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Videocamere di sorveglianza negli asili nido e nelle case di ricovero per anziani e disabili

Videocamere di sorveglianza negli asili nido e nelle case di ricovero per anziani e disabili

Un provvedimento per prevenire e scoprire casi di maltrattamenti e abusi su bambini, anziani e disabili. Il Parlamento ci ri-prova

Lunedi, 25/03/2019 - Creano sempre emozione forte le notizie su maltrattamenti e abusi commessi sui cosiddetti "soggetti deboli", vale a dire bambini, anziani e disabili. Si parla con orrore degli abusi coperti da silenzio nelle famiglie o in ambienti ecclesiastici, fanno molta notizia i maltrattamenti denunciati negli asili nido e nelle scuole materne, molta meno attenzione si presta invece al problema non marginale dei maltrattamenti nelle strutture socio sanitarie a cui le famiglie spesso affidano anziani o disabili che non sono in grado di accudire e curare in casa.
Sono ormai passati 10 anni dal giorno in cui una giovane deputata di Forza Italia, Gabriella Giammanco, depositò un testo di legge contenente misure per prevenire e contrastare maltrattamenti e abusi (anche di natura psicologica) a danno di minori, anziani e disabili nelle scuole dell'infanzia e nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali.
La Camera esaminò a lungo il testo e nel 2016 approvò un provvedimento che oltre a misure atte a formare adeguatamente il personale incaricato di curare i bambini, gli anziani e i disabili, prevedeva anche la possibilità di istallare videocamere per controllare il corretto svolgimento delle attività di cura e assistenza dei soggetti deboli.
Il provvedimento passò al Senato ma lì si scontrò con la contrarietà della maggioranza di Centro Sinistra, convinta che le sorveglianze attraverso videocamere fossero lesive per la privacy del personale, garantita anche dallo Statuto dei Lavoratori.
Con la nuova legislatura il centrodestra si è fatto forte del cambio di maggioranza per riproporre il provvedimento che è stato nuovamente approvato alla Camera, con procedura di urgenza come previsto per i provvedimenti già approvati una volta da un ramo del Parlamento. Ora al Senato Gabriella Giammanco, che nel frattempo è diventata senatrice, non è solo una delle proponenti il testo di legge sul tema, ma è anche relatrice del provvedimento e ha lavorato per inserire nel testo anche le misure e le raccomandazioni che sindacati di categoria e associazioni varie hanno presentato nel corso di audizioni, audizioni che sono state promosse proprio per approfondire i dubbi sorti negli anni passati sulla compatibilità tra le misure di sorveglianza tramite videocamere e le garanzie di rispetto e autonomia dovute ai lavoratori, nello svolgimento del loro lavoro.
Ora un nuovo testo è pronto, attende solo di trovare uno spazio tra i provvedimenti sostenuti del Governi giallo verde, e oltre a prevedere risorse sufficienti per l'istallazione delle videocamere contiene una serie di autorizzazioni per garantire che il materiale raccolto tramite videocamere non possa essere a disposizione delle strutture sorvegliate ma solo a disposizione dell'autorità giudiziaria qualora vi siano motivate denunce di maltrattamenti sui soggetti assistiti. Per altri problemi interni alle strutture (es: liti violente tra il personale) il materiale non potrà essere visionato e inoltre sarà garantito da sistemi cifrati a prova di pirateria informatica e di accessi abusivi. Introdotto nel testo anche un nuovo tipo di reato che prevede aumento di un terzo delle pene previste per maltrattamenti e abusi quando questi vengono commessi nelle strutture di cui si interessa il provvedimento.
Ma come viene accolto il nuovo testo´dalle Senatrici degli altri gruppi parlamentari?
Per il PD parla la senatrice Vanna Iori che spiega come, sull'obbligatorietà di istallare videocamere, soprattutto negli asili e scuole materne, ci siano posizioni differenziate nel suo gruppo. Non c'è una opposizione netta ma un timore fondato che si instaurino situazioni Orwelliane, da Grande Fratello. Molto più importante, dice, aumentare le occasioni di controllo e le visite da parte dei familiari, non perdere neanche una possibilità di aumentare le occasioni per la formazione e il perfezionamento della formazione del personale, garantire l'attitudine a questo tipo di lavoro del personale incaricato, garantire ambienti e turni di lavoro che non portino ad un sovraffaticamento del personale stesso. Tutte misure che il provvedimento prevede ma, dice la Iori non bisogna puntare troppo sulle videocamere illudendosi che solo tramite queste si possano evitare le tante zone d'ombra che oggi propongono soprattutto gli istituti e i servizi per gli anziani e disabili che spesso non hanno modo per difendersi e denunciare e non sempre sono seguiti dalle famiglie.
Per Sel parla la senatrice Loredana De Petris che non esclude che il suo gruppo, che alla Camera si è astenuto, ora possa votare a favore se verranno fornite le garanzie necessarie a tutelare la riservatezza dei dati raccolti con le videocamere. Per la Lega la senatrice Maria Saponara appoggia pienamente il provvedimento anche se, dice, tutto è perfettibile e quindi potrebbe anche essere migliorato tramite emendamenti.
Tra i i 5 Stelle le posizioni sono variegate riguardo all'obbligatorietà. Nelle case per anziani e disabili, tutti daccordo a istallare videocamere data la frequenza di casi di maltrattamento, dice la Senatrice Maria Laura Mantovani, ma negli asili nido e scuole materne il personale è molto più preparato e i casi di maltrattamento sono molto rari anche se, quando avvengono, fanno uno scalpore che invece non si scatena nel caso dei vecchietti e dei disabili. Insomma, il provvedimento ha una vita lunga, è ancora perfettibile ma è opinione generale che, se riuscirà ad arrivare all'esame dell'aula e non ci sarà una fine prematura della legislatura, a breve sarà varatp con un ampio consenso.

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