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Donne, ruralità e diritti: ad Alvito un confronto al femminile che valorizza la Valle di Comino

Donne, ruralità e diritti: ad Alvito un confronto al femminile che valorizza la Valle di Comino

Il 19 e 20 luglio il CREA ha organizzato un incontro nell'ambito del ciclo “Diritti, sviluppo e ruralità: la forza collettiva delle donne”

Lunedi, 08/08/2022 -

Le donne che vivono nelle aree rurali della penisola costituiscono l’ossatura di un’economia che non è solo contadina. Con le loro molteplici attività si prendono cura dei territori e dei paesaggi, sono portatrici di nobili tradizioni e preziose culture locali che alimentano da sempre l’essenza profonda del nostro Paese e le sue specificità. Parliamo del 50% della popolazione, circa 21 milioni di donne che “con il loro impegno quotidiano nel tessere le trame del tessuto economico e sociale sono state e continuano ad essere fondamentali per la tenuta dei territori che abitano”. A descriverle così è il CREA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) che, nell’ambito della Rete Rurale Nazionale, ha progettato un ciclo di incontri che approfondiscono problematiche territoriali intorno ad un macrotema così definito: “Diritti, sviluppo e ruralità: la forza collettiva delle donne”, incontri che intendono “dare maggiore visibilità al ruolo delle donne nelle aree rurali e sostenere azioni volte a sciogliere i principali nodi strutturali che ancora oggi le penalizzano e discriminano”.

Il 19 e 20 luglio nell'elegante teatro di Alvito (Frosinone) si è tenuto l’appuntamento progettato per mettere a fuoco le specificità della Valle di Comino, area interna che vive tutte le problematiche tipiche delle realtà periferiche dal punto di vista logistico, strutturale e dei servizi. Il seminario "Sviluppo, ruralità e diritti:questione di genere" ha inteso “intraprendere un percorso di collaborazione e di scambio pensato anche per ricucire i conflitti e le disparità territoriali fra ‘centro’ e ‘periferia’ italiana - spiegano dal CREA - . Pertanto l’incontro è stato un momento di riflessione comune tra cittadini, policy maker, enti locali, partenariati di sviluppo locale, centri di ricerca e associazioni della società civile sulle nuove dinamiche di cambiamento che attraversano le aree rurali e sul loro impatto sulle condizioni di vita e di lavoro delle donne; ciò al fine di rafforzarne i percorsi di empowerment a livello locale”.



Operatrici di settore, esperte e amministratrici nella mattinata del 19 hanno composto un caleidoscopio di testimonianze (sintesi in video) concentrate “sullo sviluppo sostenibile ed equo delle aree rurali, sull’accesso alle risorse locali, sulla tensione persistente fra rispetto dei diritti e crescita economica, nella costante ricerca di un possibile equilibrio fra bisogni e aspettative individuali e collettive, fra pubblico e privato”. Il pomeriggio, iniziato con il film “In questo mondo” di Anna Kauber sulle donne pastore - miglior documentario italiano al 36° Torino Film Festival - è stato dedicato alla pastorizia, uno dei mestieri più antichi del mondo rurale. “La scelta di dedicare un approfondimento a questa attività è da ricondurre alla sua funzione di concreto presidio dei territori di montagna, custodia dei saperi, del paesaggio, della biodiversità animale e vegetale; una presenza che è, inoltre, garanzia di legalità”. Le donne pastore, tra le molte difficoltà che vive il settore, “subiscono ancora fortemente il pregiudizio di genere e devono affrontare lo stigma sociale dello stereotipo culturale di questa attività millenaria, di radicata cultura maschile e patriarcale”. Il dibattito si è poi avviato intorno alla testimonianza di Assunta Valente (una delle protagoniste del film, intervistata dalla stessa regista), con le riflessioni delle rappresentanti di varie realtà sociali presenti, tra cui Legambiente Italia, Slow Food Italia, Action Aid, organizzazioni sindacali.
La prima giornata del seminario si è conclusa con un momento conviviale speciale e suggestivo: "una cena sotto le stelle, immersi nella cornice del pascolo 'alto' nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio, Molise, presso lo stazzo estivo dell’azienda Agricola San Maurizio in località San Donato Val Comino" dove si è snodato il racconto appassionato di Elisa Cedrone, guida naturalistica e imprenditrice agricola.
La mattina del 20 luglio intorno ad un ampio cerchio, accolto presso l’azienda agrituristica Le Case Marceglie, si sono riunite in parecchie: imprenditrici dell’agricoltura e del turismo, artigiane e donne impegnate
a vario titolo nella Valle di Comino, nelle associazioni locali e nel Bio-Distretto. Una molteplicità di competenze, professionalità, esigenze e idee che, incontrandosi, si sono ri-conosciute nelle specificità e anche nelle loro grandi potenzialità: un tesoro a disposizione della comunità intera e che può “collaborare all’individuazione di strategie ed eventuali azioni comuni che favoriscano percorsi di sviluppo locale partecipati, comprensivi anche di una specifica visione di genere nell’intento di elaborare un forte ripensamento culturale collettivo che produca una concreta e condivisa azione di tutela, garante dei diritti e capace di ridurre gli squilibri territoriali, i divari sociali, le disuguaglianze e le disparità di genere”.

Maria Pia, imprenditrice agricola che ha collaborato all’organizzazione dell’iniziativa, a conclusione della due giorni ha osservato che “essere riuscite ad organizizzare l’incontro è un punto di partenza per costruire nuovi legami o fortificare quelli che già ci sono, per poi prendere decisioni da intraprendere per far emergere l’identità della Valle, che è molto forte e radicata ma che ha bisogno di compiere dei passi avanti nella consapevolezza delle potenzialità”. Un evento che ha centrato gli obiettivi, ha rilevato Catia Zumpano (CREA), cioè “dare voce alle donne e chiamare a raccolta soggetti che possono aiutarle sostenendo la messa in rete e l’uscita dall’isolamento”.

 


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