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Prima Pagina Donne (26 maggio - 2 giugno 2014)

Prima Pagina Donne (26 maggio - 2 giugno 2014)

Dalle donne nelle Elezioni europee ,al crescente protagonismo femminile in politica interrogandosi anche su Marine Le Pen e il suo successo che guarda a destra ..e una speranza per Marian ma altre atrocità avvengono in India Pakistan ..

Lunedi, 02/06/2014 - Prima Pagina Donne 22 (26 maggio - 2 giugno 2014)

In attesa di notizie precise, la scorsa settimana non avevamo parlato di donne e politica e in questa non potevamo di certo sorvolare non solo rispetto a un voto che sembra averci “regalato” un'Italia a cui in pochi o quasi nessuno pensava. Un'Italia che attraverso il voto al PD di Renzi sceglie l’Europa, pur con tutte le riforme e i cambiamenti sicuramente necessari. Ed è in questo voto in particolare proprio quello del PD che le cinque donne capolista per le circoscrizioni Italiane hanno fatto il pieno di preferenze. Simona Bonafè, in particolare, capolista del centro Italia è risultata la persona più votata in assoluto rispetto alle candidature di tutte le forze politiche. Non rinuncio a sperare che tanto protagonismo femminile si trasformi anche in segnali femminili che si facciano notare e ci piacciano rispetto alla conduzione politica .Mentre scrivo si sta svolgendo la parata militare del 2 giugno e per la prima volta nella storia dell’Italia il Ministro della Difesa è una donna: Roberta Pinotti. Sarebbe interessante una piccola indagine che rispondesse a una domanda specifica ossia: “Ci si aspetta qualcosa e cosa eventualmente, da una così diffusa presenza femminile nei posti significativi e di rappresentanza e potere del governo del paese?” Essere donne non è di per sè, lo stiamo imparando e bene, un dato di speranza di progetti democratici, aperti e solidali. Infatti non potrei mai sorvolare su quello che in Francia è avvenuto nel voto, con la leadership di Marine Le Pen, leader del Partito del Fronte Nazionale; una forza che aveva già vinto alle amministrative poche settimane fa e che aumenta il suo consenso, divenendo il primo partito e proponendo un forte attacco all’Europa e una politica di destra senza illusioni che non a caso ha trovata immediata attenzione da parte del segretario della Lega Matteo Salvini. E così se avevamo bisogno di una conferma che donna non è sinonimo di idee democratiche in cui riconoscersi l’abbiamo alla grande. Di Marine Le Pen c’è sicuramente un elemento che ricordo perché è tutt’altro che tipica caratteristica femminile ma che forse non sarebbe male praticare di più. Si tratta dell’incrollabile fiducia in se stessa che molto ha voluto dire per un risultato che lascia la sinistra di Hollande ai nastri di partenza. Detto tutto questo non rinuncio a pensare che le donne possano misurarsi in un loro modo originale e inedito con un proprio valore aggiunto di democrazia partecipata rifiutando di copiare semplicemente un modo maschile di gestire il potere. Guardando giorni fa la tenerezza e la partecipazione emotiva con cui la Ministra Boschi, per conto del Governo Italiano, accoglieva i bambini arrivati finalmente dal Congo e attesi con una gioia infinita da quei genitori, di cui mesi fa abbiamo seguito le vicende allora drammatiche, legate al doverli lasciare lì in Congo senza sapere quale sarebbe stato il futuro, mi domandavo cosa significasse in politica quella modalità così materna e accogliente. So di toccare un argomento in cui trovare le parole adeguate per domandarsi se “lo spirito materno” può trasformarsi in una modalità originale di comportamento, sia addirittura scottante, e si offra a infinite controdeduzioni persino scandalizzate, mi insegna l’esperienza. Eppure penso sia materia da dibattere ancora, mentre ovviamente si opera come si sa e come si può.

A proposito di maternità gli ultimi giorni aprono una speranza sulla vicenda di Meriam, la donna Sudanese accusata di apostasia e per questo condannata alla pena di morte. Dopo avere partorito da pochi giorni e inseguito alle fortissime pressioni internazionali sia di Governi che di voci singole e organizzate da tutto il mondo, il Governo del Sudan ha dichiarato che Meriam sarà liberata. Vogliamo crederci e soprattutto abbiamo una riconferma che anche se non sempre si raggiunge il risultato desiderato comunque la pressione internazionale è fondamentale. E a questo proposito ancora due vicende orribili di violenza e sangue non possono essere ignorate. Le due bambine violentate e impiccate in India persino con la connivenza di alcuni poliziotti la cui vicenda si legge fra le righe è anche molto legata al valore praticamente zero della vita delle persone appartenenti alle classi più basse della popolazione, figuriamoci poi se sono donne. E ancora la storia quasi impensabile che evoca un dolore e un impotenza struggente della giovane Pakistana lapidata fino alla morte dal padre, dai fratelli e altri famigliari per aver sposato un uomo che lei aveva scelto. Ma come fare a non ripetersi come sia possibile che un padre ritenga di avere diritto di morte violenta e atroce per una figlia . Non si può non tornare a domande banali ma che sembrano non trovare risposte e soluzioni. Mentre queste notizie terribili ci raggiungono in Italia alla Camera è passata la legge che accorcia in modo significativo i tempi per arrivare al divorzio. Speriamo sia approvata anche al Senato la decisione di soli 6 mesi per arrivare al divorzio se è consensuale, altrimenti un anno. Per non perdere lo sviluppo delle vicende di Scajola e delle “sue donne” ; è la sua segretaria Roberta Sacco che pare abbia, pur facendo lealmente il suo lavoro, provato molto imbarazzo a seguire le vicende dell’ex Ministro, politiche e umane - vedi Chiara Rizzo moglie di Matacena - a svelare oggi tanti particolari che per Scajola non saranno certo d’aiuto a sottrarsi dalle sue responsabilità.

Alla prossima. ortensipaola@tiscali.it

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