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Minimizzazione sui casi di violenza e pari opportunità. Succede ancora

Minimizzazione sui casi di violenza e pari opportunità. Succede ancora

"La rivendicazione dei diritti delle donne è frutto di ignoranza". Assurda dichiarazione

Sabato, 02/03/2019 - Che strana combinazione che quasi un anno fa, a ridosso dell'8 Marzo le frasi che minimizzano la lotta per la parità e pari opportunità, si siano ripresentate. "La lotta dei diritti delle donne è frutto di ignoranza, perché in Occidente è già stata raggiunta la parità"; questo registrano alcuni video sul web, facebook e la stessa frase è stata riciclata in un intervento da parte di chi era in sala nel nostro convegno di Torricella (TA) con "Alzaia" e "Donne in Fermento". Tra il pubblico un uomo insofferente già dalle prime battute, si è alzato ed ha dichiarato: "La rivendicazione dei diritti delle donne è frutto di ignoranza".
Anche in altri convegni e incontri vi sono state persone che hanno fatto interventi di questo tipo. A questo punto possiamo dire che siamo sulla buona strada, che diamo fastidio. Come gruppo “Donne in fermento” invitiamo a leggere la convenzione CEDAW, la quale dichiara con le cifre reali che: “esiste un serio deficit de facto, la libertà della donna è una realtà di diritto ma non “di fatto”; vi è una non piena realizzazione e pratica del principio di pari opportunità/uguaglianza/giustizia tra uomini e donne. Da segnalare anche che ci troviamo di fronte a una forte minimizzazione e giustificazione degli autori di violenza da parte di chi difende alcuni uomini che hanno maltrattato o impedito pari opportunità alle donne con atteggiamenti condizionanti e maltrattanti, a causa di una mancanza di formazione delle figure professionali (polizia, magistratura, avvocatura, scuola). Queste questo quanto emerso dai dati della CEDAW. Purtroppo continuiamo ad ascoltare frasi derisorie nei confronti della giornata internazionale della donna, oppure ne viene minimizzata l’importanza dicendo (anche nei luoghi educativi) che in passato poteva essere utile non oggi: nei paesi Occidentali ormai è un dato di fatto. Girate nel web o su fb e vedrete quanti di questi video ci sono. E si sciorinano una serie di nomi famosi di donne per consolidare la tesi, terminando con la teoria del cervello superiore, di chi ce la fa per la raffinatezza del suo pensiero, per le sue qualità eccellenti. Quindi non c’è chi sta sopra e chi sta sotto, né chi domina o è dominato, ma è la testa che fa la differenza. L’operaia che non ha scritto alcuna teoria che fine fa? Non si capisce. Questi diktat, video web sulla giornata dell’8 marzo terminano dicendo che rivendicare le differenze in questo giorno è frutto di ignoranza. Abbiamo provato a scrivere sul motore di ricerca google “teoria sulla esaltazione delle qualità umane” e il motore risponde in questo modo: voci correlate “Razzismo”. non c’è altro da aggiungere se non il fatto che anche le compagne di “Non una di meno” si erano accorte che durante i cortei dell’8 marzo vi erano uomini maltrattanti, riconosciuti da molte di loro.
Che ci stanno a fare? Non è quello il loro posto e neanche declamare poesie sulla donna nei reading organizzati per la giornata internazionale delle donne è posto per loro. Che almeno avessero la dignità del silenzio, se non hanno quella del pentimento.
Piuttosto che si facessero un percorso culturale sulla violenza di genere e approfittiamo per indicare quello eccellente che avviene oggi a Taranto, 2 marzo alle ore 11,00 e precisamente a Palazzo Pantaleo, in città vecchia, dove si presentano 100 volti e 100 storie di donne.
Elena Manigrasso di Donne in fermento

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