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L’Antiviolenza non si processa. Mobilitazione per difendere un luogo importante per le donne

L’Antiviolenza non si processa. Mobilitazione per difendere un luogo importante per le donne

Lucha y Siesta davanti al Tribunale di Roma protesta per l’apertura del processo a carico della presidente

Martedi, 10/01/2023 - Non c’è pace per Lucha y Siesta, l’associazione che da 15 anni porta avanti un’esperienza travagliata ma molto importante nel cuore del quartiere Tuscolano, divenuta un punto di riferimento in tutta Roma e non solo per chi conduce lotte e pratiche concrete di contrasto alla violenza e di accoglienza di donne in difficoltà.
Sembrava che oramai ci fossero tutte le condizioni perché questa realtà potesse arrivare a quello che chiede da anni : il riconoscimento del loro ruolo di luogo delle donne dove centinaia di donne che escono da percorsi di violenza o che hanno bisogno di sostegno hanno trovato e trovano risposte.
Tante le tappe di questa storia oramai. Prima l’occupazione e la lunga lotta per non essere sfrattate da un palazzetto abbandonato da anni e che era divenuto un luogo accogliente e pieno di iniziative per le donne; le minacce e gli atti di Atac per la vendita all’asta di questo immobile per recuperare il debito di questa azienda. La mobilitazione per affermare il diritto a Roma di avere luoghi di cittadinanza attiva al femminile e di servizi e accoglienza per le frange più deboli, in rete con altre realtà e in forte connessione con la lotta che la Casa Internazionale aveva portato avanti per difendere la sua esistenza. Poi l’intervento concreto della Regione Lazio di acquisto del luogo per consentire la continuità della esperienza di Lucha y Siesta. A creare un nuovo quadro positivo di riferimento poi è intervenuta la legge approvata dal Parlamento lo scorso anno, grazie all’azione delle Case delle donne, che riconoscendo tali realtà come beni di utilità comune consente nuove forme agevolate di convenzioni e rapporti con tali realtà.
Ma, come succede spesso nel nostro paese, le vie formali e burocratiche seguono strane vicende: come conseguenza del filone legale intrapreso anni fa dall’Atac contro l’occupante Lucha y Siesta e malgrado una precedente assoluzione sul medesimo reato, viene aperto un procedimento penale a carico della presidente.
Da parte poi della Regione Lazio, dopo l’atto di disponibilità economica e politica, non si fanno subito i passaggi formali che possono determinare una chiarezza di rapporti tra la proprietà  in questo caso la Regione) e l’associazione Lucha y Siesta, anche alla luce della nuova normativa sui beni comuni e la possibilità di comodato gratuito prevista.
Di qui la mobilitazione scattata nuovamente: una conferenza stampa e un sit-in davanti al Tribunale con la partecipazione di tante associazioni di donne per riaffermare la solidarietà a Lucha y Siesta, rappresentare lo sconcerto che simili cose avvengano e chiedere che chi opera per tutelare le donne dalla violenza trovi sostegno da parte delle istituzioni e non processi o inefficienze burocratiche.
All’iniziativa, promossa da Lucha y Siesta, erano presenti moltissime donne (e anche uomini) di tutte le generazioni e sono intervenute rappresentanti di molte realtà: DIRE ( Donne in rete contro la violenza), Differenza Donna, Be Free, Casa Internazionale delle Donne, Ponte Donna, Aidos, Action Aid, Non Una di meno, Scosse e NOIDONNE.
La senatrice Ilaria Cucchi ha espresso non solo la sua solidarietà ma si è impegnata a portare avanti concrete azioni nelle istituzioni e nella società.
Durante il sit- in l’avvocata che difende Lucha y Sista ha comunicato che il procedimento è stato rinviato al 26 aprile. Un nuovo appuntamento per le donne ma, come hanno detto tutte, la mobilitazione nel frattempo continua.

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