccolo comune di Faeto, da otto secoli esso custodisce il proprio retaggio franco provenzale, ben presente nella parlata del posto e nelle architetture che lo caratterizzano. La lingua francoprovenzale è inserita nell’Atlante online Atlas dell’UNESCO come patrimonio culturale immateriale da tutelare. La minoranza linguistica qui presente è unica in tutta l’Italia Meridionale.
Adagiato su un crinale dell’antica regione della Daunia, a guardia dei monti San Vito e Cornacchia, Celle si presenta al visitatore sotto forma di transatlantico. Dai suoi punti più alti si possono ammirare il Tavoliere delle Puglie ed il Golfo di Manfredonia. Entrando in paese, dopo aver percorso una ripida salita, vi colpisce la maestosità della Porta dei Provenzali e l’abitato quasi interamente in pietra. C’è una cura quasi maniacale nel rendere bello e accogliente questo comune piccino piccino, ma, appunto, così grazioso. Non è, perciò, un caso, che questo paese, fondato nel 1200 da Carlo I d’Angiò, che vi aveva portato i suoi soldati per sgominare i saraceni che alloggiavano nella vicina Lucera, nel tempo sia stato più volte premiato a livello nazionale. Comune fiorito, comune verde, comune ecologico grazie alle energie rinnovabili. Oltre tutto questo, esso ha un campo di calcio spettacolare ed una delle squadre di calcio più forti dell’intera regione.
Se amate il mare ed il sole di Puglia, non potete non fare un’escursione anche in città molto particolari ma poco pubblicizzate sui cataloghi turistici come Lucera e Troia, che sono a poca distanza da qui, e poi non visitare anche Celle e Faeto. Avrete l’impressione di vivere in una dimensione sospesa, fuori del tempo, dove le ricadute negative della globalizzazione non hanno avuto modo di ferire la bellezza incontaminata di questi luoghi.
Da un po’ di tempo il piccolo comune di Celle aspetta il presidente francese Emmanuel Macron, per inaugurare la statua che il paese ha dedicato al fondatore Carlo d’Angiò. Macron ha anche risposto con una sua missiva indirizzata alla sindaca, Palma Maria Giannini, che prosegue felicemente nel suo lungo corso di prima cittadina di questo comune. Eppure, quando, nel corso delle mie peregrinazioni giornalistiche, ho scoperto questo gioiellino, e soprattutto la forza delle donne che lo anima, ho compreso in pieno che questa unione, e questa forza, sono ben superiori a quelle di un qualsiasi leader a capo di qualunque nazione. Perché se Celle può sembrarvi un paesino smorto e deserto, vi sbagliate di grosso. È un paese dalla comunità compatta ed animata e ciò lo si deve ad una squadra di splendide donne che lavora incessantemente, dando vita ad una serie di attività inimmaginabile per un centro così piccolo. Proprio nei giorni scorsi, ad esempio, il Museo della Civiltà contadina “Vincenzo Rubino”, che si trova nel Castello di Celle, ha compiuto i suoi primi cinque anni di vita. Si tratta di una collezione imponente, che aderisce anche al circuito regionale dei Beni Culturali, sotto il profilo normativo e digitale. Ebbene, il museo è gestito da due giovani donne, che la sindaca definisce “brave ed animate da passione civica e culturale” (Mariangela Genovese e Virginia Carosielli).
È una squadra di donne a gestire anche lo Sportello Linguistico (nato con la legge 482 del 1999), nonché l’Infopoint (nato nel 2020 con progetto regionale).
E dunque, citiamole queste donne intraprendenti e attive: Virginia Carosielli, Mariangela Genovese, Antonietta Altieri, Stefania Acquaviva, Angela D’Aloia e Nausica Carosielli.
Non crediate che Celle sia un comune ripiegato in se stesso e nella nostalgia del passato. Al contrario, è un paese che mostra una grande apertura verso l’esterno. A Natale dell’anno scorso c’era un fiume di gente ad ammirare le spettacolari luminarie che hanno impreziosito le strade e gli angoli del paese, nonché tutte le decorazioni che la sindaca e la sua squadra di donne hanno curato personalmente. A settembre 2022 Celle ha partecipato ad una Conferenza europea della stampa francofona che si è svolta a Bari. D’estate qui arrivano persone da ogni dove, emigranti e turisti, che si trattengono per varie settimane, animando la vita sociale del paese. La sindaca ha partecipato ad una giornata di studi accademici, alla quale l’ho invitata, e ne ho ammirato la caratura politica e gli interessi culturali, dal momento che ha lanciato un appello a tutti gli studiosi presenti a volersi recare a Celle per studiarne il ricco passato ed il particolare patrimonio linguistico. La presenza sui social è impressionante ed il cittadino sempre ben informato di quello che accade qui. I momenti di festa non mancano e d’estate, ad esempio, potete assistere ad una rievocazione francoprovenzale in costume d’epoca.
Io devo ancora completare il mio giro in paese e nei dintorni, perché ho ancora tante cose da vedere. E sono sicura che la forza di queste donne avrà ancora modo di stupirci e di far parlare di sé.

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