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Donne, Politica e Governo

Donne, Politica e Governo

"...le donne sono diversamente scomode perché sono in realtà fortissime..."

Lunedi, 22/08/2022 - Dopo decenni di femminismo, teorico e pratico, sembra che le cose siano un po’ regredite, addirittura al punto di essere diventate inadeguate e contraddittorie. Un trauma l’autocandidatura di una donna alla presidenza del Consiglio in Italia.

Vi ricordate il trionfo di Nilde Iotti quando fu nominata alla Presidenza della Camera? E la parità tra ministri e ministre del governo Renzi? Forse i cittadini non sanno riconoscere i valori e le forme delle istituzioni, ma in Italia le cariche fin qui attribuite alle donne sono perfettamente egualitarie: destinate a governare “come un uomo”. Le donne stesse, in maggioranza, non si offendono, anche se tutte sanno - e vogliono essere - donne. Solo che le donne sono (ritenute) “deboli”, hanno le mestruazioni, fanno i bambini: tutte colpe secondo la visione del patriarcato finora dominante. Infatti sono caratteristiche di un’autenticità diversa nell’uguaglianza, come sono uguali tutte le altre diversità: biondi o mori, grassi o magri, handicap o sani.... perfino, come si deve dire oggi, binari o LGBTQ+. Solo che le donne sono diversamente scomode perché sono in realtà fortissime (mai visto il programma d’esame di una marine americana, di quelle che “i muscoli basta farseli”?). Non è vero che il loro sangue ingiallisca le foglie: semplicemente è simbolo di vita mentre l’eroe che uccide e viene ucciso in guerra è segno di morte; inoltre quell’impurità impedisce ancora alla donna di toccare l’altare. Partoriscono, fatto che le penalizza sul lavoro e nella carriera, come se il bambino che nasce non sia un nuovo individuo che ha diritti propri mentre sua madre diventa un ammortizzatore sociale. Sono le vecchie giaculatorie del femminismo d’antan. Di fatto il diritto resta neutro, come se anche l’uomo facesse i bambini, mentre la maternità riceve erogazione di benefici, non è diritto della persona. La filosofia femminista aveva ben teorizzato l’impatto con il patriarcato che è il potere, divisa in scuole che predicavano o il diritto al potere anche per le donne o la riforma del valore ”potere”.

I partiti hanno largheggiato in promesse, mantenendo qualche graduale condivisione di posti direttivi, purché nulla cambiasse, anche se capire di più quello che strumentalmente è il 52 % dell’elettorato poteva essere un colpo di genio. Ma nessun partito ha visto una donna scalare uno per uno i gradini di un partito fino a diventarne (segretaria) e leader (portandolo dal 4 al 23 % dei voti). Chapeau al merito della persona, uomo o donna, ma così resta la donna che davvero è come un uomo. Dopo di che auguri: le donne si fanno lo sgambetto, ma il potere dei maschi è sterminatore.


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