La casa editrice "La Tartaruga" fondata da Laura Lepetit compie cinquant’anni: ha costruito uno spazio che non c’era e ha messo in luce la letteratura delle donne.
Lunedi, 08/12/2025 - Nel 1975 Laura Lepetit fondò a Milano la casa editrice La Tartaruga col proposito di dedicarsi alla pubblicazione di opere della letteratura femminile italiana e straniera, «per riempirla di libri assolutamente necessari, da leggere ad ogni costo». «Avevo appena letto Le tre ghinee di Virginia Woolf e scoperto con stupore che nessuno lo aveva ancora tradotto. Lo faccio io, decisi. La Tartaruga è nata così». E proprio questo miliare testo di Virginia Woolf è il primo libro ad inaugurare il catalogo della casa editrice. Laura Lepetit voleva pubblicare «una serie di libri che dimostrassero come la scrittura delle donne avesse un suo percorso, una sua importanza, un suo diramarsi in certi temi» perché «anche la letteratura fa parte del pensiero delle donne. Questa era la tesi di fondo». D’altra parte, secondo Laura Lepetit, l’editoria è donna: «per fabbricare un libro ci vogliono cure e pensieri come per un figlio, bisogna inventarlo, prepararlo, seguirlo fino a che esce di casa e poi trepidanti seguire i suoi successi o insuccessi: un lavoro perfetto per una donna».
E perché il nome “La Tartaruga”? «Mentre cercavo un nome per la casa editrice mi è capitato di leggere un articoletto su una rivista che diceva: “La tartaruga è un animaletto simpatico, va piano, si porta la casa appresso e si contenta di qualche foglia di insalata”. Ah, ma questa sono io, ho pensato. Mi piace andar piano, mangio molta insalata e mi porto sempre appresso la casa». Più tardi Laura scoprì anche che nel parco di Bomarzo c’è una statua che rappresenta una tartaruga che regge una donna che porta il mondo sulle spalle, e perfino che un anello Navajo a forma di tartaruga simboleggia la “listening woman”.
Erano i mitici anni Settanta: nel 1970 Rivolta Femminile aveva fondato la casa editrice Scritti di Rivolta femminile, che pubblicava gli scritti del collettivo tra cui quelli di Carla Lonzi; nel 1972 nasceva Edizioni delle donne, fondata a Roma da Anne Marie Boetti (critica d’arte), Maria Caronia (segretaria di redazione di “Tempi moderni”), Manuela Fraire (architetta) e Elisabetta Rasy (scrittrice e giornalista), che è rimasta in attività fino al 1982; nel 1975 nasceva anche la Libreria delle donne di Milano in via Dogana, e altre librerie verranno poi aperte a Torino, Bologna, Roma, Firenze, Pisa e Cagliari; ancora nel 1975 Adela Turin e Nella Bosnia fondavano a Roma la casa editrice Dalla parte delle bambine - ereditando il titolo del capolavoro di Elena Gianini Belotti -, attiva fino al 1983, che pubblica storie per l’infanzia con l’obiettivo di mettere in discussione ruoli di genere e stereotipi sessisti.
Il catalogo della casa editrice La Tartaruga vanta ben tre autrici che riceveranno il premio Nobel per la letteratura: Nadine Gordimer, Doris Lessing e Alice Munro. Inoltre La Tartaruga pubblica tra le altre, opere di Virginia Woolf, Gertrude Stein, Grace Paley, Margaret Atwood, Ivy Compton-Burnett, Barbara Pym, Anna Banti, Paola Masino, Gianna Manzini, Francesca Duranti, Silvana Grasso, Silvana La Spina, e la saggistica femminista prodotta dal gruppo Diotima. Tutti testi che, in qualche modo, corrispondevano ad un ideale letterario più che a schemi di contenuto o alla notorietà dell’autrice. «Erano tempi felici. Si pubblicavano libri in base alla loro qualità, in base alla loro affinità col progetto editoriale che si cercava di realizzare»… tempi così lontani dai tempi di oggi schiavi del mero profitto.
Nel 1997 le difficoltà del mercato editoriale convincono Laura Lepetit a cedere marchio e catalogo alla Baldini & Castoldi. Dopo un’interruzione dell’attività, nel 2017 il marchio entra invece a far parte di La nave di Teseo e qui inizia un nuovo percorso.
Nel 2021, a seguito della morte della fondatrice Laura Lepetit, Elisabetta Sgarbi - direttrice di La nave di Teseo - annuncia l’intenzione di rilanciare La tartaruga, nominando la scrittrice Claudia Durastanti nuova curatrice del marchio. «La Tartaruga inizia un nuovo corso ne La nave di Teseo. Abbiamo pensato che non bastasse rispettare l’impronta femminile e femminista data dalla sua fondatrice e abbiamo inteso chiedere a Claudia Durastanti di diventare, della Tartaruga, curatrice editoriale, assieme a me – ha dichiarato Elisabetta Sgarbi -. La nuova Tartaruga pubblicherà quattro-cinque titoli l’anno, e spazierà tra i generi (narrativa, saggistica, memorialistica, poesia)».
Spiega la curatrice Claudia Durastanti: «È un momento vivace per l’editoria femminista: non solo assistiamo al recupero di molti testi scritti da donne, ma è più visibile l’attività di traduttrici, editor e redattrici che fanno i libri. A differenza degli anni in cui Laura Lepetit ha fondato La Tartaruga con il sostegno di una comunità di militanti e intellettuali, oggi una casa editrice con questa vocazione per fortuna non è più una realtà solitaria. Tuttavia, per evitare di disperderne i significati, bisogna continuamente ridisegnarne i confini e tracciare nuove rotte. Una via possibile è scegliere dei classici contemporanei. La memoria letteraria è come una marea: quando le acque dell’attualità e delle mode si ritirano, riappare il fondale, e lì vediamo ciò che si è depositato, il testo che è rimasto. Oggi i libri della Tartaruga aspirano a essere bellissimi residui su uno strato oceanico, misteriosi e semplici allo stesso tempo».
*Fonti bibliografiche
Vent’anni di libri per La tartaruga. Catalogo 75-95, La tartaruga, 1995
Laura Lepetit, Autobiografia di una femminista distratta, Nottetempo, 2016
Vera Navarrìa, I libri delle donne. Case editrici femministe degli anni Settanta, Villaggio Maori, 2019
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