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Coscienza e libertà contro il binomio devianza-potere

Coscienza e libertà contro il binomio devianza-potere

L’analisi degli ultimi fatti ci spinge a riflettere sulla necessità di essere libere e coscienti nel proporre un nuovo Presidente della Regione Lazio possibilmente non “ricattabile”, meglio se donna, ben presente nella vita politica del Paese

Sabato, 31/10/2009 - Da giorni non si fa altro che parlare dell’affaire “Marrazzo”, ed è giusto che si faccia luce sui veri fatti e mandanti della triste vicenda, nonostante la rapidissima uscita di scena del Governatore dalla vita politica. Parlare di questo fatto di cronaca sta spostando l’interesse, dalle nuove rivelazioni di Ciancimino sul famoso “papello” originale nel quale compaiono nomi eccellenti. Nomi che probabilmente una parte del popolo italiano non conoscerà mai, nel senso che la notizia verrà “artatamente interpretata” come accade per molte altre informazioni. Mai come ora s’impone la responsabilità da parte di chi sa, ed è ancora libero di comprendere, di non omologarsi, per saper distinguere il bene dal male, la credibilità dalla menzogna, la rettitudine dalla criminalità organizzata. Il male penetra vischiosamente nelle maglie del sistema ignorandone perfino il colore politico. Il comportamento sessuale discutibile nel mondo della politica non è una recente acquisizione, ma un’abitudine radicata nei secoli. Ovviamente e per fortuna le eccezioni esistono, ma il binomio devianza-potere rientra nei canoni del dominio dell’essere umano, e mai come adesso era stato così chiaro e così leggibile: “…le pratiche e le tecniche di un potere che, per volontà e per metodo, abusa di se stesso mostrandosi come pura violenza”, come afferma G. D’Avanzo in un articolo odierno su “La Repubblica” parlando di killeraggio politico. Che mondo si prepara per le nuove generazioni e per la nostra vecchiaia se non interveniamo subito con l’Io cosciente? Le donne hanno la possibilità e il dovere-diritto di fare chiarezza, di cominciare a chiedere conto sull’operato dei politici, su chi fa politica per una necessità narcisistica, su chi si assenta facendo passare una legge come quella dello “scudo fiscale”, e su tutto l’operato dei gruppi a cui si dà, anche per disperazione, ancora fiducia. Occorre rigore e decenza. Appunto per questo è urgentissimo esserci per far sentire una voce cosciente, altrimenti il fallimento sarà inevitabile. Il potere, fantoccio della stessa devianza, ha strumenti grossolani, ma numerosi e persuasivi: sappiamo come i media entrino nella vita privata della gente senza badare al colore politico. Riescono a cambiare i valori culturali, iniziando dai giochi dei bambini fino alle abitudini degli adulti. Viene da chiedersi perché tutto il popolo di sinistra non abbia mai preso posizioni concrete su certe trasmissioni, e non abbia ancora invitato a risolvere il conflitto d’interesse almeno con un’azione culturale. Non c’è più tempo per difendere la nostra libertà, perché è veramente in pericolo e noi diventiamo ogni giorno, senza saperlo, sempre più omologati: la vera forza del potere è la condivisione. Il potere esiste perché è “potente” soprattutto attraverso i nostri obbligati o inconsci riconoscimenti.

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