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Ministra Paola De Micheli: Lettera aperta di Noi Rete Donne

Ministra Paola De Micheli: Lettera aperta di Noi Rete Donne

"Nella nomina dei commissari sia data anche alle donne l’opportunità di servire -come chiedono- il nostro Paese-, e non si calpestino i nostri diritti...."

Venerdi, 25/09/2020 - Gentilissima Ministra Paola De Micheli,
il momento è molto grave. L’occupazione femminile diminuisce inesorabilmente. Anche sotto l’aspetto della democrazia paritaria le cose non vanno molto meglio, se abbiamo dovuto assistere al Governo ricorrere al proprio potere sostitutivo ex art. 122 della Costituzione per imporre la doppia preferenza nelle liste elettorali in occasione delle votazioni in corso in Puglia. Nonostante i nostri richiami e l’intervento governativo, pochissime sono le donne elette in questa tornata elettorale. E poi ci sono le nomine governative, dove l’equilibrio di genere e le pari opportunità sembrano principi astratti e non garantiti dalla nostra Costituzione e dalle nostre leggi. Invece esistono leggi, e disegni di legge e proposte che vanno con decisione in questo senso.
Noi Rete Donne, network di donne (professioniste, esperte, dirigenti, giornaliste, rappresentanti di associazioni ecc.) che da oltre dieci anni è impegnata nell’ambizioso progetto di realizzare una democrazia pienamente paritaria, ha da ultimo preparato un documento, Per un equilibrio di genere nelle nomine pubbliche, che è stato mandato a istituzioni e politici, nonché discusso con autorevoli ministri. Il documento propone meccanismi di democrazia paritaria da applicarsi a tutte le nomine e designazioni pubbliche di competenza parlamentare e governativa, vale a dire alle nomine di esperti, tecnici, commissioni e commissari, siano essi di carattere collegiale, o unipersonale.
Ed eccoci arrivate alla ragione della nostra lettera: Le scriviamo con riferimento alle notizie dell’ultima ora, ed al fatto che esisterebbe un elenco di commissari da nominare per far partire le opere infrastrutturali ritenute dal Governo prioritarie. Si tratterebbe di almeno 30 miliardi di appalti pubblici: ebbene ci auguriamo che nell’indicazione e nella nomina dei commissari si tenga conto dei principi cardine del nostro ordinamento, sia data anche alle donne l’opportunità di servire -come chiedono- il nostro Paese-, e non si calpestino i nostri diritti. Né si faccia ricorso alle troppo utilizzate scuse che non esisterebbero esperte o donne capaci di ricoprire questi ruoli: che se un dubbio esistesse al riguardo, siamo a disposizione per fornirle la lista delle possibile candidate. Insomma, ci aspettiamo che se i commissari da nominare saranno 20, o 30, le donne nominate siano almeno la metà.
Che se la rappresentanza femminile fosse inferiore, non sarebbe un risultato in linea non solo con le norme, ma anche con le aspettative e le sensibilità del momento.
Per concludere con una vena di leggero ottimismo, rileviamo che la Regione Lazio ha predisposto di bandi di gara che inserirebbero fra i criteri di premialità requisiti legati alle percentuali di occupazione femminile in azienda, o il possesso della certificazione internazionale di Social Accountability (SA8000).
A noi sembra un criterio da generalizzare, legato a meccanismi di certificazione La ringraziamo per l’attenzione con cui vorrà considerare questa nostra e le chiediamo un incontro per poterle illustrare il documento che le alleghiamo.
Distinti saluti.
Noi Rete Donne
Daniela Carlà, Marisa Rodano, Fulvia Astolfi, Giovanna Martelli, Laura Onofri

Lettera_Ministra_De_Micheli.pdf

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