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Consultori in Toscana: l’evoluzione (positiva) del servizio territoriale sociosanitario

Consultori in Toscana: l’evoluzione (positiva) del servizio territoriale sociosanitario

Valeria Dubini: 'le prestazioni e i piccoli interventi che si aggiungono all’accoglienza e all’ascolto sono le risposte alle nuove esigenze delle donne e delle operatrici'

Sabato, 04/05/2024 -

La testimonianza di Valeria Dubini, presidente nazionale di AGITE e direttrice dell’Area consultoriale regionale Toscana, ci racconta una realtà in controtendenza rispetto all’andamento generale circa l’attenzione che la Sanità pubblica ha riservato nel tempo a questi servizi. “In Toscana è andato crescendo il numero delle donne che per essere seguite in gravidanza si rivolgono ai Consultori Familiari: prima avevamo un 60% che andava dal privato e il 40% nel pubblico e ora la percentuale si è rovesciata. Probabilmente è dovuto a una serie di offerte che vanno a completare la semplice assistenza medica, infatti nei Consultori si organizzano corsi di accompagnamento alla nascita, incontri con le ostetriche, momenti di confronto fra donne, ci sono poi mamme amiche che supportano altre donne in gravidanza accompagnandole nei passaggi successivi. Sono momenti di relazione e socialità fondamentali. È esattamente lo spirito della legge istitutiva, che ha inteso unire il sociale e il sanitario, affrontando le problematiche di salute da un punto di vista non solo di patologia ma anche di benessere. Un ruolo decisivo lo ha giocato l’autodeterminazione delle donne, entrate da protagoniste e partecipando attivamente con i professionisti alla tutela della propria salute. Un approccio assolutamente diverso da quello che può essere un rapporto individuale ambulatoriale. Da sottolineare, inoltre, l’aspetto della multidisciplinarità, di cui oggi parliamo come una svolta: già nel 1975 era previsto con la presenza di psicologi, assistenti sociali insieme a ginecologi e pediatri”.

La realtà che Dubini illustra è esattamente quella che dovrebbe caratterizzare l’operato di tutti i Consultori, anche in una prospettiva di aggiornamento e rivisitazione dell’organizzazione interna. “Certo, vanno inseriti cambiamenti, oggi non si può pensare solo all’accoglienza e all’ascolto, occorre poter intervenire anche sulla salute e per questo abbiamo bisogno di una strumentazione che negli anni Settanta non era pensabile: per esempio un ecografo che ci permette di dare risposte immediate in modo fluido e senza aspettare i tempi degli ospedali. I Consultori devono diventare luoghi in cui alle risposte immediate si possono collegare anche le necessità successive che possono avere bisogno dell’ospedale”.

Un cambiamento, questo, dettato anche dal ricambio generazionale delle/dei professioniste/i nei Consultori ci lavora, processo fisiologico in atto negli ultimi anni. “Le nuove operatrici hanno bisogno anche di un supporto tecnologico e culturale che vada verso il completamente dei percorsi di assistenza e di cura. Come prime operatrici noi eravamo gratificate di lavorare in questi contesti relazionali, ma oggi è cambiata anche la società, che ha aspettative diverse; inoltre ci sono regole per cui le strutture non possono essere aperte, se non nel percorso sanitario. Quindi le operatrici, oggi, oltre all’accoglienza vogliono poter cambiare ruolo e accedere a percorsi un po’ più professionali e magari organizzare nel Consultorio dei servizi che accompagnino le donne in alcuni piccoli interventi in strutture intermedie. In prospettiva vedo un percorso interessante e più fluido per le donne e anche per le operatrici, le quali possono integrare vari livelli e piccoli interventi. Per piccoli interventi intendo anche le interruzioni volontarie di gravidanza. In questo il Covid ci ha aiutate, poiché con la pressione negli ospedali è venuto spontaneo spingere sull’aborto medico. È l’esempio di un percorso virtuoso da cui dovremmo imparare per portare avanti la qualità insieme alla quantità, sempre dando risposte complete e mettendo al centro la donna e la sua salute”.

Questo articolo è parte del progetto 'I Consultori alla prova del passaggio generazionale' dell'Associazione NOIDONNE TrePuntoZero sostenuto con i fondi dell'8xMille della Chiesa Valdese
Tutti i materiali del progetto, qui https://www.noidonne.org/consultori-familiari/index.php


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