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Via Crucis 2022-04-16:  XIII stazione con Irina e Albina

Via Crucis 2022-04-16: XIII stazione con Irina e Albina

Il coraggio di Irina e Albina, decise a non sottostare alle pressioni per non partecipare alla Via Crucis. Hanno scelto di aderire alla richiesta di Papa Francesco

Sabato, 16/04/2022 - Dopo due anni di sospensione dovuta alla pandemia, è tornata la Via Crucis a Roma, in quello spettacolare simbolo di dolore e sofferenza che è il Colosseo, dove gli uomini lottavano fino alla morte in un terribile e crudele gioco per la gioia dell’Imperatore e dei cittadini ai quali veniva regalato lo spettacolo.
Un'edizione speciale, questa dell’anno 2022, dedicata alla famiglia nelle sue molteplici condizioni, che si sono andate raccontando di stazione in stazione affiancate alle sofferenze della passione di Cristo, fino alla sua crocefissione e morte.
Famiglie giovani, in missione, senza figli, numerose, con figli disabili, divenute casa famiglia, con un genitore malato oppure rette dai nonni, famiglie ricche e di figli adottiv ,senza uno dei genitori o con un unico figlio consacratosi a Cristo. Oppure famiglie nel dolore della perdita di una figlia...  fino a quella XIII stazione, dove la croce è stata stretta nelle mani di Irina e Albina: la prima ucraina e l'altra russa.
Irina e Albina, con le loro famiglie unite dalla speranza della fine della guerra e di una nuova Pace, fino all’ultima stazione, la XIV, dedicata alla famiglia di migranti.
Ogni stazione ha raccontato, in parallelo alle vicende degli ultimi giorni della vita di Cristo, la propria condizione con una meditazione potente. Ma la tredicesima stazione,  quella dedicata a Cristo che muore, di cui sono state protagoniste Irina e Albina ,interpreti della terribile guerra in corso e contemporaneamente della richiesta di Pace, è stata caratterizzata dal silenzio più profondo delle migliaia di presenti, accompagnati dallo sguardo carico di commozione delle due donne e di Papa Francesco, in un tempo che è apparso infinito.
Una Via Crucis in mondovisione che prima della sua realizzazione ha visto incrociarsi critiche, polemiche e pressioni forti su Papa Francesco e conseguentemente su Irina e Albina perché negassero la loro presenza.
L’ambasciatore Ucraino presso la Santa Sede, l’arcivescovo ortodosso e altri “opinionisti” ne sono stati protagonisti, concretizzando il dissenso anche col boicottaggio in Ucraina di molti canali televisivi che hanno ignorato e oscurato la Via Crucis.
E’ allora in questo clima che è importante evidenziare il coraggio di Irina e Albina. Ringraziarle di avere dato la possibilità di dare concretezza al forte messaggio di Pace suggerito da Papa Francesco, ma che senza il consenso e la loro determinazione non avrebbe potuto realizzarsi. Irina e Albina, entrambe impegnate in un ospedale romano, per precisione il Campus Bio Medico: Irina infermiera e Albina che si sta specializzando. Insieme hanno lavorato nei due anni di Covid, un tempo di incontro e scontro con la malattia, un tempo in cui sono divenute amiche accompagnando la sofferenza di tanti pazienti, la loro morte, ma anche la loro guarigione e risurrezione alla speranza di riprendersi la vita.
Per chi ha seguito in televisione, come io ho fatto, la Via Crucis, il loro essere 'scandalosamente' insieme ha significato un potente messaggio per la Pace, ha raccontato del loro coraggio, umile ma esplosivo, e della grande responsabilità e fede che hanno mostrato, insieme alle loro famiglie. Testimoni di volontà e richiesta di Pace e di perdono, sicuramente a nome di tante e tanti che vivono in Ucraina e in Russia.
Mi sembra davvero sbagliato avere cercato di opporsi a questa militanza di Pace e presumibilmente, oggi che è avvenuta, minimizzare riducendola solo a una manifestazione religiosa.
E’ un contributo importante che deve continuare a far riflettere e di cui ringraziare Papa Francesco per la sua, come sempre, coraggiosa interpretazione della fede nella vita quotidiana e reale che vivono i singoli, i popoli, le nazioni con un occhio, una voce, un sentimento proteso al superamento della guerra e alla costruzione da artigiani della Pace come ci ricorda ogni giorno dall’inizio della guerra.
Ma un ringraziamento, un pensiero pieno di gratitudine per Irina e Albina che, reciprocamente, dando coraggiosamente voce sicuramente a tanti altri cittadini dell’Ucraina e della Russia hanno sfidato i critici, i detrattori, i distruttori, che certo continueranno a dire la loro dichiarandosi contro o ignorando e silenziando un gesto di tanta c civiltà e ottimismo della volontà che viene da due donne, da due persone che alla costruzione della Pace hanno donato una “stazione“ di un viaggio lungo e doloroso che nessuno sa quanto durerà ma che vorremmo arrivasse prima possibile alla sua conclusione.
Artigiane della Pace, rubando un termine che credo sia stato coniato proprio dal Papa, il ruolo che queste nostre amiche, alle quali dire grazie, hanno svolto nella tredicesima stazione della Via Crucis dell’anno 2022, per ora di dolore ma a cui non far mancare la speranza che, impegnandosi, molto può essere ottenuto.
Paola Ortensi,  16 aprile 2022

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