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Al cinema le tante forme della maternità: ‘Maternal’ e ‘La vita che vorrei’

Al cinema le tante forme della maternità: ‘Maternal’ e ‘La vita che vorrei’

Due originali storie al femminile da non perdere, già presentate ai Festival e dirette dalle registe Maura Delpero e Phyllida Lloyd

Mercoledi, 19/05/2021 - Tornano ad essere distribuiti nelle sale film che attendevano di esordire sul grande schermo prima della pandemia, spesso già transitati e vincitori di premi in importanti Festival: fra questi ne segnaliamo in particolare due, firmati da due registe coraggiose ed interessanti, che propongono temi forti con uno stile personalissimo, ‘Maternal’ dell’italiana Maura Delpero, e ‘La vita che vorrei’, della cineasta britannica Phyllida Lloyd (trailer).

Presentato al Festival di Locarno 2019 e diretto dalla regista, sceneggiatrice ed insegnante Maura Delpero, unica italiana in concorso per il Pardo d’Oro, il film ‘Maternal’, racconta l’esperienza personale della regista che per molti anni ha lavorato a Buenos Aires, insegnando cinema in una casa d’accoglienza italo-argentina per madri adolescenti, l’Hogar, gestita da suore, un luogo in cui la maternità precoce di ragazze madri convive con il voto di castità delle suore che le accolgono, tra regole rigide e amore cristiano. La regista parte dalla sua storia personale per esplorare le molte forme di maternità possibili, le diverse chiavi interpretative dell’essere madre, per descrivere ciascuna delle quali l’opera sceglie un approccio non-giudicante.

Il film descrive infatti dal di dentro una realtà complessa, quella di giovanissime adolescenti-bambine, segnate da storie difficili o da inesperienza della vita, che danno alla luce bambini nati ‘quasi per caso’, spesso indesiderati e respinti dalle giovanissime madri che vengono cresciuti dall’amore di suore, più o meno materne, in particolare da alcune suore, donne in cui la maternità rimasta inespressa - quella fisica almeno - può trovare compimento nella missione di amare bimbi non propri, come nel caso di Suor Paola una giovane suora appena arrivata a Buenos Aires dall’Italia per finire il noviziato e prendere i voti perpetui, che diventa una seconda mamma per la dolce bambina di Luciana, detta Lu, giovanissima poco incline alla maternità.

“Per tanto tempo ho lavorato a Buenos Aires in un istituto religioso italiano per madri adolescenti - racconta Maura Delpero - non mi sono fermata sulla soglia a spiare dai corridoi ma sono entrata nelle loro stanze, le ho ascoltate e osservate, condividendo le loro inquietudini. Mi è piaciuto raccontare questa esperienza, come anche la realtà delle suore migranti, dato che anche io faccio su e giù tra l’Italia e l’Argentina. Forse mi era necessario raccontare questa storia, perché in ‘Maternal’ c’è tanto di me, del mio presente e del mio passato: l’odore d’incenso della bambina cattolica, le amicizie e gli amori di adolescente assetata di passioni, il senso di maternità della donna. Da questa posizione interna, personale ed emotiva ho iniziato a scrivere un film sulla loro singolare storia di giovani donne. Volevo raccontare ciò che conoscevo profondamente e ne deriva un cinema di realtà, con un cast da film neorealista: Lu non aveva mai recitato, mentre Fa aveva un po' di esperienza di teatro”.

‘Maternal’, che si è aggiudicato ben quattro premi al Festival di Locarno 2019 - la Menzione speciale della giuria del Concorso internazionale, il premio Europa Cinemas Label, il premio della Giuria Ecumenica e il secondo premio della Giuria dei Giovani - è prodotto dalla ‘Vivo Film’ di Marta Donzelli e Gregorio Paonessa, in coproduzione con Campo Cine, con il sostegno di Rai Cinema, del Fondo Regionale per il cinema e l’audiovisivo e di Roma Lazio Film Commission.

Diretto da Phyllida Lloyd e sceneggiato da Clare Dunne e Malcolm Campbell, un altro film di cui suggerire la visione è ‘La vita che verrà’, (titolo originale Herself), diretto dalla regista inglese Phyllida Lloyd (già nota per Mamma Mia! e The Iron Lady, biopic su Margaret Thatcher) che, dopo essere stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2020 nella selezione ufficiale e in Alice nella Città, e programmato in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulla Donne, è ora disponibile nella selezione dei film on demand su FilmTV.it ed uscirà in sala a partire dal 17 Giugno distribuito dalla BIM Distribuzione.

Oltre a raccontare una bellissima storia di solidarietà, coraggio ed amore materno, ‘La vita che verrà’ denuncia con grande forza le violenze intra-familiari, perpetrate troppo spesso ai danni di donne e bambini tra le mura domestiche, senza che le donne riescano a ribellarsi per paura o per mancanza di mezzi economici per fuggire e andare a vivere altrove. Il film trae spunto da eventi realmente accaduti e racconta la storia di una donna con due bambine che riesce finalmente a ribellarsi al marito violento, lottando per ricostruirsi una vita e per dare un futuro e una casa alle sue figlie.

Grazie alla sua grande capacità di fare rete ed all’aiuto di alcuni buoni amici, Sandra, dopo un ennesimo episodio di violenza, più grave degli altri, cui assistono anche le sue figlie, decide di fuggire ma il suo problema è la casa: infatti per poter essere davvero indipendente, la donna ha bisogno di un tetto per sé e per le sue bambine, già piuttosto traumatizzate dal padre e dalla fuga. Di necessità virtù, Sandra tenterà un’impresa davvero difficile, quella di costruirsi una casa da sola, partendo da zero, individuando un terreno accogliente e con l'appoggio di un gruppo di persone disposte ad aiutarla e a darle sostegno.

Anche se le cose non andranno tutte per il verso giusto, durante l'impresa la donna troverà la forza di ricostruire la sua vita e riscoprire se stessa.

“La vita che verrà racconta una storia difficile ma ricca di speranza - afferma la produttrice irlandese Sharon Horgan - Sandra è riuscita a liberarsi da uno spaventoso rapporto distruttivo, ha momenti down e una serie di ostacoli da superare, ma quella del film non risulta una storia triste. La protagonista ha una grande forza interiore e le persone si fanno in quattro per aiutarla. È una storia semplice, con una drammaturgia molto potente".

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