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Inaugurazione dell'atelier di Mauro Martoriati

Inaugurazione dell'atelier di Mauro Martoriati

VENERDI’ 11 APRILE APRE A TRIESTE CON UNA MOSTRA DI DESIGN L’ATELIER DELL’ARTISTA ROMANO MAURO MARTORIATI

Mercoledi, 09/04/2014 - COMUNICATO STAMPA



VENERDI’ 11 APRILE APRE A TRIESTE CON UNA MOSTRA DI DESIGN L’ATELIER DELL’ARTISTA ROMANO MAURO MARTORIATI



conferenza stampa: giovedì 10 aprile ore 11 - 13 • via Rittmeyer 4/a • Trieste

inaugurazione: venerdì 11 aprile ore 19 • via Rittmeyer 4/a • Trieste



S’inaugura a Trieste venerdì 11 aprile 2014 alle 19 lo spazio “Martoriati Arte” (via Rittmeyer 4/a): è l’atelier dell’artista romano Mauro Martoriati, situato nel centro cittadino, che si propone anche quale nuovo punto d’incontro per l’arte e la cultura contemporanea, ospitando l’associazione M.A.R.T. (Movimento artistico Roma - Trieste), promotrice dello scambio fra artisti romani e triestini, in collaborazione con la curatrice di Roma Manuela Vannozzi. Nella mostra inaugurale, che darà presentata dalla curatrice dell’evento Marianna Accerboni, verrà esposto in particolare il magico design neobarocco di Martoriati, accanto ai dipinti dall’acceso e personale cromatismo espressionista e alle sculture fantastiche dall’impulso cinetico: un’arte per sognare un mondo migliore.

La ricerca artistica di Martoriati nasce più di trent’anni fa, con Mario Schifano, all’insegna della libertà, nell’ambito della Scuola di Piazza del Popolo. Il pittore, molto noto e apprezzato anche per le sculture urbane, intensamente simboliche e innovative, ora ha scelto la luce del Nord - Est per esprimere la propria poliedrica creatività. (orario: lun-ven 10 - 13 e 16 - 20/ mart aperto fino alle ore 24/ sab-dom su appuntamento/ info 335 6750946 329/ 328 9683335/ 329 3947761 - www.mauromartoriati.it).



Abbandonando per il momento il resto del mondo - scrive Accerboni - Mauro Martoriati, artista nomade e immaginifico, che ha operato per anni a Roma, New York, Madrid e Parigi, per poi scegliere di stanziare per più di un decennio nella dolce Anguillara Sabazia (Lazio), lascia ora le sponde del lago di Bracciano e la latinità per aprire uno studio, dall’inusitato impianto scenografico, nel cuore di Trieste.



In questo atelier, che fino a poco tempo fa era dedicato alla moda e che, dell’essere stato una boutique - bomboniera, porta ancora le decorazioni e l’impronta, s’inserisce curiosamente ma perfettamente l’arte sfaccettata e poliedrica, dalla forte vis tecnica ma dall’impeto concettuale, di Martoriati. Che, partendo da origini popolari, in cui risuona ancora l’arguzia della Roma antica, per sua naturale attitudine ha costruito con tenacia nel tempo un’arte molto personale e riconoscibile, originale e comunicativa, dopo una formazione avvenuta negli studi dei grandi maestri, come accadeva nei tempi dell’età dell’Umanesimo e del Rinascimento, quando i giovani artisti andavano a bottega.

E dei pittori di quell’epoca, che spesso erano anche architetti e scultori, Martoriati ricorda la multiforme capacità di esprimersi con agilità e naturalezza mediante linguaggi diversi: pittura, scultura, design e, in passato, anche architettura e restauro, acquisendo così una competenza e un’abilità tecnica, che oggi gli consentono di esprimersi felicemente e con destrezza, quasi con concettuale nonchalance, in più settori del contemporaneo, intrecciando e traslando le diverse tecniche ed esperienze in un unico, coerente flusso naturale di idee e di opere. E di fondare un lessico del tutto personale, che con guizzo veloce racconta attraverso la linea, raggiunta mediante elementi metallici di recupero, la terza dimensione; o in cui incontriamo un inedito dripping “figurativo” e cinetico, come appare per esempio in un ciclo di essenziali dipinti del 2009 titolati Espansioni: l’operazione compiuta da Martoriati in tale dripping e in tali opere, umanizza, “italico more”, il significato del gesto di rottura compiuto a suo tempo da Pollock (che cambiò il modo di dipingere di Martoriati quando egli vide una sua grande opera a New York), rimanendo tuttavia intatto il concetto di libertà. Che nell’opera e nel pensiero dell’artista romano è fondamentale e catartico. L’innovazione del gesto pittorico operata allora da Pollock come simbolo di rottura con la tradizione e di affermazione di libertà del gesto creativo è in perfetta simbiosi con le Espansioni di Martoriati, che rappresentano e sostengono sotto il profilo concettuale il significato di libertà nella vita sociale dell’uomo e la sua necessità, per essere felice, o per lo meno sereno, di affrancarsi dai vincoli di sudditanza sociale e psicologica. Ed ecco lo slancio verso un mondo migliore.



Tutto passa attraverso la libertà in lui: dal modo di roteare i grandi occhi verdi alla coerente esperienza della Scuola romana di Piazza del Popolo accanto a Mario Schifano, con il quale collaborò a lungo, alla conoscenza di Bonito Oliva, all’intuito sincero e alla sensibilità per il sociale e l’ecologia, che lo hanno visto autore nel 2001 del Guerriero degli Anguillara, il quale secondo la leggenda uccise il drago: una scultura alta 3,50 metri e larga 2, realizzata con due tonnellate di ferro, tutti pezzi di recupero forniti dagli abitanti della cittadina laziale; così come accadde per la grande, simbolica ed elegante scultura-fontana in rame (un pannello di 15 metri) con inseriti pesci in ceramica e metallo colorati e smaltati anche dalla gente del luogo.



Opere corali, che hanno trovato un’evoluzione ancor più matura e raffinata nel 2008/ 2009 con la realizzazione di una sorta di multiforme installazione, intitolata Autorità e povertà ed esposta con grande successo al Théâtre de l’Est Parisien a Parigi: originalità e Bellezza contemporanea, padronanza del concetto di spazio, sensibilità e intuito scenografico, cromatismo brillante, lirismo sono i parametri che racchiudono il fascino e il significato dell’opera. In cui sono per altro insite anche le esperienze per il teatro di Martoriati, tra cui nel 2003 la scenografia per la Tosca di Puccini, progettata in grande scala per una rappresentazione promossa dalla Provincia di Roma.



Opere pubbliche, installazioni, scultura, pittura, design rappresentano linguaggi affini e interdisciplinari per questo artista poliedrico e genuino, naturalmente raffinato e selettivo, profondo, semplice e sensuale, che nella pittura delle origini e nel medio periodo ha saputo offrire al fruitore una personale interpretazione dell’espressionismo, come appare evidente nel polittico Interno mediterraneo: un espressionismo che compendia gli aspetti drammatici della vita, apparentandosi in tali lavori più alla falange tedesca e nordica di questo movimento che non a quella mediterranea, ossia francese e italiana, solitamente più solare, che si esplica invece nelle Cariatidi del 2007 e in altri lavori. Una prova “colossale” è rappresentata poi dal grande polittico Scorie della Memoria (m. 2,70x6), cento tele di varia misura assemblate in magistrale dissonanza come le note di Stravinskij.



La linea, onnipresente in pittura, prelude anche alla terza dimensione: ed ecco la scultura e il design, in cui la forma plastica lascia sempre filtrare la luce e di questa vive, sfoderando, grazie anche a tale inedito e interessantissimo rapporto tra pieni e vuoti, una levità e un impulso cinetico di grande fascino, inediti nel concetto e nella prassi tridimensionali. Qualità che incontriamo per esempio nel magnifico complesso degli Scacchi, sedici pezzi in ferro smaltato del 2003 alti 2 metri (espressi nel 2004 in una versione pittorica in smalto su tavola di cm 80x200 ciascuno) e nei fantastici complementi d’arredo, tavoli, applique e lampade, dall’elegante ritmo curvilineo.



Negli anni più recenti infine, il colore dal ricco sapore espressionista e a volte fauve, già transitato dalla “semplicità” dell’acrilico e dell’olio alla maggiore matericità e prestanza dello smalto, ha lasciato il passo a White, il bianco assoluto solcato da essenziali geometrie, che interpreta e ricerca il silenzio, costituendo una sorta di tabula rasa, da cui riprendere il tenace e impetuoso percorso in salita, che ha portato nel corso del tempo Martoriati a esporre, da instancabile e inesauribile sperimentatore, in luoghi sempre più prestigiosi: nel 2004, per esempio, al Museo Crocetti di Roma accanto ad artisti del calibro di Berlingeri, Ceroli, Kostaby e Rabarama e nel 2005 nella stessa sede con Bonalumi, Dorazio, Arman, Rotella.



MAURO MARTORIATI nasce a Roma nel 1957 e si forma studiando e lavorando negli anni ’70 e ’80 negli atelier dei migliori artisti, in particolare frequentando la famosa Scuola romana di Piazza del Popolo accanto a Mario Schifano. Dopo essersi inizialmente dedicato all’architettura e al design d’interni e al restauro, negli anni ’80 sente di volersi dedicare completamente all’arte.

Esordisce con la pittura, esprimendosi inizialmente attraverso l’acrilico a tinte forti e adottando quindi la tecnica a smalto. Successivamente il proprio percorso evolutivo, partendo dalla superficie piatta del supporto pittorico, lo indurrà a espandersi, dalla fine degli anni ’90, nella terza dimensione.

Nel ’93 incontra a New York, dove vive e opera per alcuni mesi, l’action painting di Jackson Pollock: l’immensa Opera n° 1 gli fa scoprire il dripping e ciò determina una svolta fondamentale nella sua pittura. Nel ’96 avrà luogo la prima personale incentrata su questa tecnica. In questi anni crea anche un originalissimo ciclo di Scacchi a misura umana, complesso scultoreo, che nel 2004 verrà esposto con grande successo a Marostica in occasione della storica Partita a scacchi e che successivamente il Maestro riproporrà anche in forma pittorica.

Nel ’97 si trasferisce nella quiete di Anguillara Sabazia (Lazio), dove rimarrà fino al 2008. Qui esplode la necessità di esprimersi nello spazio attraverso la scultura, anche urbana e monumentale. Ed ecco il pannello-scultura in ferro, rame e ceramica collocato nei nuovi giardini comunali della città e la scultura monumentale Il guerriero, costruita con vecchio ferro, recuperato esclusivamente nelle campagne e nelle cantine del centro sabatino, e installata in uno spazio pubblico del centro laziale.

Tra i primi anni ’90 e il 2011 soggiorna e opera ripetutamente a Madrid e a Parigi. Nel 2000 espone e colloca due opere nel Museo Nazionale Arte Contemporanea di Kuala Lumpur e nel Museo Ibrahim Hussein di Langkawi- Malaysia. Nel 2001 un dipinto di m. 12x1.60 entra a far parte della collezione della Mediateca di Mouans-Sartoux (Francia). Nel 2006 e nel 2009 due sue opere sono state donate rispettivamente al Presidente del Paraguay e al governo del Brasile all’interno di un progetto della F.A.O.. Nel 2007 riprende a dedicarsi anche al design, creando originali e raffinati complementi d’arredo. Nel 2011 ritorna a Roma, dove apre un nuovo studio ed entra in contatto con l’EAC curato da Achille Bonito Oliva e Umberto Scrocca. Nel 2013 si trasferisce a Trieste, dove riprende a dipingere a olio “perché Trieste è una città a olio, adagiata nel tempo.” afferma l’artista “E non le va di essere travolta dalla modernità. Perciò ispira una pittura classica ma rinnovata”.



In trent’anni di attività Martoriati ha al suo attivo più di un centinaio di mostre personali e numerosissime collettive in Italia e all’estero accanto a prestigiosi premi e riconoscimenti.

Tra dipinti, sculture, oggetti di design e scenografie, ha creato più di 4000 opere.





DOVE: Martoriati Arte • Via Rittmeyer 4/a • Trieste

QUANDO: venerdì 11 aprile ore 19

ORARIO: lun-ven 10-13 e 16- 20/ mart aperto fino alle ore 24/ sab-dom su appuntamento

A CURA DI: Marianna Accerboni

CATALOGO: sì

INFO: 335 6750946 • 347 8400006 • 335 6750946



Con cortese preghiera di pubblicazione / diffusione

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