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Claudio Saccari 1964 - 2014. Cinquant’anni di Fotografia

Claudio Saccari 1964 - 2014. Cinquant’anni di Fotografia

Claudio Saccari 1964 - 2014. Cinquant’anni di fotografia: dal 15 dicembre l’antologica dell’artista al Palazzo del Consiglio regionale di Trieste

Domenica, 21/12/2014 - Comunicato Stampa



Claudio Saccari 1964 - 2014. Cinquant’anni di fotografia: dal 15 dicembre l’antologica dell’artista al Palazzo del Consiglio regionale di Trieste



Conferenza stampa: venerdì 12 dicembre dalle ore 12.30 · Sala azzurra del Palazzo del Consiglio regionale (II piano)· Trieste



Inaugurazione: lunedì 15 dicembre ore 13.00 · Palazzo del Consiglio regionale · Trieste



MARTEDÌ 23 DICEMBRE VISITA GUIDATA



S’inaugura lunedì 15 dicembre ore 13.30 al Palazzo del Consiglio regionale di Trieste, alla presenza del suo Presidente Franco Jacop, la mostra antologica Claudio Saccari 1964 - 2014. Cinquant’anni di Fotografia, dedicata al mezzo secolo di attività dell’artista triestino. La rassegna, curata dall’arch. Marianna Accerboni, propone un centinaio di immagini in bianco e nero e a colori, suddivise in 5 sezioni: 4 di queste, ripercorrono l’evoluzione del linguaggio dell’autore dal mezzo analogico a quello digitale e dallo stile narrativo a quello surreale fin quasi al limitare dell’astrazione. Una sezione speciale è dedicata ai Sentieri della Memoria, che comprende una ventina di foto realizzate da Saccari nel 2014 e dedicate al tema della Grande Guerra nelle province di Pordenone, Udine, Gorizia e Trieste (fino al 31 gennaio 2015. Orario: da lunedì a giovedì 9.30 ·12.30 e 14.30 · 16.30 / venerdì 9.30 · 13.00 / info: 040 3773106 · 335 6750946).



Fascinoso e razionale, incantato ed equilibrato - scrive Accerboni - da cinquant’anni Saccari fotografa, avvalendosi dei mezzi più diversi, il mondo e la nostra anima.

Attento e curioso viaggiatore e umanissimo narratore di genti, usi e costumi, di vedute e di silenzi, di astrazioni e favole, li interpreta attraverso pigmenti colorati e in bianco e nero, mediante l’approccio analogico o quello digitale, su carta baritata d’argento o altri supporti.

Tra i suoi temi prediletti, il paesaggio, che affronta, accelerando e spesso in un certo senso forzando magicamente e con una certa audacia le proprie scelte cromatiche e consegnandoci così un mondo altro, che porge al fruitore con il sorriso e la semplicità di chi si esprime naturalmente, con il talento, l’inventiva e il fair play di sempre.



Nell’occasione appunto di cinquant’anni di attività, il catalogo testimonia in modo molto esaustivo e capillare l’itinerario creativo di questo valente fotografo-artista, che spesso ha saputo usare il mezzo fotografico come una matita o un pennello, per progettare la contemporaneità, seguendo istintivamente le istanze delle avanguardie e di più linguaggi del ‘900, dall’espressionismo al neorealismo e al surrealismo, dal collage d’ispirazione pop alla narrazione figurativa classica e neoromantica fino a giungere all’astrazione. Un catalogo che racconta di una vita, spesa in parte ai vertici del settore Comunicazione del Lloyd Adriatico, ma sempre volto con passione alla fotografia, attraverso la quale l’Autore esprime spesso con taglio scenografico il concetto di comunicazione per immagini.



L’evoluzione stilistica è testimoniata in catalogo attraverso 4 sezioni:



gli anni in bianco e nero (1964 - 1974), in cui l’artista ci rivela le sue molteplici anime: quella di acuto osservatore e giornalista (non dimentichiamo che era iscritto all’Ordine dal 1976) come si riscontra per esempio ne Le comari del ’64 (1° Premio Agfa), e in Rugby del ’67 (1° Premio Reus e 1° Premio Biennale di Macerata); e quella di sperimentatore dall’inclinazione surreale come nell’Autoritratto del ’65. Capace nel primo caso di testimoniare la realtà attraverso un particolare o uno scorcio, nel secondo caso di stravolgerla miracolosamente e di trasformarla in un’interpretazione straniata e talvolta un po’ inquietante di quanto appare. L’antico paesaggio urbano di Trieste e quello carsico, immagini forzate nel dettaglio in sede di camera oscura, assumono alla fine la valenza di preziose incisioni. Originalissima e surreale è Ab ovo, dall’inizio alla fine del ’72, in cui Saccari, con intuito magrittiano, inventa e costruisce un’immagine dal forte taglio comunicativo, che ha la forza delle invenzioni di Oliviero Toscani; mentre Amici dello stesso anno, fotografa con grande originalità un ambiente, un concetto e un pensiero. L’immagine femminile è infine resa con icastica, convincente purezza.



gli anni del colore (1974 - 1984) o dell’uomo e della natura in movimento:

foto intensissime evocano con raffinata sintesi e azzeccatissimi contrappunti di luce l’Oriente e la Grecia, creando nel nostro animo forti suggestioni, che si acquietano nei colori assolutamente fantastici dello storico Giardino Pubblico di Trieste, nel pathos della Bora scura in Carso o dello spazio onirico in cui fu sepolto in Sicilia Pirandello.



gli anni della composizione (1984 - 1994) ecologia, guerra, varia umanità, sperimentazione su più fronti: ancora attestato nel sistema analogico, Saccari sperimenta molteplici linguaggi, affronta temi allora e tuttora attuali, quale quello ecologico, e tecniche che legano la fotografia al collage d’ispirazione fantastica, il sogno alla realtà metropolitana, intrecciandoli a segnali e testimonianze di varia umanità e di bellezza interiore ed esteriore.



l’avvento del digitale (1994 - 2014),

muta in parte la creatività di Saccari, suggerendogli nuove soluzioni e insperate, magiche opzioni. Come quella d’inserire attraverso la computergrapghic (o elaborazione a computer) una fiammella accesa nel blù della notte a Stoccolma (1995) o d’identificare cromaticamente in modo del tutto personale la Borsa di Chicago (2000), di creare una Chiesa sospesa nel cielo nero di Tarvisio o di fotografare il concetto di nebbia in Veneto. Il digitale supporta, suggestiona - conclude Accerboni - e favorisce ulteriormente la sua vena fantastica e ormai ogni aspetto della sua creatività ne risente positivamente, comprese certe immagini precedentemente realizzate con il mezzo analogico, cui Saccari conferisce nuova verve, attualizzandole proprio con il mezzo digitale e grazie alla sua inesauribile vena fantastica e al suo intuito scenico.



Claudio Saccari è nato a Trieste dove vive e opera. Ha iniziato a fotografare nel 1964 e ha partecipato a numerosi concorsi nazionali e internazionali. Giornalista e pubblicista dal 1976, ha collaborato a riviste e quotidiani di prestigio. Le sue fotografie sono state pubblicate su Israel Forum, Panorama, Imagen y Sonido, Turismo e Oggi. Ha esposto in sedi prestigiose, tra cui i saloni internazionali di Bordeaux, Praga, Reus e Belgrado e all’Ufficio di Collegamento della Regione FVG a Bruxelles. E’ stato insignito di numerosi primi premi e importanti riconoscimenti.



DOVE: Palazzo del Consiglio regionale · Piazza Oberdan, 6 · Trieste

QUANDO: 15 dicembre 2014 · 31 gennaio 2015

ORARIO: da lunedì a giovedì 9.30 ·12.30 e 14.30 · 16.30 / venerdì 9.30 · 13.00

A CURA DI: Marianna Accerboni

CATALOGO: sì

INFO: 040 3773106 · 335 6750946



Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione

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