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Ginny Sykes, l’artista in cerca dell’essere donna

Ginny Sykes, l’artista in cerca dell’essere donna

Intervista sul percorso professionale, umano, letterario incentrato 'sulla storia del femminismo, non solo occidentale'

Domenica, 09/11/2025 - Ginny (b.1957, Washington ) è per me non solo l’artista che vive oltre oceano con la quale condividere percorsi e linguaggi di ricerca, ma l’amica con la quale confrontarsi e scambiare riflessioni ed esperienze, un dialogo fra donne sensibili ai cambiamenti e mutamenti sociali che in questo tempo hanno costretto le donne a rivedere e ripensare nuove strade di azione. Ho ritenuto interessante intervistarla per diffondere la sua personalità d’artista e per verificare la comunità di intenti e l’ intima comprensione dei linguaggi delle donne, anche se vivono a diverse miglia di distanza.

Come ti sei avvicinata all'arte ? Qual è stata la tua formazione?
Da quando avevo 11 anni provavo il desiderio di essere artista e amavo disegnare; è stata una scelta ben determinata quindi quella di studiare al liceo incisione alla National Gallery e poi iscrivermi alla Washington University di St. Louis. Ma senza dubbio ho avuto degli insegnanti che mi hanno non solo formata ma introdotta e sostenuta nella scelta di proseguire il mio percorso artistico. Dopo 9 anni a Chigago – città viva da un punto di vista culturale che offre molteplici possibilità per esprimersi artisticamente e dove ho potuto vivere esperienze alternative – mi sono trasferita in Italia, dove avevo trascorso la mia luna di miele 7 anni prima, a Firenze e ho vissuto lì tre anni e mezzo.

L'Italia, Firenze, Napoli. So che hai un particolare rapporto con Napoli...
Sono tornata e torno spesso a Napoli dove ho molte amiche e amici, con i quali mi lega un sentimento di vera amicizia . Ho l’esperienza del Grand Tour nel cuore. Artisticamente grazie a Daniela Ricci ho potuto allestire a Castel dell’Ovo la mia prima mostra a Napoli e a Napoli è nata la mia amicizia con Teresa Mangiacapra, la Niobe delle Nemesiache, operanti e famose per il loro innovativo linguaggio femminista, non solo in Italia. Ho anche aperto un mio studio a Napoli. Con Teresa ho intrapreso un nuovo percorso artistico, approfondendo lo sguardo del femminile e la ricerca come performer. Ritornata a Chigago dove ho insegnato per circa 25 anni alla School of the Art Institute di Chicago, dal 1993 al 2003, mi sono resa conto del problema delle immagini d'archivio, della mancanza di una sezione dedicata alla ricerca femminista, mancava il punto di vista femminile. Con i miei studenti ho ideato e intrapreso un percorso di studio teorico, letterario, artistico incentrato sulla storia del femminismo, non solo occidentale, uno studio che ha coinvolto anche le altre docenti. Importante in questo momento storico è riflettere su cosa sia diventato il femminismo, riflettere sul significato della stessa parola; la cultura si sta frammentarizzando, occorre andare in fondo alle cose per riscoprire un nuovo senso attraverso anche l’approfondimento delle esperienze del passato (qui ora a Chigago vi è una grande retrospettiva su Yoko Ono). Siamo insicure/i, perse/i, fragili, per questo mi interesso oggi più di prima alla storia, alla biografia delle persone, per rintracciare valori e azioni comuni tese a unire e a farci dialogare.
 
Essere donna, essere artista . Le opere, la ricerca del linguaggio espressivo, l'impegno nel sociale, le scelte nel privato dimostrano che non si potrebbe mai scindere la donna Ginny dalla Ginny artista. E’ qui, in questo impegno che si può ritrovare nuova linfa per parlare di politica, ovvero di partecipazione sociale. La tua esperienza artistica, i cambi di stile, la scelta delle forme, persino dei colori, rimandano alla tua realtà, al tuo vissuto come ad un cammino condiviso fra arte e vita vissuta...
Infatti, la politica ci vuole divise, noi donne dobbiamo essere unite, portare avanti con determinazione le nostre lotte. Non possiamo immaginare di constatare una perdita così veloce dei diritti conquistati del corpo, dello spirito delle donne, si è indebolito ed anche cancellato in qualche situazione il nostro diritto al voto. La forza del capitalismo si nutre della distanza fra ricchi e poveri, i ricchi e il resto del sociale, della società, il denaro come fine e scopo delle nostre azioni ha fatto crescere e mettere in luce le disuguaglianze, in barba alla bugiarda equità dei tik tok, dell’ AI che riflettono valori di cultura che non sono i valori della comunità.

In che modo il discorso femminile può essere presente in questo senso nella società e come lo è nelle tue opere ? Qual è l'elemento che lo segna e, oggi, quali sono le parole innovative che lo caratterizzano?
Nel sociale è importante continuare a denunciare, a far sentire la nostra voce, continuare a ideare e costruire reti. In America, e penso dovunque nell’Occidente, si attraversa oggi un forte momento di cambiamento, sembrano affondare molti dei valori sui quali si è fondata e nei quali ci siamo riconosciuti tutti. E’ difficile oggi sentirsi sempre al 'proprio posto' e soprattutto qui dove vivo, a Chicago, città 'assediata'. Per questo è necessario tenere duro, capire verso quali orizzonti sta andando l'America e le donne americane e le donne occidentali. Per quello che riguarda il mio lavoro, la mostra che terrò a Chigago in aprile alla ‘Galleria Alma’ segnerà un cambiamento, perché ritengo sarà sempre più difficile vendere grandi teli di lino, opere di grandi dimensioni di 2 metri e mezzo/3 metri. Passerò ad altre dimensioni. Nell’ultimo trittico, intitolato ‘The Unexected Journey’ (600cmx215cm), sono ritornata alle mie radici classiche – astratte e ho avuto un salto concettuale proiettato verso una serie di immagini e azioni tese a riprendere antichi e nuovi valori per ricominciare a mettermi, metterci in gioco con nuova energia a lottare.

Un messaggio da lanciare alle donne, alle giovani donne ,oggi, per sostenerle nelle situazioni che loro malgrado subiscono?
La risposta è nel mio ultimo trittico dove uso i colori così come ho imparato a Firenze (richiamo ad una forte preparazione professionale), opera dove esprimo un diverso concetto di spazio e di linguaggio per esprimere la necessità di trovare un dialogo con l’Altro basato su altri presupposti. Sento in tutte / i il bisogno di nuove parole che ci consentano di parlare e di comprenderci. Ho pensato ad una pittura rivolta a tutti, espressione dei diversi livelli delle cose e degli accadimenti, ad una pittura che trasmetta il bisogno di sedimentare i pensieri e avere uno sguardo lungo che sappia superare i limiti dell’oggi. Seguire infine attraverso la pittura un percorso di riscoperta del femminile, un ritorno al femminismo come misura eroica. Questo ultimo lavoro segue questo percorso e ne sono soddisfatta.

Hai un punto di ispirazione dal quale sei partita?
Sono affascinata dall’affresco di Villa dei Misteri a Pompei. Si narra di un rito, di una iniziazione, non è una storia solo di immagini ma di racconto di verità di azioni. Il rito di iniziazione si ripete in varie circostanze nella vita ed è una iniziazione non per un ingresso nella società, nel fuori, nel mondo, ma dentro di sé, è un viaggio nel nostro io più profondo, un abbandono dei rumori del quotidiano per ritrovare il silenzio nel cuore della donna, delle donne.

Prima della mostra hai qualcosa in cantiere?
Continuerò ad approfondire la mia passione per la video art , per le performance. Ma il 6 novembre leggerò nello spazio del ‘Lula Cafe’ delle mie poesie, accompagnate dalla musica, tre di queste poesie diventeranno canzoni. Le poesie abbracciano temi come il terrorismo, la paura, la rabbia, la tristezza, l’impotenza e naturalmente l’amore, declinato in tutti i suoi aspetti: amori presenti, passati, familiari, mortali. Parlo della tragedia di un barbone, dell’incertezza, della solitudine e il linguaggio della poesia è come quello dell’arte, è un linguaggio iniziatico che travalica lo spazio, il tempo che altrimenti ci fa solo invecchiare. E’ importante notare, infine, che in questo momento in America si sta rafforzando una forte resistenza alla gestione di Trump, si sono svolte le prime elezioni e alcune città e stati, in particolare New York City, New Jersey e California, stanno sfidando il programma della destra. E’ un segnale di cambiamento.

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Rosso.
 

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