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ETERNO BOLDINI, in mostra a MILANO

ETERNO BOLDINI, in mostra a MILANO

Milano, Galleria Bottegantica - Fino al 3 Dicembre 2022

Venerdi, 14/10/2022 - Dal 14 ottobre, a Milano la Galleria d’Arte Bottegantica, da tempo ‘leader’ nelle scelte artistiche ed espositive, continua, il suo lavoro di studio e promozione di uno dei più grandi artisti dell’Ottocento italiano, il ferrarese Giovanni Boldini.
La sua è una ricerca costante iniziata oltre 23 anni fa, nel 1999, con la prima mostra a lui dedicata, la prima di sette esposizioni monografiche dedicate all’Eterno Boldini, alla sua arte, al suo stile, alla sua avanguardia artistica, altrettanto eterni.
“Eterno Boldini”, allestita a quattro anni dall’ultima mostra, è curata da Francesca Dini, l’esperta massima dell’artista, autrice del Catalogo ragionato dell’opera dell’Artista. Ripercorre la sua carriera dai primi anni parigini ai ritratti femminili di primo Novecento attraverso un accurato accostamento tra opere note e inedite.
La mostra mette insieme un’ampia ed attenta selezione di dipinti, acquerelli e disegni, con l’intento di mettere in luce l’essere poliedrico dell’artista, elegante disegnatore e splendido pittore.
I primi anni parigini durante i quali Boldini lavora per la famosa Maison Goupil sono evocati da due ricercati olii di piccole dimensioni, pregevoli nella resa cromatica e nei dettagli; “Vecchia canzone” – una delle prime tavole dipinte intorno al 1871 secondo quella ‘manière à la mode’ nel solco della pittura di Meissonier e Fortuny, molto apprezzata all’epoca – e “Scena galante nel Parco di Versailles” del 1877 – una scena di genere, vezzosa e leggiadra, tra due innamorati in costume settecentesco. Per poter meglio cogliere lo sfarzo rococò ed osservare ‘en plein air’ la vegetazione del parco e l’elemento luminoso, Boldini soggiornò per un breve periodo a Versailles, luogo favoloso che rimarrà per sempre nell’immaginario boldiniano.
L’eleganza, la raffinatezza e l’internazionalità dell’ambiente artistico parigino son i tratti che contraddistinguono un inedito acquerello, “L’atelier dell’artista”, 1874 ca; una natura morta di oggetti abilmente composta sul pavimento di uno studio.
L’ambientazione dell’atelier è rievocata nel noto "Ritratto del pittore Joaquin Araujo y Ruano", collega e amico di Boldini, e gli stessi oggetti disseminati per terra – tra cui un liuto a strisce bianche e nere – ricordano la collezione personale di Mariano Fortuny.
A questo primo periodo parigino risalgono anche alcuni dipinti di figure a mezzo busto presenti in mostra, come “La spagnola” (1878 ca), o veri e propri ritratti come “La Rejane in scena” (1878-1884 ca), un olio inedito che ritrae l’attrice Gabrielle Rejane, ritratta a più riprese dall’artista suo grande estimatore.
Attenzione verrà data in mostra anche alla resa del paesaggio, in particolare dell’amata Venezia, visitata più volte fin dalla fine degli anni '80 e catturata non solo in innumerevoli dipinti, tra cui "Gondole davanti a Piazza San Marco" (1895 circa) ma anche in molti disegni.
Alla grande stagione dei ritratti di inizio Novecento, invece, appartengono alcuni importanti dipinti tra cui il “Ritratto di Lady Nanne Schrader”, nota concertista ed organizzatrice di eventi musicali che Boldini ritrae nel 1903, ed il “Ritratto della Señora Matías de Errázuriz Ortúzar” (1912), appartenente ad una delle famiglie più influenti dell’Argentina e moglie dell’Ambasciatore cileno a Parigi, immortalata a più riprese da Boldini. Due grandi ritratti, chiari esempi del ritratto moderno di cui Boldini è impareggiabile maestro, come scrisse Robert de Montesquiou.
Infine, oltre ad una selezione di disegni provenienti dall’atelier dell’artista, è esposto anche un inedito album di disegni databili al 1879-1880 circa; un eccezionale taccuino che, per l’incredibile varietà di soggetti, tra schizzi e composizioni più compiute, sottolinea la centralità del disegno nell’opera di Boldini, primo mezzo espressivo nella sua costante ricerca di catturare il presente, forse il più vero e migliore.
Come sempre il segno ed il di-segno, lo schizzo, il guizzo già pre-futurista, delineano il grande Artista, più delle sue opere cromatiche e definite, le sue pitture.

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