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Chi vuole la pace non invia armi: il documento del Coordinamento delle Donne in nero di Piombino

Chi vuole la pace non invia armi: il documento del Coordinamento delle Donne in nero di Piombino

In vista delle prossime elezioni europee, il documento che invoca la pace è ipirato alle 'Donne del sole' palestinesi e alle 'Donne che osano la pace' israeliane

Giovedi, 16/05/2024 - Riceviamo e pubblichiamo
Sollecitiamo le donne e gli uomini che vogliono la pace a votare per quei partiti politici la cui posizione sia chiara in merito ai temi del disarmo, della cessazione delle forniture di armi all’Ucraina e agli altri Paesi belligeranti; votare i partiti che scelgono la diplomazia come unica soluzione possibile ai conflitti, non solo in Ucraina e in Palestina, ma anche a livello mondiale.
La guerra non è mai una scelta per la difesa della democrazia, ma una scelta a vantaggio della speculazione finanziaria. I crescenti investimenti a favore del settore della difesa e il contemporaneo indebolimento della diplomazia dei Paesi europei, ci preoccupano. Tralasciando ogni richiamo alla nostra vituperata Costituzione in tema, ricordiamo che l’Italia ha aumentato le sue esportazioni di armi a favore di clienti quali il Qatar (in uno scambio di armi per il gas), l’Egitto e il Kuwait.
L’Ucraina è diventato il principale importatore di armi nel 2023.
In questo quadro drammatico, le Istituzioni europee privilegiano l’aumento degli investimenti nel settore bellico, contribuendo alla devastazione ambientale, sociale ed economica dei Paesi in guerra, a scapito degli investimenti in politiche sanitarie, sociali e ambientali.
Basta decreti di urgenza: ristabiliamo il principio di superiorità della democrazia su quello della speculazione finanziaria! Tutti sanno che gli unici vincitori del conflitto ucraino-russo, qualunque esito esso avrà, saranno i produttori di armi, l’industria estrattiva del gas e con essi gli USA. Tutti sanno che il nostro Continente sarà quello che uscirà più indebolito da questa guerra, in termini economici e politici, con la NATO che di giorno in giorno incide sempre più nelle politiche degli Stati europei.
La nostra idea di Europa è quella di Paesi alleati il cui collante non sia la paura della sopraffazione militare dei vicini, ma la crescita comune in termini di diritti sociali e civili, in termini di ambiente sano, di giustizia sociale e di PACE.
Queste elezioni dovrebbero trasformarsi in un referendum chiaro sulla questione della pace e della guerra.
In quest’ottica, invitiamo tutte le donne e gli uomini che vogliono un futuro di pace per i propri figli e nipoti a votare partiti politici che rifiutano la logica della guerra.
CHI VUOLE LA PACE NON INVIA ARMI

E' il documento prodotto dal Coordinamento delle "Donne in nero" di Piombino (Li), "preoccupate per la scelta fra la PACE o la guerra", in vista delle prossime elezioni europee. Ipirandosi alle 'Donne del sole' palestinesi e alle 'Donne che osano la pace' israeliane il Coordinamento si ritrova "come fanno altri gruppi di donne in tutta Italia, per richiedere il CESSATE IL FUOCO su Gaza e Ucraina e ricordando le vittime di tutte le guerre".

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