Incontro con la direttrice artistica dell’Ariano International Film Festival, a conclusione della tredicesima edizione
L'Ariano International Film Festival, giunto alla 13ma edizione, si è appena concluso e con Annarita Cocca, direttrice artistica, facciamo il punto tra uno sguardo al perscorso compiuto e i progetti per il futuro.
Prima di tutto parlaci degli esordi…
Ho iniziato a lavorare nel cinema nel 2003, sia come assistente alla regia, con Bruno Coltella (Ladri di barzellette) e Alberto Bassetti (Sopra e sotto il ponte), sia come segretaria di edizione, in particolare in: Callas Onassis (prodotto dalla Lux Vide), Ti ho cercata in tutti i necrologi (regia di Giancarlo Giannini), Babbo Natale non viene da Nord (regia di Maurizio Casagrande). Come aiuto regia, ho lavorato, tra gli altri, con Aurelio Grimaldi (La dalia nera), Guendalina Zampagni (Quell'estate), nonché registi di opera prima. Ho collaborato con produzioni internazionali di film italo-albanesi e italo-americani e diretto cortometraggi, documentari e spot, che tuttora mi vengono commissionati. Spero di poter realizzare un lungometraggio, anche se è assai difficile trovare i cospicui finanziamenti che servono.
Come nasce l’idea del festival del cinema ad Ariano Irpino?
Nel 2013, dopo aver vinto dei festival cinematografici con alcuni miei lavori, mio marito Daniele Langella, mi ha proposto di organizzare noi stessi ad Ariano Irpino, un festival del cinema. Inizialmente ero titubante, ma spinta anche da mio fratello Massimiliano, mi sono lasciata convincere. Abbiamo iniziato il percorso tra mille difficoltà, senza finanziamenti pubblici, chiedendo la sponsorizzazione ai grandi imprenditori locali che nei primi anni ci hanno convintamente sostenuto dandoci una grossa mano: da Farine magiche al Gruppo Vitillo, alla Lpa. Siamo partiti con un bando di concorso per lungometraggi, cortometraggi, animazione, corti scuola, senza restringere a una tematica specifica. Questo per dare spazio a chiunque, perché il festival va inteso come una vetrina per dare visibilità a ogni opera.
Da dove si origina la passione per il cinema?
Ce l’avevo dentro da piccola, pur non conoscendo quel mondo. Dopo il diploma al liceo classico Parzanese di Ariano, mi sono trasferita a Roma per studiare a La Sapienza, Lettere moderne (non c’era il DAMS), con indirizzo spettacolo, inserendo nel piano di studio anche esami di cinema e teatro. Durante gli anni di studio, ho partecipato anche a uno stage di scrittura cinematografica, conseguendo un diploma in regia e recitazione presso l'Università dello Spettacolo di Roma.Nel 2003 mi sono laureata, con una tesi sul cinema di Fellini. Dopo un anno, ho finalmente trovato una produzione che mi ha presa a lavorare come volontaria. Ho cominciato così a imparare il mestiere, scoprendo il lavoro enorme che c’era dietro la realizzazione di un film.
Parlaci degli sponsor AIFF, tra pubblico e privato…
Per la realizzazione dell’Ariano International Film Festival, negli anni sono subentrati vari sponsor: da quest’anno il principale è diventato ASi di Gabriele Scauzillo, a cui si uniscono ormai da anni, 3R Costruzioni, Irpiniastrade e Unicawi-fi Lo Conte, oltre al partenariato con l’Hotel Ristorante Biffi e la Pignata2.Zero. L’Associazione Vita, dotata di monovolumi elettrici, si occupa degli spostamenti degli ospiti, mentre Metallurgica Irpina ci fornisce le transenne. Il primo finanziamento della Regione Campania (ex L.R. 30/2016) lo abbiamo ricevuto dopo 7 anni e dopo 9, quello del MiC (Ministero della Cultura), che non è molto consistente. Un piccolo contributo ci viene dal Comune di Ariano, uno dalla Banca di Credito Cooperativo Flumeri (BCC), nonché dalla lotteria e dal 5 per mille all’associazione Rai.Co (nda:ass. promozione sociale, che presiede), che gestisce l’evento. In tal modo riusciamo a pagare (anche se non grandi cifre) tutti coloro che lavorano all’organizzazione degli eventi (tranne i volontari), dai social manager all’ufficio stampa, oltre a sostenere le spese degli ospiti. Organizzare il festival richiede un intero anno di lavoro: appena si conclude un’edizione,si comincia a lavorare alla successiva. Considerando altresì le convenzioni che facciamo con alcuni bar, possiamo dire che contribuiamo a smuovere anche un po’ l’economia.
Puoi fare un bilancio di questi 13 anni?
Ogni anno è sempre stata un’edizione a sé. Posso dire però con soddisfazione, che il Festival è gradualmente cresciuto, sia come partecipazione diretta da parte del pubblico adulto, che dei più giovani. Nei primi anni le sale erano semivuote: la popolazione sembrava non capire cosa accadesse. Nel tempo ha cominciato a seguire ed apprezzare le proposte partecipando attivamente alla giuria, alla visione e valutazione dei lavori, agli incontri con gli autori. L’anno scorso ha spiccato tra le altre, la presenza di Carlo Verdone. L’edizione appena conclusa ha avuto grande successo di pubblico, che ha apprezzato in particolare la presenza di Matteo Garrone con la sua masterclass, Raffaello Degruttola con il suo film fuori concorso (Amare un narcisista) e gli artisti internazionali che ha portato, Lyndsey Marshal, Stephen Campbell Moore, Sadie Frost, nonché di Angelo Maria Sferrazza con il cortometraggio su Livatino, unito alla presenza di Giovanni Bernabei (nda: produttore Lux Vide). I più giovani hanno molto gradito gli attori di Mare fuori: Luca Varone, Rebecca Mogavero, Elisa Tonelli, così come Samuele Carrino, protagonista de Il ragazzo dai pantaloni rosa. Per non parlare della presenza di Francesca Albanese, Relatrice speciale per i diritti umani nei territori occupati della Palestina, che ha segnato un momento di alto impegno civile. Tornando agli attori: servono ad avvicinare al cinema, per cui contiamo di portarne sempre di più. Grazie ad Internet le proposte internazionali di film, corti, documentari, animazione, che ci sono arrivate negli anni, sono aumentate: nella settimana del Festival portiamo in finale tra le 50 e le 70 opere. Come organizzatori,rispetto ai primi anni, abbiamo notato una significativa crescita tecnica anche delle opere italiane, anzi, spesso la loro qualità è superiore a quella straniera persino nell’animazione. Nell’edizione appena terminata, ha riscosso successo anche il documentario sulla radio (Onde ribelli) di Maurizio Pizzuto,presentato con Maurizio Lozzi, giornalisti dai quali è scaturita l’idea di una radio del Festival, che qualora i ragazzi volessero impegnarsi a portare avanti, sarebbe un’ottima iniziativa.
Che cos’è CinemaLand?
La gente si sta addentrando nei meccanismi del cinema e comincia ad avvicinarsi anche all’idea di praticare questo mestiere per il futuro. Io peraltro dall’anno scorso, proprio ad Ariano Irpino ho creato, in sordina, a mo’ di esperimento,CinemaLand, una scuola di cinema per ragazzi, che riproporrò anche quest’anno. Ho ricevuto un riscontro positivo: oltre 10 ragazzi hanno lavorato con me producendo dei cortometraggi, alcuni dei quali presentati anche all’AIFF: stiamo però per proporli anche ad altri festival. D’ora in poi sarò meno a Roma e più presente nella mia città d’origine per curare la scuola e creare delle attività. In futuro mi piacerebbe molto portare delle produzioni cinematografiche proprio nel nostro territorio, dal quale vorrei anche si formassero dei nuovi professionisti, alcuni in realtà,già in itinere come attori. Il cinema non dev’essere fatto solo a Roma o nelle grandi città, può, anzi deve partire, anche dai piccoli centri.
Nonostante la caratura della manifestazione, mancano sale cinematografiche degne di questo nome…
Clara Surro (nda:ufficio stampa) sostiene che stiamo portando l’acqua nel deserto, facendo un festival del cinema senza che ci sia il cinema. È peraltro vero che anche Cannes è nata senza cinema, così come il festival di Giffoni. Siamo fiduciosi nell’idea di poter in futuro costruire un cinema, come hanno fatto i grandi festival. Intanto sto leggendo di un finanziamento del MiC per la ristrutturazione delle sale cinematografiche: devo approfondire, per capire se si possa realizzare qualcosa insieme all’amministrazione comunale.
Come opera la giuria?
Facciamo una preselezione di film che dura dei mesi, attraverso una giuria che collabora ormai da anni, la quale si attiene a una scheda tecnica riportante criteri di regia, sceneggiatura, scenografia, musica, fotografia: dietro ogni opera c’è un grande lavoro. Un’altra giuria, tecnica, è composta esclusivamente da produttori e distributori, finalizzata a offrire eventuali opportunità di collaborazioni alle opere selezionate. Alcuni, come Angelo Bassi, Prashant Shah e Alfio Bastiancich, sono con noi dall’inizio, altri come l’americano Lester Ayala (che ha sposato una donna arianese), si sono aggiunti di recente.
Hai incontrato difficoltà come donna?
Sono nata nel 1978 e quando ho iniziato questo mestiere, essendo molto giovane e per di più, donna, in un mondo dominato dalla presenza maschile, abituato a considerare il ruolo femminile più che altro come attrice, ho avuto maggiori difficoltà ad essere presa sul serio. Oggi, che mi vedono come persona più matura, l’interlocuzione si è fatta un po’ più facile. Va considerato che nel frattempo le donne si sono imposte anche come registe: attualmente arrivano più proposte di opere dirette da donne che da uomini. Si è finalmente scoperto che anche noi donne possiamo fare, e bene, questo mestiere. Per quanto mi riguarda, di certo ho l’appoggio di tutta la mia famiglia e l’aiuto in particolare di mio marito, che si dedica alla gestione del sito e alla strutturazione degli eventi, nonché di mio fratello, che da commercialista cura i contratti, le sponsorizzazioni, la rendicontazione. È un affiatato trio che funziona. In ogni caso, tutti i sacrifici vengono ampiamente ricompensati dalla passione che i ragazzi profondono nel lavoro che fanno per una settimana, dalla loro gioia, dalla gratitudine che mostrano. Da bambina avrei voluto avere anch’io l’opportunità di avvicinarmi a quel mondo e così ora cerco di offrirla ai più piccoli.
Breve biografia di Annarita Cocca
Nata (24/08/1978) e cresciuta ad Ariano Irpino, dove ha conseguito il diploma di maturità classica presso l'Istituto P.P. Parzanese. Nel 2003 si è laureata in Lettere e Filosofia presso la Sapienza di Roma. Diplomata anche in regia e recitazione, presso l'Università dello Spettacolo di Roma.
Inizia la carriera nel mondo del cinema come assistente alla regia, in produzioni come: "Ladri di barzellette" diretto da Bruno Coltella e, "Sopra e sotto il ponte", diretto da Alberto Bassetti.
Come aiuto regia, ha lavorato tra gli altri progetti, a: "Quell'estate", diretto da Guendalina Zampagni, "La dalia nera", diretto da Aurelio Grimaldi e "Il ritratto incompiuto di Clara Bellini", diretto da Niko Ajazi.
Parallelamente, ha svolto il ruolo di segretaria di edizione (script supervisor) in numerose produzioni, tra cui cortometraggi, pubblicità e film. Tra i lavori: "Karma", diretto da Claudio Sorace; "Salomé", diretto da Claudio Sestieri; "Angela", diretto da Gianni Leacche; “Italiandreamers", diretto da Sandro Baldoni; “Callas Onassis”, prodotto dalla Lux Vide; “Ti ho cercata in tutti i necrologi”, diretto da Giancarlo Giannini; “Babbo Natale non viene da Nord”, diretto da Maurizio Casagrande; “Maggie e Bianca”, prodotta da Raimbow; “Settimo grado”, diretto da Massimo Cappelli.
Ha diretto vari progetti cinematografici: il cortometraggio "Alt", con Walter Nanni e Alberto Bognanni, trasmesso su Sky Cinema Mania; il documentario "Sulle orme di Padre Pio", prodotto da Mediterranea e distribuito da Eagle Pictures; il cortometraggio "Scioà", che ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti; il documentario “Castelli in Irpinia”, prodotto dall’Ente provinciale del turismo di Avellino; il documentario “Libero ingresso alla sicurezza al lavoro”, prodotto dal Ministero del lavoro; i cortometraggi “Rinuncia” e “Questo non è amore”, prodotti dalla Helios Film srl e in fase di postproduzione.
Dal 2013 è direttrice artistica dell'Ariano International Film Festival.
È stata anche docente di Tecniche cinematografiche e Storia del cinema presso diversi istituti.
Ricopre il ruolo di presidente dell'Associazione. Rai.Co. (a.p.s) e ha fatto parte di giurie di festival cinematografici, come il Picenta Film Festival, il Wolf Film Festival e il Premio Scuola Digitale.
Floriana Mastandrea
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