Login Registrati
Antonietta De Lillo, regista de 'Il Resto di Niente': intervista di Maria Paglia

Antonietta De Lillo, regista de 'Il Resto di Niente': intervista di Maria Paglia

Il film su Eleonora de Fonseca Pimentel, eroina della Rivoluzione napoletana del 1799, proiettato a Trevico nell'ambito della rassegna cinematografica 'Scola, Prima!'

Lunedi, 11/08/2025 -

Nell’ambito della rassegna cinematografica “Scola, Prima!”, svoltasi a Trevico (AV), paese natale del regista Ettore Scola, è stato proiettato in piazza il film di Antonietta De Lillo “Il Resto di Niente”, presente la stessa regista. Il film, tratto dall’omonimo romanzo di Enzo Striano, racconta attraverso gli occhi di Eleonora de Fonseca Pimentel il breve periodo della rivoluzione partenopea del 1799 e della Repubblica napoletana. La proiezione è avvenuta proprio nella piazza in cui è presente un tiglio secolare, che tradizione vuole essere stato piantato nel 1799, quale albero della libertà. Abbiamo incontrato la regista del film, Antonietta De Lillo cui abbiamo rivolto alcune domande.

Perché il riferimento a questo momento storico, la Rivoluzione napoletana del 1799 e, in particolare, il personaggio di Eleonora de Fonseca Pimentel?
Come ho detto alla fine della proiezione del film, io non decido mai… mi faccio portare dagli avvenimenti: una persona che mi è molto cara, che mi conosce bene, mi ha detto “ho letto questo libro mi è molto piaciuto devi farci un film”. Io mi sono fidata e una volta che abbraccio il compito, allora mi sento impegnata e mi ci dedico, così mi sono dedicata a studiare la Repubblica napoletana, a studiare tutto ciò che accadeva nel territorio del sud Italia. Mi si sono avvicinate delle persone perché è una storia molto viva, come se la Repubblica napoletana stesse ancora aspettando il suo compimento.Ho letto altri libri su Eleonora ma non l’avrei fatto, questo film, senza una vicinanza con Striano. Il resto di niente è infatti un libro straordinario, che ha innanzi tutto uno sguardo anche critico verso i rivoluzionari, com’era un po’ Striano, un uomo giusto, un uomo equilibrato ma un equilibrato non pavido, quindi sicuramente simpatizzante dei cambiamenti. La figura di Eleonora è stata centrale proprio per il suo essere unica nel gruppo dei rivoluzionari, unica per molti motivi, il più evidente era una donna; secondo non era napoletana ma era forestiera, quindi consapevole ma passionaria fino ad un certo punto, diciamo una intellettuale con il cuore; mentre in altri libri Eleonora sembra una femminista invasata invece quello di Striano è uno sguardo equilibrato che non rinuncia alla femminilità di Eleonora. Poi è successo che ho dovuto guardare in faccia un’Italia che diventava sempre più arrogante e priva di valori: io questa cosa l’ho vissuto sulla mia pelle, tanto che ne ho fatto un ritratto nel film “L’occhio della gallina” nella convinzione che era importante fare un film politico, civile e che il mio privato non era privato ma pubblico.

L’aver proiettato "Il Resto di Niente" in un piccolo paese come Trevico, paese natale di Scola, in piazza, quali sentimenti, emozioni ti ha suscitato?
Io creo nelle comunicazioni immaginarie, quindi, in questo momento mi riferisco a Scola che mi ha difeso pubblicamente e personalmente e che ho avuto anche il piacere di averlo a casa mia. Immagino che lui sia molto contento di vedere questo paesino così attivo e così culturalmente curioso. Forse proietto su di lui questo mio piacere nel senso che sono contenta che il Sud nel nostro paese prenda consapevolezza che la cultura possa avere una sua rilevanza. Io non sono irpina, sono campana, sono una "generica" donna del sud e tifo per noi.

Quale messaggio vuoi veicolare con questo tuo film?
Sono una regista che non fa questo mestiere per la vita, io il cinema l’ho incontrato per caso anche per realizzare un sogno, forse di qualcun altro, però col cinema mi sento a mio agio, non così con la scrittura per esempio. Per me è più importante la vita; il cinema è solo uno strumento. Anche nel caso de “Il Resto di Niente” mi sento spettatrice dei miei film ma vorrei sottolineare che questo non è un romanzo storico ma politico: questi ragazzi hanno inciso sulla cultura.

Non ti sembra che nel film, attraverso le parole di Eleonora, mentre viene condotta al supplizio, traspaia un sottile nichilismo? In fondo, di questa esperienza di rivoluzione durata solo sei mesi, che cosa rimane? Il resto di niente!
È qui che traspare la differenza fra me e Striano. Io ho girato fino all’ultimo giorno e l’ho mandato al festival di Venezia con un altro finale. Eleonora che entrava nel tunnel e lo percorreva tutto, e proprio alla fine di questo tunnel c’era un’altra figura con un manto nero quasi come se fosse la morte all’albergo dei poveri, questo manto nero poi disvelava la figura di Graziella con gli orecchini che Eleonora le aveva regalato ed entrambe le donne si guardavano e sorridevano quasi a voler significare un connubio fra il popolo e la nobiltà, quasi in uno sguardo di comprensione. Poi la macchina si alzava a svelare la città come è oggi. Volevo dare continuità a questa esperienza.

Come mai un film così bello così potente e nello stesso tempo elegante e delicato alla fine non è arrivato al grande pubblico?
Il problema sta tutto nella distribuzione, che rappresenta il momento più delicato, anzi è il momento più spietato e spesso, non sempre, si distribuiscono in centinaia di copie film non memorabili mentre altri meritevoli di essere visti rimangono nel cassetto. Il “Resto di Niente” ha una genesi particolare: sono stata venduta da una società all’altra per via di un cospicuo finanziamento pubblico che il film aveva ottenuto. Quando mi sono resa conto che nonostante tutto il film era venuto bene e stava riscuotendo   importanti consensi anche dal presidente della Repubblica, e incredibilmente gli esercenti chiedevano le copie e non gli venivano date, allora ho deciso di difendere non solo il mio lavoro ma anche quello di tutti gli artisti che avevano partecipato alla realizzazione del film. Fare un film è un’azione molto delicata e nel momento in cui esce bene e ha buoni riscontri è un peccato vedere che poi tutto viene bloccato senza motivo. Così ho portato avanti una causa che è come un’epopea e dura ancora oggi. Però nonostante la non distribuzione io comunque vedo che il film è conosciuto e segnalato in rete ed è anche segnalato fra i 100 film da vedere dal centro sperimentale. È un po’ come l’acqua che si infiltra dappertutto e malgrado tutto……e non può essere fermata.

Intervista a cura di Maria Paglia


Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®