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Insieme per lottare, crescere, cambiare. Recensione di Lucia Corbo

Insieme per lottare, crescere, cambiare. Recensione di Lucia Corbo

Le autrici (Mariangela Adurno, Patrizia Damiano, Adele De Martino, Etta Mancino, Rosanna Marcodoppido, Emilia Simonetti) scrivono la storia delle donne dell’Udi in Basilicata dal 1945 al 1989

Venerdi, 26/05/2023 -

“Insieme per lottare, crescere, cambiare” è il titolo di un libro ma è anche la giusta definizione di un cammino di lotta di tante donne di Basilicata, in sintonia con tante compagne di tutta Italia.

Le autrici Mariangela, Patrizia, Adele, Etta, Rosanna ed Emilia, attraverso una ricerca puntigliosa su documenti e archivi, hanno ricostruito la storia delle donne dell’Udi in Basilicata dal 1945 al 1989, con un costante riferimento al contesto nazionale. E’ una passeggiata nel nostro vissuto di donne non proprio giovani che ci fa sentire orgogliose delle battaglie vinte, anche se non possiamo mai dirci  paghe e soddisfatte della piena affermazione dei diritti e dignità delle donne. Bisogna sempre vigilare e essere pronte a riprendere la lotta.

Leggere questo libro mi ha molto emozionato, perché ho ritrovato messo in ordine il mio percorso di lotta come donna; è come se qualcuno avesse ricomposto il puzzle di una parte delle lotte della mia vita, quelle vissute al fianco di tante compagne in cammino. Le autrici sono state brave nel ricostruire una microstoria, non a caso poco conosciuta, quella delle tante battaglie delle donne per il riconoscimento dei loro diritti e della loro dignità di persona in un contesto particolarmente difficile del nostro mezzogiorno.

In Basilicata infatti la povertà post guerra, l’emigrazione hanno rallentato i processi di emancipazione delle donne, che hanno dovuto subire a lungo la prepotenza dei maschi, si che fossero mariti, fidanzati, padri o fratelli. La sessualità femminile era al servizio del maschio, la donna doveva fare figli e gestire le sue maternità da sola. L’aborto clandestino, col ferro da calza dalle mammane o il decotto di prezzemolo era un piaga sociale che metteva a dura prova la salute della donna.

Donne coraggiose hanno iniziato a organizzarsi nell’UDI già dal 1945, protagoniste attive delle lotte per l’occupazione delle terre, per la casa, per il diritto allo studio, al lavoro, alla parità salariale e non solo.

Gli anni ’70, hanno dato una svolta radicale al percorso di emancipazione delle donne.

Il Referendum sul divorzio, che in questa realtà era vissuto come lontano mille miglia dalla concezione di solidità della famiglia tradizionale, ha comunque visto le donne lucane e le loro associazioni impegnate a fianco dei cattolici del dissenso per l’affermazione del No alla abrogazione di una legge, che stabiliva diritti sacrosanti di tutela dei figli e del coniuge più debole in caso di fallimento di un matrimonio.

E in quegli anni si arrivò alla costituzione dei Consultori, per cui le donne di Basilicata si mobilitarono con la realizzazione di esperienze straordinarie. Ad Avigliano, ad es. il Consultorio autogestito, promosso dal collettivo femminista di cui facevo parte, per due anni aveva operato su base volontaria con la partecipazione costante di 100/120 donne a incontro e diventò il primo Consultorio istituito ufficialmente dalla USL di Potenza.

Nel libro si ripercorrono tutte le tappe delle conquiste delle lotte per i diritti civili e delle donne, dalla legge del 1975 di Riforma del Diritto di famiglia alla legge sulla Parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro del 1977; dalla costituzione degli asili nido alla tutela delle lavoratrici madri.

Di rilevante importanza è il racconto delle battaglie fatte, anche in Basilicata, per la legge 194 del 1978 per la Tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza, legge che subì un forte attacco da parte delle forze conservatrici con un tentativo referendario di bloccarla. La mobilitazione delle donne anche in Basilicata fermò questo tentativo di regressione, anche se le battaglie per la piena attuazione della legge, minata dall’alto numero di medici obiettori di coscienza, continuano anche ora.

Le conquiste delle donne a livello istituzionale hanno avuto bisogno di tanta vigilanza e lotte da parte delle donne in tutto il nostro paese, e quelle delle donne lucane sono ampiamente documentate nel libro; il potere maschile è duro a morire e purtroppo, non sempre le conquiste a livello legislativo, cambiano la mentalità maschile.

Si è dovuti arrivare al 1996 per avere una legge che dettasse Norme contro la violenza sessuale; un iter lungo e travagliato che voleva combattere la prassi che vedeva la donna vittima di stupro o violenza complice dei suoi aguzzini o legittimare lo stupro in famiglia. E i femminicidi che continuano a insanguinare il nostro paese da Nord a Sud, ancora ora, son la dimostrazione che molto poco è cambiato nell’immaginario maschile, in cui la donna è oggetto di potere e non persona da rispettare.

Momenti significativi di impegno vengono  ripercorsi con un racconto puntuale e documentato: il terremoto dell’80 e la ricostruzione, le lotte per la pace contro i missili a Comiso, la vigilanza sulla gestione del parto nell’Ospedale di Potenza.

Fino ad arrivare alla costituzione del “Gruppo Donne e Giustizia” nell’83, con il coinvolgimento della compianta avvocata Ester Scardaccione di area DC. Le donne lucane potevano sentirsi meno sole, altre donne vigilavano sui loro diritti e sulla loro tutela.

E nel 1986 si arrivò ad una proposta di legge regionale “Per un parto e una nascita non violenta”, che avviò nuove pratiche e nuovi livelli di assistenza e tutela per le partorienti.

Il percorso delle donne dell’Udi di Potenza, che operavano sempre in collegamento con gli altri movimenti femministi locali, alla fine degli anni ’80  ebbe una svolta decisiva; si chiudeva un capitolo e se ne apriva un altro con la costituzione dell’associazione “Telefono donna” il 19 Aprile 1989 ancora oggi in piena attività.

“La storia che abbiamo ricostruito e raccontato ha il sapore del tempo che abbiamo attraversato, quando cambiare il mondo appariva obiettivo non solo legittimo, ma a portata di mano. Le cose purtroppo sono andate diversamente…” scrivono le autrici a conclusione del loro lavoro.

In effetti la realtà attuale è deprimente, con una guerra alle porte che rischia di coinvolgerci tutti, con la pace offesa e denigrata, con la negazione dei diritti dei più fragili, con l’attacco continuo ai diritti conquistati con tanta fatica dalle donne, con l’incapacità o non volontà istituzionale di promuovere giustizia ed equità sociale, con una informazione sempre più manipolata e poco libera.

Ma la storia delle donne dell’UDI di Basilicata e delle loro compagne di lotta, ricostruita in questo libro, è un manifesto di speranza per tutte, soprattutto le più giovani che vi si possono rispecchiare e scoprire quanto cammino è stato percorso con fatica, entusiasmo e amore per la conquista della dignità di vita da parte delle donne in cammino prima di loro.

Un grazie alle autrici per questo lavoro immane di ricostruzione e documentazione da parte di noi donne che abbiamo percorso su vie parallele lo stesso cammino e di cui non resta sempre traccia.


Insieme per lottare, crescere, cambiare - Donne lucane nell’Udi tra il 1945 e il 1989
di Mariangela Adurno, Patrizia Damiano, Adele De Martino, Etta Mancino, Rosanna Marcodoppido
ed  Emilia Simonetti, CALICEDITORI - Lavello  (PZ), giugno 2022

 


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