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Baudelaire e Saturno, i maestri dei Poeti maledetti

Baudelaire e Saturno, i maestri dei Poeti maledetti

I grandi poeti maledetti francesi: maestri e influenze

Lunedi, 06/05/2013 - Baudelaire e Saturno, i maestri dei Poeti maledetti



Anni fondamentali per la poesia quelli che in Francia vanno dal 1861 (seconda edizione di Les Fleurs du Mal di Charles Baudelaire) al 1876 (pubblicazione della terza raccolta del Parnasse contemporain, antologia poetica): Verlaine pubblica le sue prime quattro raccolte ( Poèmes saturniens, 1866; Fetes galantes, 1869; La bonne chanson; Romances sans paroles, 1874), Rimbaud inizia e finisce la sua breve carriera di meteora della Letteratura francese (1869-1873), Villiers de l'Isle-Adam pubblica Isis (1862), Elen (1865), Morgane (1866), la prima parte di Axel (1872), Mallarmé da' alle stampe Hérodiade (1869) e l'Après-midi d'un Faune (1876). Appaiono anche Les chants de Maldoror (1868-1869) di Lautréamont, Les amours jaunes (1873) di Tristan Corbière, Le coffret de santal (1873) di Charles Cros e le prime prove di Germain Nouveau, autori quest'ultimi "minori", ma che contribuiscono a chiarire il quadro complesso di questo periodo.

Sono anni rivoluzionari che cambieranno radicalmente il modo di fare poesia. Nascerà una poesia suggestiva, fluida, musicale (Verlaine: Musica prima d'ogni altra cosa, Jadis et naguère) che richiama il mistero, l'inconscio, il sogno, la surrealtà (Rimbaud), la mistica delle corrispondenze (Rimbaud: Suoni, colori e sentimenti si corrispondono, Voyelles), un'alta concezione dell'ideale, uno sforzo cosciente per fare della parola poetica un linguaggio esoterico per soli iniziati (Mallarmé) e nuovo - "accessibile a tutti i sensi", Rimbaud - che rompe la tradizione della forma poetica. Ricordiamo che Rimbaud scrive anche Les Illuminations, che confermano l'era del poema in prosa iniziata da Baudelaire. Una poesia all'opposto della concezione parnassiana - che proclamava l'impassibilità e la forma troppo rigorosa -, del positivismo e del realismo.

E' Verlaine che raccoglierà sotto l'etichetta di Poètes maudits (1884) i profili di quasi tutti questi poeti: Corbière, Rimbaud, Mallarmé, Villiers, se stesso e la poetessa Marceline Desbordes-Valmore. Poeti innovatori, fuori e contro le scuole ed il rispetto delle regole vigenti, vagabondi, ammalati di ignoto, d'ideale, d' infinito, maledetti spesso anche per l'esistenza tulmutuosa vissuta, per la rivolta e l'emarginazione che li caratterizzano, per l'appartenenza all'influenza di Saturno (prefazione ai Poèmes saturniens di Paul Verlaine):



Dunque, i nati sotto il segno di SATURNO

fulvo pianeta, assai caro ai negromanti,

hanno fra tutti, secondo le formule antiche,

un bel pò di sfortuna e una bella dose di bile.

Inquieta e debole, la loro immaginazione

rende inutile in essi lo sforzo della Ragione.



Saturno porta agli uomini la sfortuna e Verlaine si sente segnato dalla sfortuna. Non a caso. Infatti, ha iniziato a bere per fuggire alla sua tristezza ansiosa e, sotto l'effetto dell'assenzio, è vittima di crisi di furore insensato. Muoiono il padre ed una cugina alla quale era molto legato.

Non meravigli che l'autore delle Poesie saturnine non citi fra i maledetti Charles Baudelaire al quale tanto devono i Poeti delle nuove generazioni. Verlaine già nel 1865 aveva dedicato un lungo studio al Poeta dello Spleen, definendolo padre della poesia moderna, capace di esprimere e raccontare l'uomo contemporaneo. A Baudelaire, maestro per i poeti maledetti, si ricollegano tanti temi trattati dal gruppo: la rivolta, il satanismo, la ricerca dell'Assoluto, la tecnica severa dell'Arte, la gioia amara nel Male.

Nei prossimi numeri parlerò di Baudelaire, della comunione poetica per Edgar Allan Poe che l'accumunò a Mallarmé, di Verlaine, Rimbaud e Mallarmé.



Fausta Genziana Le Piane

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